Dalle fiere ai campus: come intercettare i talenti del futuro

Quali sono le strategie più efficaci per sfruttare le fiere del lavoro e le collaborazioni con università e master per attrarre giovani talenti? Come si crea un employer branding efficace con gli eventi ma anche con il supporto del welfare, e come si costruiscono relazioni solide con i potenziali candidati? Lo abbiamo chiesto agli addetti ai lavori

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, attrarre giovani talenti non è solo una questione di selezione, ma di costruzione di relazioni, identità e valori condivisi. Per questo, le fiere del lavoro, le partnership con università e master e le borse di studio sono strumenti chiave per costruire un employer branding autentico, efficace e duraturo.

Università e job fair: il primo contatto conta

Le fiere del lavoro e le collaborazioni con gli atenei – e in certi casi, anche con licei e istituti tecnici – sono oggi un punto d’incontro fondamentale tra domanda e offerta. Per le aziende rappresentano un’occasione per parlare direttamente ai giovani, presentandosi non solo come potenziali datori di lavoro, ma come vere e proprie “community” in cui crescere professionalmente e personalmente. Le realtà più strutturate non si limitano a raccogliere curriculum, ma partecipano attivamente a workshop, seminari e laboratori, offrendo momenti di mentoring, testimonianze aziendali e simulazioni di colloqui.

Questa vicinanza, oltre a generare fiducia, permette ai futuri candidati di conoscere valori, cultura e progetti dell’azienda, ben prima di inviare una candidatura. Inoltre, il coinvolgimento diretto con gli studenti, soprattutto nei master professionalizzanti e nei corsi Stem, consente di attrarre profili altamente qualificati, con una chiara visione del proprio percorso.

Partecipare alle fiere del lavoro con uno stand curato e un team aziendale coinvolto – testimonia Alessandra Laurenza, Head of People & Culture Italy, UK, France, Usa e Albania di Akeron – permette di trasmettere la cultura e i valori dell’azienda in modo autentico. Le collaborazioni con università e master, invece, vanno costruite nel tempo, proponendo progetti concreti, testimonianze aziendali e percorsi di stage di qualità. La chiave è offrire esperienze formative che facciano percepire il valore della nostra realtà ai giovani in cerca di un ambiente stimolante e in cui crescere”.

Come creare valore (e relazioni) con gli eventi

Un employer branding efficace nasce dunque da iniziative coerenti e credibili, che parlano davvero ai candidati. In questo contesto, le aziende vincenti puntano su alcuni elementi-chiave, primo fra tutti la scelta di eventi mirati: non basta infatti partecipare a tutte le fiere, ma serve selezionare quelle più in linea con i propri obiettivi strategici. 

Un employer branding efficace nasce dalla coerenza tra ciò che l’azienda racconta e ciò che realmente offre – spiega Laurenza –. Negli eventi è fondamentale mostrare il lato umano dell’impresa: coinvolgere dipendenti motivati, condividere storie di crescita interna, parlare dei progetti con passione”.

Un altro step sicuramente utile, quindi, è quello di attivare ambassador aziendali: giovani dipendenti, ex stagisti, tutor di progetto che possano raccontare esperienze reali, umane e ispiranti. E proprio il racconto di valori, di opportunità, dell’identità aziendale e di storie autentiche, deve diventare il focus di uno storytelling in grado di coinvolgere.

Da non trascurare il dopo evento: il contatto con uno studente non deve finire dopo la visita allo stand; al primo incontro devono seguire contenuti, newsletter, o proposte di partecipazione a programmi di stage o tirocini. Solo così si riuscirà a instaurare una relazione duratura: “Per costruire relazioni solide serve continuità: mantenere i contatti, offrire feedback post-evento, coinvolgere i candidati in community o iniziative aziendali anche dopo il primo incontro” conclude Laurenza.

Il welfare come strategia di talento

Un altro ambito sicuramente vincente nell’avvicinare e attrarre nuovi talenti è quello delle borse di studio fondate sul merito e sull’equità: al di là del sostegno economico, infatti, si rafforza il legame tra azienda e famiglie, si dimostra coerenza tra ciò che si promette e ciò che si offre, si alimenta un senso di appartenenza e si lancia un messaggio forte ai giovani: ‘qui il tuo talento conta’. 

Come afferma Claudio Levorato, presidente di Rekeep S.p.A. – l’azienda, con il progetto KeepCare School, giunto alla sua XV edizione, nel 2025 ha conferito 419 borse di studio a studenti meritevoli, figli e figlie di dipendenti – “Le borse di studio sono il simbolo di un’identità aziendale basata su inclusione e valorizzazione del potenziale, nonché della solidarietà tra generazioni: un impegno verso chi ancora studia da parte di chi ha già costruito il proprio futuro. Un messaggio forte, che racconta chi siamo e dove vogliamo andare”.

 

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