Near Miss: quando l’incidente non accade ma parla chiaro
Near Miss e sicurezza sul lavoro: cosa sono e come la funzione HR può promuovere un ambiente di lavoro più sicuro e partecipativo

Inciampi, scivoloni, distrazioni. A volte bastano pochi centimetri per evitare un incidente, per fortuna. Quella “quasi-caduta”, quel gesto “sfiorato”, sono i cosiddetti Near Miss, e rappresentano un prezioso campanello d’allarme per chi si occupa di sicurezza sul lavoro: e in questo contesto la funzione HR può giocare un ruolo chiave promuovendo una cultura della segnalazione e coinvolgendo le persone in un percorso di prevenzione attiva.
Ne abbiamo parlato con Camilla Buttà, Chief Sustainability Officer di Vector S.p.A, per capire come trasformare questi eventi in strumenti concreti di prevenzione.
Cosa sono i Near Miss
Secondo l’Occupational Safety and Health Administration (OSHA), un Near Miss è un incidente in cui non si è verificato alcun danno materiale e non ci sono stati infortuni personali, ma dove, con un leggero cambiamento di tempo o posizione, il danno o l’infortunio avrebbero potuto facilmente verificarsi.
Pensiamo a un lavoratore che evita per un soffio di essere colpito da un oggetto cadente, o a un piccolo scivolone senza conseguenze gravi. Episodi che, anche se non causano danni immediati, si trasformano in segnali preziosi in tema di sicurezza sul lavoro: raccontano delle situazioni di rischio che meritano attenzione e correzione.
Spesso, però, i Near Miss vengono ignorati proprio perché non provocano danni immediati. Ma, come spiega Camilla Buttà, la segnalazione di questi episodi è utile alla prevenzione di incidenti potenziali: “Capita che qualcuno noti una pavimentazione sconnessa e riesca a evitarla, ma la persona che arriva dopo, distratta o di fretta, potrebbe inciampare. Anche se non c’è stato un incidente, è fondamentale segnalare quella situazione: perché poteva succedere qualcosa, e la prossima volta potrebbe andare diversamente”.
Il ruolo degli HR nella gestione dei Near Miss
I Near Miss sono riconosciuti ufficialmente come strumenti fondamentali per migliorare la sicurezza sul lavoro: la norma UNI ISO 45001:2018 invita le aziende a considerarli come segnali da non sottovalutare, e la procedura INAIL per la loro segnalazione sottolinea quanto sia importante raccoglierli e analizzarli con metodo per prevenire incidenti reali.
Ma perché tutto questo funzioni davvero, è fondamentale il coinvolgimento del team HR per favorire una vera e propria cultura della segnalazione: “Bisogna superare l’idea del ‘per fortuna non è successo nulla’: se c’è stato un rischio, va considerato. L’HR può lavorare per creare un contesto dove le persone si sentono libere di segnalare un pericolo senza temere giudizi o conseguenze. “Spesso chi sta per avere un incidente pensa di aver sbagliato, o peggio, ha paura di passare per un lavoratore disattento. Ma segnalare un Near Miss non è un’accusa, è un gesto di responsabilità collettiva“, spiega Camilla Buttà.
Ma non solo: i lavoratori, oltre a doversi sentire liberi di segnalare, devono poter essere in grado di riconoscere un Near Miss. Ed è qui che entra in gioco un altro aspetto centrale: la formazione.
“Riconoscere un Near Miss non è scontato. Se inciampi, magari pensi solo di essere stato distratto. Se scivoli ma ti riprendi, non ti viene in mente che poteva essere un incidente. Per questo la formazione è fondamentale: aiuta a cambiare prospettiva. Piccole cose come un chiodo sporgente, una scala ghiacciata, un gradino rotto vanno segnalate, anche se non ci si è fatti male”, spiega Camilla Buttà, che concentra il tema anche sull’allenamento collettivo: “Serve allenare uno sguardo attento e consapevole. Avere quella ‘lampadina accesa’ che ti fa dire: attenzione, qui qualcuno potrebbe farsi male”.
Tuttavia, perché questo approccio funzioni davvero, è importante calare il concetto nella realtà specifica di ogni ambiente lavorativo. Spesso i messaggi teorici rischiano di rimanere distanti dalle situazioni quotidiane: chi lavora al computer ha percezioni e modalità diverse rispetto a chi si muove tra muletti e bancali in magazzino. La chiave sta nel tradurre la teoria in pratica, adattando la comunicazione ai vari settori e promuovendo momenti di confronto diretti e concreti.
La collaborazione tra HR e team HSE
Per trasformare il tema dei Near Miss in uno strumento concreto di prevenzione, serve un’azione di squadra e, in questo senso, la funzione HR può essere il punto di connessione tra reparti, facilitando una cultura del dialogo, della trasparenza e del miglioramento continuo.
“È importante che la funzione HR lavori in sinergia con HSE”, spiega Camilla Buttà. La collaborazione si traduce poi anche nell’uso strategico dei dati raccolti: le survey interne e i momenti di ascolto diventano materiale prezioso da portare all’attenzione di chi prende decisioni operative.
Ma non basta una comunicazione formale: è utile mantenere viva l’attenzione sul tema anche nei colloqui individuali, ricordando attivamente alle persone che possono (e devono) segnalare eventuali criticità. In questo senso, l’HR può prevedere spazi dedicati alla raccolta di feedback anche fuori dai classici questionari annuali. “Noi, ad esempio, facciamo formazione sui Near Miss insieme a HSE e ai manager. Quando dobbiamo organizzare un momento formativo, c’è consapevolezza, squadra, obiettivi condivisi”.
E proprio riferendosi alle azioni portate avanti con il team HSE, Camilla Buttà racconta quanto sia importante un confronto continuo con i dipendenti che si traduce in incontri periodici tra la responsabile HSE e il team di magazzino dedicati proprio a questo tema. Uno spazio aperto per condividere episodi reali, riflettere insieme sulle cause e rafforzare la cultura della segnalazione.
“Valorizzare questi momenti di libero confronto è fondamentale per abbattere il timore del giudizio che spesso frena la segnalazione. Creare uno spazio in cui le persone si sentano ascoltate e non giudicate rafforza la cultura della responsabilità collettiva, facendo sentire ognuno parte attiva della sicurezza aziendale” spiega ancora Camilla Buttà.
Un’altra leva è la mappatura dei Near Miss: “Utilissimo, poi, cercare strumenti per misurarli e tenerne traccia, per avere chiari obiettivi di riduzione”, spiega ancora Camilla Buttà: “Una volta raccolti e analizzati, i Near Miss permettono all’azienda di adottare misure concrete per eliminare o mitigare il rischio alla radice”.
Un processo che richiede attenzione costante, collaborazione tra funzioni e una cultura della sicurezza condivisa, dove ogni segnalazione diventa un passo in avanti verso ambienti di lavoro più sicuri e consapevoli.