Editoria: il futuro passa dalla digital transformation

Prosegue il viaggio nei comparti dell’industria italiana per conoscere i trend dei diversi settori. Dopo aver toccato nei mesi passati il retail, l’automotive, l’energia, il farmaceutico e il food, ci occupiamo di editoria. Quali sono i principali trend del settore? Ne abbiamo parlato con Nicola Ladisa, direttore HR&O del Gruppo editoriale De Agostini e DEA Capital.

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Come va l’editoria? È uno dei settori maggiormente esposti alla digital transformation, alla ricerca di competenze nuove in grado di intercettare  nuovi bisogni e nuove modalità di fruizione dei contenuti. Un settore di cui è difficile anche tracciare i confini. Alcuni dati, a cominciare dall’editoria libraria: secondo l’Associazione Italiana degli Editori il mercato del libro nel 2018, con un fatturato di 3,170miliardi di euro, ha avuto una crescita del 2,1% sul 2017. Il libro non esaurisce tutta l’editoria. Un dato di interesse può essere quello del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC). Secondo il rapporto Agcom,  nel 2017 il SIC ha avuto un valore complessivo di 17,5 miliardi di euro,  in calo dello 0,9%rispetto al 2016.

Con Nicola Ladisa, HR&O Director Gruppo Editoriale De Agostini e Dea Capital, abbiamo provato a scattare una fotografia sui principali trend e cambiamenti in atto nel settore editoriale visti dalla prima linea di un’impresa che ha fatto la storia dell’editoria italiana e che sta affrontando attivamente il processo di digital transformation.

“Intanto una premessa, il gruppo De Agostini è molto ampio con attività internazionali, la parte editoriale è una macrolinea di business. Dal punto di vista editoriale, operiamo a livello internazionale, con uffici a Londra, Francoforte, Mosca e Giappone, in tre grandi aree di business: libri, compresa l’editoria scolastica, collezionabili e broadcasting”.

Attraverso il suo punto di osservazione ci può raccontare le trasformazioni del settore. Cominciamo dal libro.

Abbiamo un mercato in ripresa, con una crescita di volumi di circa il 4% ma le variazioni per canale sono molto differenti: crescono le catene e l’e-commerce, continua a calare la Gdo, una scommessa che non ha funzionato. C’è, inoltre, una lieve contrazione del mercato nelle librerie indipendenti. È importante anche conoscere la segmentazione del mercato: la parte fiction ha la principale quota di mercato, l’area “non fiction e varie” conta per circa il 19% del mercato, l’area bambini e ragazzi vale circa il 16% del mercato. Poi c’è l’editoria scolastica…

Che non dipende solo dal mercato…

Bisogna tenere in considerazione il quadro regolatorio e gli orientamenti del Miur. Ma in       questo ambito, l’evoluzione è nel digitale. C’è un confronto costante tra editori e Ministero per consentire un’evoluzione ragionevole dell’uso combinato carta-digitale. Conoscere la direzione è fondamentale per le imprese, per orientare gli investimenti e le strategie di recruiting. Avremo bisogno di esperti di digital marketing, di analisti dei dati o di sviluppatori di prodotti editoriali digitali e sempre meno di sviluppatori di prodotti cartacei.

I collezionabili, invece, come evolvono?

Per noi sono un qualcosa di storico e sono rivolti a due target particolari: kids e appassionati. Ovviamente parliamo di nicchie che comunque stanno all’interno di un mercato complesso che si confronta con le grandi piattaforme digitali che, con un clic, fanno arrivare a casa il prodotto in 24 ore. In queste nicchie bisogna lavorare molto sul prodotto, che deve essere attrattivo e, direi, convincere le persone ad aver pazienza anche in una fase sociale in cui si preferisce avere tutto e subito. In più bisogna avere una supply chain molto ben rodata, che deve funzionare al meglio. Noi l’abbiamo esternalizzata da anni optando per un modello organizzativo agile. Anche questo comparto è esposto alla digital transformation, principalmente nel modo di “catturare” le persone per avere più subscription: l’edicola è un canale in calo, l’online in crescita, soprattutto i social. In quest’ottica è importante avere figure professionali in grado di gestire i canali e le community di appassionati, oltre che esperti di marketing digitale e analisti dei dati.

Infine le tv.

Abbiamo canali sia sulle piattaforme pay, che sul digitale terrestre. Si rivolgono ad un target che va dal prescolare fino ai 16 anni. Poi abbiamo Alpha, un canale factual, che ci sta dando buoni risultati in termini di audience. Anche questo mondo si confronta con la pervasività della digital transformation, soprattutto per quanto riguarda le nuove modalità di fruizione dei contenuti, sempre meno lineari e multi piattaforma. In questo ambito, ad esempio, sono importanti esperti di influencer marketing.

Consiglierebbe ad un giovane di costruirsi una carriera nell’editoria?

Sì, sia per ragioni emozionali che razionali. Provengo da esperienze hr del mondo manifatturiero o consumer, arrivando in De Agostini ho respirato giorno dopo giorno quel qualcosa di magico fatto di innovazione, sviluppo di nuovi prodotti e background culturale di primo livello. È sicuramente un ambiente lavorativo di grande attrattività per un giovane, il top per un ragazzo che ha fatto studi umanistici. Razionalmente: certo ci sono settori di maggiore robustezza, ma rispetto alle difficoltà del passato, il mondo dell’editoria è in una situazione completamente diversa.

Quali sono le qualità che cerca in un giovane che vuole entrare in De Agostini?

Siamo un’azienda aperta ai Millennials, perchè sono agenti di cambiamento grazie a capabilities proprie della loro generazione. Innanzitutto l’agilità, l’essere socialmente connessi e l’avere la capacità di orientarsi all’interno della vastità di informazioni e di saperle analizzare. Per non parlare dell’uso dei device: noi della generazione precedente abbiamo dovuto adattarci, loro sono nativi digitali: per loro non sono semplici tecnologie, ma strumenti di connessione sociale. Se pensiamo a quanto il digital è importante per le nostre linee di business, abbiamo chiaro quanto è importante avere in organico nativi digitali in grado di produrre cambiamento nell’organizzazione.

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