Lingue e tecnologie applicate: ecco il liceo di Confindustria Emilia

A settembre suona la campanella per i primi 26 alunni del liceo Steam (Science technology engineering arts e mathematics), promosso dall’associazione degli industriali per valorizzare la cultura tecnica, senza tralasciare gli ambiti umanistici e creativi. Un passo ulteriore verso la riduzione del mismatch di competenze.

Liceo-confindustria

Un passo ulteriore per ridurre il mismatch tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle che offre il sistema formativo, ma senza tralasciare il ruolo delle materie umanistiche. Il passo in avanti l’ha fatto Confindustria Emilia, che si è fatta il “suo” liceo: 26 posti per il primo anno, la campanella suona a inizio settembre di quest’anno, moltissime richieste, corsi già sold out (gli ammessi sono 17 ragazzi e nove ragazze) e idee in campo per allargare ulteriormente la platea di ammessi e ridurre il costo delle rette già dall’anno prossimo.

La novità è l’intervento del privato nell’ambito della scuola superiore: il rapporto tra imprese e università o ITS è consolidato da tempo, il rapporto con la scuola superiore era pressochè limitato a istituti tecnici specializzati, per singoli corsi, o a progetti di alternanza scuola-lavoro.

Steam

Quello di Confindustria Emilia è un vero e proprio liceo: quattro anni per arrivare al diploma, metà delle materie in inglese (alla fine si esce con la certificazione A-Level Cambridge international), ma anche arte, filosofia e musica accanto a robotica, scienze e tecnologica. Per 34 ore alla settimana e un totale di 1.224 ore di scuola all’anno. Questi gli elementi centrali del progetto del liceo delle scienze applicate, il Liceo Steam international (dove ‘Steam’ sta per “Science technology engineering arts e mathematics”).  Confindustria Emilia è socia al 90% della nuova realtà educativa, mentre il restante 10% fa capo al Centro Veronesi, che lo scorso anno ha avviato un’analoga esperienza a Rovereto. Trattandosi di una scuola privata, la frequenza prevede una retta: 6.000 euro l’anno, ma sono previste diverse borse di studio.

Piano studi

Il piano di studi prevede 13 ore di scienze (biologia, chimica, fisica) e tecnologie (design, robotica, ict), dalle quattro alle cinque ore di matematica, un pacchetto complessivo di sei ore di “arte e scienze umane”, ritenute altrettanto importanti per lo sviluppo del pensiero, e 12 ore per l’area denominata “language and performances” (italiano, inglese, musica-teatro, media digitali, sport). L’orario non è rigido, ma modulabile a seconda delle attività da svolgere è  l’alternanza scuola-lavoro sarà uno dei cardini del progetto.

Cultura tecnica

Dopo aver molto insistito sulla necessità di promuovere la cultura tecnica e lanciato l’idea di uscire dal recinto dell’istruzione professionale, spesso non presa in considerazione da buona parte delle famiglie, Confindustria ha fatto la sua mossa, investendo nel progetto tra i 350.000 e i 500.000 euro. “Si può perdere tempo per criticare, ma c’è anche il momento in cui bisogna costruire. Le materie tecniche sono importanti, ma anche il modo in cui ci si relaziona. Partiamo da Bologna, ma non ci fermeremo a questo territorio. Speriamo che questa esperienza faccia da modello per altre iniziative”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.

Università

I rapporti tra imprese e università sono invece consolidati nel tempo. Le realtà più avanzate, sempre a caccia di talenti, hanno bisogno di figure professionali super qualificate. Uno dei progetti più avanzati di collaborazione tra imprese e università è quello di Avio Areo (Technology development community), riguarda sia corsi di laurea sia attività di ricerca.

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