Le fratture nel mondo del lavoro tra Nord e Sud Europa

Un’indagine realizzata da Demos&Pi e Fondazione Unipolis per indagare il tema della percezione sociale della sicurezza: da un lato incertezza e pessimismo, dall’altro ottimismo per il futuro. Gli italiani si sentono garantiti sul lavoro ma temono per la pensione e di non avere abbastanza soldi per vivere

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Di cosa hanno paura gli italiani? O meglio di cosa hanno paura i lavoratori italiani? Sicuramente non dei temi al centro della rappresentazione mediatica (una volta si sarebbe detto “il teatrino della politica”) dell’Italia del 2019. I lavoratori sono preoccupati della pensione,  dalle competenze, della precarietà, da una frattura profonda tra Nord e Sud dell’Europa e interna al mercato del lavoro italiano fatto di lavoro stabile e lavoro “instabile”, con molti italiani che si sentono “garantiti”. Sono i principali elementi che emergono dall’undicesimo Rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Fondazione Unipolis per indagare il tema della percezione sociale della sicurezza.

Italia

In Italia l’insicurezza globale preoccupa 3 persone su 4 e rappresenta la principale paura (75%). Al secondo posto – secondo i dati del rapporto – c’è l’incertezza economica che inquieta oltre metà dei cittadini (62%). Infine, la criminalità – soprattutto “organizzata” – che preoccupa quasi 4 persone su 10 (38%, con una rilevanza sensibilmente inferiore rispetto alle due precedenti). L’insicurezza assoluta (26%) però, che somma le tre principali insicurezze (globale, economica e legata alla criminalità), si attenua di tre punti rispetto al 2017.

Economica

In relazione all’insicurezza economica, emerge che il 62% degli italiani che afferma di sentirsi frequentemente preoccupato di perdere la solidità delle certezze legate agli aspetti economici della quotidianità. Hanno paura di non avere o perdere la pensione (37%), di non avere abbastanza soldi per vivere(36%) e di perdere il lavoro(34%). L’incertezza economica colpisce soprattutto le fasce di età intermedia, il cui livello di preoccupazione si attesta intorno al 70% (contro il 62% della media). Considerando il profilo professionale, il sentimento di preoccupazione tocca i massimi livelli tra gli operai e le casalinghe (81%), oltre ai disoccupati (76%).

Le fratture

Per la prima volta è stata realizzata un’inchiesta campionaria in sei Paesi europei dedicata al tema del lavoro (qui una infografica sintetica). Dai  dati emerge una distinzione Nord-Sud, con i Paesi mediterranei, Italia e Francia, insieme all’Ungheria, caratterizzati da indici di insicurezza maggiori.  Viceversa in Germania, Gran Bretagna e Olanda si riscontra un livello più elevato di soddisfazione economica in materia di opportunità di lavoro.In Italia, Francia e Ungheria il grado di soddisfazione per le performance economiche coinvolge una parte minoritaria della popolazione: 36% in Ungheria, poco meno del 30% in Italia e Francia. Si sale al 48% nel Regno Unito e si supera la quota di sei persone su dieci in Germania (61%) e Olanda (67%). La rilevazione mette in risalto un’altra frattura interna al mercato del lavoro legata al modo in cui gli intervistati descrivono la propria condizione: le posizioni “garantite”e le altre forme più intermittenti, atipiche di occupazione. In Italia, come in Olanda e Germania, si registrano le percentuali più alte – superiori al 50% – di coloro che si sentono garantiti.

Competenze

La ricerca ha un focus sulle competenze e su come i lavoratori considerano le proprie skill. In Italia sono il 27% coloro che ritengono la propria preparazione all’altezza del mercato del lavoro, che vedono come ricco di opportunità: in misura superiore alla media soprattutto tra gli uomini, nelle fasce di età inferiore ai 45 anni e tra le persone con titolo di studio universitario, spesso impiegati in posizioni intellettuali. In generale, essi emergono come i meno preoccupati di fronte ai fenomeni connessi alla globalizzazione e all’introduzione delle nuove tecnologie.

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