Come gestire un team efficacemente in un minuto: “The one minute manager”

Un minuto come unità di misura per gestire un team efficacemente. Su questo apparente paradosso si basa il famoso libro di management, “The one minute manager” scritto da Spencer Johnson e Kenneth Blanchard che insistono sul concetto di concisione e chiarezza che deve informare l’agire di un manager.

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Può bastare un minuto per definire e condividere gli obiettivi, uno per fare i complimenti per un buon lavoro, uno per correggere.  Secondo la tesi degli autori non solo basta, ma è alla base della reale efficacia ed efficenza di un manager.

One Minute Manager è il titolo di questo classico, che coerentemente con quanto professato, si legge molto velocemente ed è estremamente chiaro.

La prima edizione risale al 1982 e , come affermano gli stessi autori, all’epoca veniva utilizzato per migliore la produttività ed il profitto. A distanza di tempo lo stesso testo viene utilizzato perché le persone desiderano essere trattate in maniera onesta e giusta e vedere apprezzato il proprio lavoro.

 

I tre segreti per gestire un team efficacemente

Ci sono tre segreti, affermano gli autori, per diventare un one minute manager:

  1. one minute goal: fissare obiettivi che possano essere condivisi e compresi in un minuto
  2. one minute prising: apprezzare il lavoro dei collaboratori con un feedback che duri non più di un minuto
  3. one minute reprimand: correggere gli errori dei collaboratori con un feedback che duri non più di un minuto

Gestire un team tenendo presente queste indicazioni costringe in prima battuta il manager ad aver ben chiaro a se stesso cosa voglia dai propri collaboratori e quindi trasmetterlo in maniera altrettanto chiara. La brevità non è fine a se stessa, ma è la misura per valutare la comprensibilità e trasmissibilità di un  l’obiettivo.

250 parole in tutto devono descrivere l’obiettivo e quotidianamente ognuno deve dedicare un minuto per rileggerlo e a verificare se il suo comportamento è in linea con esso.

La riunione settimanale è l’occasione per condividere i  risultati e approntare le necessarie correzioni. E’ necessario l’allineamento sugli obiettivi comuni e sulle azioni per raggiungerli.

 

Dare un feedback in un minuto

Allo stesso modo dare un feedback in un solo minuto costringe a focalizzare l’intervento su un fatto, un comportamento ben specifico, che è quello che si vuole rinforzare o scoraggiare. Farlo stare in un minuto significa circostanziare il discorso e consente di dare un feedback ogni qualvolta sia necessario e auspicabile. Il performance review ha già qui i suoi principi, che oggi vengono ripresi dopo anni di valutazioni di fine anno, quando si accumulano fatti, comportamenti e risultati difficili da ricostruire e quindi da trasformare in buone prassi.

Per veder migliorare le performance delle persone, infatti, è necessario essere presenti e restituire loro un feedback in tempi strettissimi, pena la perdita dell’efficacia. Si correggono i comportamenti, si lodano le persone e se si devono fare contemporaneamente le due cose, prima si corregge e poi si loda, perché questo incoraggia la persona, che si allontana dal momento del feedback con  una buona opinione di se stessa.

Non a caso il libro inizia con una citazione: “People who feel good about themselves produce good results!”

Gestire  un team efficacemente significa prendersi cura delle persone, farle crescere sino a portarle ad un livello in cui possono muoversi in autonomia mantenendo l’interdipendenza, che sta alla base di un tessuto organizzativo sano e produttivo.

I talenti di cui oggi si parla così tanto sono spesso diamanti grezzi, che bisogna essere abili tanto a trovare quanto a trasformare i pietre splendenti. L’one minute manager è quindi un talent scout, ma soprattutto un talent developer: basta meno di un minuto per distruggere, ma una somma di minuti tira fuori il meglio da ogni persona.

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