I macro-trend di domani protagonisti a Verona nella nuova edizione del Festival del Futuro

Dal 24 al 26 novembre torna a Verona il Festival del Futuro, promosso dalla piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d’Impresa e da Harvard Business Review Italia. Tre giorni di previsioni, confronti e dibattiti con oltre 60 esperti, per discutere di tecnologia, economia, finanza, lavoro, società, sanità, geopolitica, alimentazione, energia e ambiente. Abbiamo chiesto a Enrico Sassoon, direttore di Harvard Business Review Italia e direttore scientifico del Festival, di darci qualche anticipazione sui macrotrend relativi al mondo del lavoro e alle risorse umane.

Enrico Sassoon

È giunto alla quarta edizione, il Festival del Futuro, l’incontro che si svolgerà in formula ibrida a fine novembre nelle sale della Gran Guardia di Verona. Preceduto da due incontri preparatori a Brescia e Vicenza, il Festival è una tre giorni di studio e analisi delle diverse tematiche attuali che andranno a impattare sui grandi trend dei prossimi anni, dall’economia alla tecnologia, dalle materie prime all’energia, dalla sanità alla geopolitica. «Punto di partenza, come sempre, saranno i risultati dello studio annuale pubblicato sul Rapporto Macrotrends di Harvard Business Review – spiega Enrico Sassoon, direttore di HBR Italia e direttore scientifico del Festival –, strumento fondamentale per i decision maker d’azienda».

Se dunque le tematiche abbracceranno i principali temi dello sviluppo a tuttotondo, sicuramente «Nell’edizione 2022 avranno maggior rilievo la politica estera – prosegue Sassoon –, poiché il conflitto russo-ucraino sta cambiando l’assetto mondiale, a iniziare dall’approvvigionamento delle materie prime e dalla gestione delle scorte energetiche; la lotta al cambiamento climatico, che ha purtroppo subito una battuta d’arresto; la tecnologia, l’economia e la finanza, caratterizzata da un cambiamento piuttosto importante nel mondo delle banche».

Se al Festival prenderanno parte circa 60 esperti, lunghissimo è l’elenco delle istituzioni presenti: «La Commissione Europea patrocina l’evento dall’inizio e per questa edizione la collaborazione si è fatta ancora più stretta – spiega il direttore scientifico –; ci sono poi i rappresentanti della presidenza del Consiglio, del Ministero della Transizione Ecologica, di quello dell’agricoltura, dell’Istituto Italiano della Tecnologia e dell’Asvis (acronimo di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ndr); presenti anche numerose università, da Bocconi al Politecnico, dalla Luiss a Oxford Economics. Un pool più che autorevole, che lavora con noi sia per selezionare i temi sia per dare un imprimatur scientifico alla manifestazione: con loro costituiamo i panel e scegliamo tematiche e speaker».

Oltre allo scopo divulgativo e di confronto, il festival ha anche una funzione collaterale di matching tra i grandi investitori stranieri e le start-up italiane più innovative, che trovano un ambiente favorevole per dialogare tra loro.

Qualche anticipazione…

Andando nello specifico del mondo del lavoro e delle risorse umane, sono molteplici i fattori che ne influenzeranno trend e andamenti: «Il tema dell’hybrid work sarà cruciale – afferma Sassoon –perché sta cambiando non solo i rapporti tra aziende e lavoratori, ma anche le organizzazioni stesse: stiamo assistendo a un cambio di mentalità e di orientamento, soprattutto delle nuove generazioni. Si sta modificando anche l’atteggiamento delle persone nei confronti del lavoro e ancora non è chiaro cosa succederà. Anche la longevità è un elemento del quale tener conto: cosa comporta nelle dinamiche sociali e lavorative – ma anche in quelle finanziarie, previdenziali e dei consumi – un’aspettativa di vita più alta? E quale ruolo dovrà avere la formazione continua? E poi, ancora, il nodo energia-materie prime: sia a causa della guerra, sia a causa degli ultimi trend, si sta profilando la possibilità di una crisi che modificherà – probabilmente – le nostre abitudini; infine bisogna fare chiarezza anche nell’ambito tecnologico, con l’avvento del metaverso e con lo sviluppo del web 3.0 e la diffusione di block chain e monete virtuali» conclude Sassoon.

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