Cosa sapere sul bonus mamme 2025

Nel 2025 il bonus mamme torna con novità su criteri e modalità: principali cambiamenti e benefici per sostenere le madri lavoratrici nella genitorialità e carriera.

bonus mamme

Il bonus mamme torna nel 2025 con nuove regole, più risorse e una platea più ampia di beneficiarie. Dopo mesi di attesa e incertezze, il decreto legge 95 del 30 giugno 2025 convertito in legge 11/08/2025, ha definito i dettagli di una misura che offre sostegno economico alle famiglie e strumenti concreti per conciliare vita privata e lavoro, aiutando le mamme lavoratrici a gestire la genitorialità senza rinunciare alla carriera. Ne abbiamo parlato con Monica Melani, consulente del lavoro.

Chi può beneficiare del bonus mamme 2025

Il bonus riguarda diverse categorie di lavoratrici che abbiano svolto attività lavorativa per almeno un mese nel corso del 2025. Possono accedervi le lavoratrici dipendenti, ad eccezione delle domestiche, e le lavoratrici autonome, categorie che in passato spesso restavano escluse dai sostegni di questo tipo. Per accedere al beneficio, il reddito annuo da lavoro non deve superare i 40.000 euro, e l’importo massimo percepibile è di 480 euro annui.

Le nuove regole stabiliscono che il bonus spetta alle madri con almeno due figli. Il più piccolo non deve aver superato i dieci anni. Possono beneficiarne anche le madri con tre figli, a condizione che il più giovane non abbia ancora compiuto diciotto anni e che il contratto sia autonomo o a tempo determinato. In questo modo la misura copre una fascia più ampia di beneficiarie e riconosce le diverse forme di lavoro presenti sul mercato.

Per le madri con tre figli e contratto a tempo indeterminato restano invece in vigore le regole già introdotte nel 2024, con l’esonero contributivo fino a 3.000 euro annui.

Come funziona il bonus

Novità anche dal punto di vista economico: nel 2025 il bonus mamme sarà pari a 40 euro per ogni mese effettivamente lavorato, fino a un massimo di 480 euro annui. L’importo viene corrisposto in un’unica soluzione a fine anno e, cosa importante, è completamente detassato, quindi entra netto in busta paga.

Questa modalità permette alle lavoratrici di ricevere un sostegno proporzionato ai mesi di lavoro effettivamente svolti, semplificando la gestione del bonus sia per loro che per i datori di lavoro e garantendo un aiuto concreto per conciliare lavoro e vita familiare. “Si parla sempre più spesso di work-life balance e le aziende stipulano accordi integrativi per migliorarlo, cercando di coinvolgere entrambi i genitori. Il rischio, altrimenti, è che il carico familiare resti sulle sole donne, con conseguenti discriminazioni sul lavoro” spiega Monica Melani.

Come ricevere il bonus

Il bonus coinvolge direttamente anche le aziende, che avranno un ruolo operativo fondamentale nella gestione del contributo. Perché le lavoratrici possano ricevere il pagamento sarà necessario attendere le istruzioni ufficiali dell’INPS.

Il procedimento dovrebbe seguire uno schema già collaudato con altri sostegni. La lavoratrice

presenta la domanda tramite il portale dell’INPS, spesso con il supporto di un patronato. L’INPS autorizza la richiesta, quindi l’azienda inserisce l’importo direttamente in busta paga. 

Come conferma anche Melani, “i datori di lavoro procedono in busta sulla base della domanda ricevuta tramite il portale”.

Per le imprese, al momento, la fase è sostanzialmente di attesa. Non ci sono ancora istruzioni

definitive su date precise o procedure dettagliate. Tuttavia, è consigliabile iniziare a prepararsi, informando i team HR e le dipendenti interessate, valutando eventuali aggiornamenti dei sistemi gestionali e programmando le attività di comunicazione interna.

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