Solo il 3% degli HR guida la digitalizzazione della propria azienda

Le divisioni HR delle imprese italiane stanno recuperando il digital divide rispetto alle best practice internazionali, ma solo il 3% dei CHRO guida le strategie di digitalizzazione della propria azienda (affidate nel 37% dei casi al Ceo, nel 19% al reparto IT). Sono i dati che emergono dall’ultima ricerca di Mercer sulla digital transformation.

digitalizzazione

Partiamo dalle buone notizie: la trasformazione digitale delle divisioni Risorse Umane delle aziende italiane è in pieno svolgimento, tanto da porre il nostro Paese a livelli europei. L’Hr Digital Transformation Index – che valuta il percorso di digitalizzazione sia della funzione HR che dell’organizzazione aziendale nel complesso – pone l’Italia a 3,44 punti su una scala da 1 a 5, contro una media europea del 3,47. La maturità, però, è ancora lontana: solo l’1% delle aziende ritiene di aver concluso il processo, mentre 6 su 10 dichiarano di essere nel pieno dell’iter di trasformazione.

A dirlo è l’ultima survey di Mercer, “Benchmarking HR Digital 2019: Still Transforming or Already Performing?“, che ha intervistato 607 HR Manager a livello europeo – di cui 120 sul territorio italiano – con l’obiettivo di indagare il livello di maturità delle organizzazioni rispetto al fenomeno della trasformazione digitale e di determinare il reale contributo fornito dalle risorse umane nel più ampio percorso di digitalizzazione del business.

Il valore della strategia

Le aziende italiane risultano particolarmente indietro sull’armonizzazione del processo di trasformazione: se è vero che la digitalizzazione è un elemento di disruption per differenti aree e processi aziendali, è vero anche che non si può prescindere da una strategia. Eppure, solo in 1 caso su 2 (56%) la Digital Strategy risulta agganciata alla Corporate Strategy, evidenziando la difficoltà di interpretare la trasformazione digitale come un fattore endogeno dell’evoluzione aziendale, anziché come un fattore esogeno limitato a specifiche aree.

Ancora più grave è la situazione quando si parla di HR Technologies, ambito su cui sono generalmente allocate dimensioni rilevanti di budget: in Italia solo 1 rispondente su 3 (32%) dichiara di avere una strategia HR Tech ancorata alla strategia complessiva di business.

Chi guida la digital trasformation

Comune a tutti i Paesi della rilevazione è il ruolo minoritario giocato dalle Hr nell’indirizzare il processo di trasformazione. Benché gestiscano l’asset principale di ogni organizzazione, ovvero le persone, i dipartimenti Risorse Umane rappresentano un attore molto marginale per la digital trasformation, sia a livello italiano, sia a livello europeo (rispettivamente 2% e 4%). Il “motore” più importante di trasformazione digitale è infatti rappresentato dal Top Management (39% in Europa, 37% in Italia), seguito dai dipartimenti IT, soprattutto a livello italiano (19%, rispetto al 13% a livello europeo) e in particolar modo nelle organizzazioni in cui l’IT ha una forte vicinanza al business. Un fenomeno che non stupisce se consideriamo che, a livello nazionale, la trasformazione digitale delle funzioni “di staff” mostra risultati più cauti rispetto a quelli rilevabili nelle funzioni “core”, ponendo le HR come interlocutori più distanti di altri dalle esigenze e dal linguaggio delle proprie controparti di business.

Dal cloud all’employee experience

La funzione delle risorse umane oggi ha una sfida molto più importante delle altre, perché deve raccogliere il dato, analizzarlo e utilizzarlo per prendere decisioni.

Sebbene il macro-trend di migrazione verso le soluzioni cloud sia ormai una prassi, in ambito HR stenta ancora a decollare, impattando sulla possibilità di disporre di dati centralizzati, certificati e facilmente accessibili. Gran parte delle tecnologie, oggi, servono per la digitalizzazione dei processi di recruiting o per fare valutazione delle performance, mentre solo il 35% delle aziende possiede una base di dati unica del capitale umano. Il trend, tuttavia, non può essere trascurato dalle organizzazioni che intendono competere adeguatamente sulla dimensione dell’employee experience, poiché questa strategia è l’unica capace di abilitare l’offerta di servizi sempre nuovi e innovativi alle proprie persone.

Dove la digitalizzazione ha preso piede – ovvero nelle organizzazioni con il maggiore indice di maturità digitale – lo sforzo delle risorse umane nella gestione delle attività amministrative è del 20% in meno. Un 20% che può essere ricollocato e dirottato su attività a maggior valore per l’azienda e per la persona (come i servizi di talent & development).

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