Per le aziende è il momento dell’enoughness

Che cosa vuol dire essere abbastanza e come questa parola si applica alle aziende? Come si relaziona l’enoughness con la crescita? E perché ha a che fare con la sostenibilità?

A cura di Anja Puntari, Executive Business Coach e artista

In quanto immersi in un ecosistema globale, londa durto dellimpatto che le nostre azioni hanno sul mondo, si estende molto oltre le nostre singole esistenze. Avere abbastanza significa vivere in armonia con il mondo naturale che vive fuori e dentro di noi, significa prendersi cura gli uni degli altri attraverso la responsabilità collettiva che abbiamo nei confronti del pianeta. Scoprire cosa e quanto è abbastanza è un percorso unico per ciascuno di noi e che ognuno deve trovare per se stesso”.

Con queste parole la fotografa Cristina Mittermeier introduce la sua mostra La grande saggezza, realizzata in collaborazione con il National Geographic ed esposta fino al 1° settembre 2024 alle Gallerie d’Italia di Torino: per la fotografa, in questo momento storico, essere saggi significa riconoscere il principio dell’enoughness, ovvero dell’essere e del fare abbastanza.

Per arrivare a questo concetto, Mittermeier ha svolto un lungo percorso artistico che l’ha portata a incontrare culture e tradizioni diverse, documentando la bellezza del pianeta Terra attraverso i suoi paesaggi e, soprattutto, i suoi abitanti.

La grande saggezza a cui fa riferimento la mostra, infatti, scaturisce da culture, riti e abitudini antiche, in alcuni casi ancestrali, che mettono l’enoughness al centro del pensiero. Il principio dell’abbastanza è un modo di percepire la vita e il proprio ruolo sul pianeta, comprendendo in maniera profonda l’impatto che le nostre scelte quotidiane hanno sul resto dell’ecosistema con cui interferiamo, vivendo a stretto contatto con la natura e valorizzando in maniera intrinseca ciò che siamo e ciò che abbiamo.

enoughness

È un concetto che possiamo ritrovare anche in natura: anche nelle foreste, arriva il momento in cui gli alberi smettono di crescere in altezza e cominciano ad allargare i propri tronchi. Quando sono alti abbastanza, diventano più ampi.

Il concetto di enoughness, quindi, è un concetto strettamente legato a quello della sostenibilità.

In che modo le aziende e le organizzazioni possono diventare enough? E soprattutto, possono permetterselo?

C’è intanto una distinzione da fare: essere abbastanza non significa smettere di crescere.

Proprio come gli alberi, anche per le aziende c’è un punto oltre il quale la crescita in altezza non è più unica metrica da considerare, ma diventa necessario agire sulla profondità: diventare più wise, come direbbe Cristina Mittermeier, significa capire come garantire il benessere delle persone, come fare in modo che il business non impatti in maniera negativa sul mondo circostante, come crescere in maniera organica con la crescita sostenibile del pianeta intero.

La sfida manageriale di questo tempo, quindi, prevede uno spostamento del focus dal cosa al come: coltivare la profondità in questo senso diventa il vero obiettivo.

Per farlo è necessario scardinare alcuni principi e parametri su cui negli ultimi decenni le aziende sono state valutate: il fatturato, il numero di dipendenti, i risultati. Sono dimensioni che mantengono senza dubbio una loro priorità (le aziende hanno bisogno di fatturare per continuare a vivere, quindi sarebbe controproducente promuovere uno stile che mette questi fattori in secondo piano), ma vanno contestualizzate in modo che le aziende non diventino solo più grandi, ma anche più sagge.

Per coltivare la profondità non c’è una soluzione valida per tutti i contesti e questo rende ancora più importante, per i ruoli manageriali, allenare competenze come la visione a lungo termine, la comunicazione interpersonale, l’ascolto, la capacità di gestire il cambiamento e i collaboratori; ma altrettanto rilevante è avere una buona consapevolezza dei principi ESG e del modo in cui la propria organizzazione abita le dimensioni di environment, social e governance.

Questo non significa rivoluzionare tutto, ma attuare un lavoro costante e coinvolgente sulla cultura aziendale, includendo nel processo tutte le persone che fanno parte dell’organizzazione.

Anche in questo caso, a fare la differenza non è tanto cosa si fa, ma come lo si fa. Già imparare a farlo bene può essere enough.

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