Il benessere non è più un optional

Secondo il report Gympass State of Work Life Wellness 2024 di Gympass, il benessere si presenta oramai come elemento non negoziabile per i lavoratori, con il 93% che afferma che il benessere sul lavoro è importante tanto quanto il salario in busta paga. Le persone cercano ambienti che consentano loro di essere produttivi in un contesto attento all’individuo e al suo benessere.

Welfare

La conclusione più importante del report è che l’importanza del benessere è cresciuta a tal punto da diventare un elemento non negoziabile per i dipendenti” – esordisce Cesar Carvalho, il CEO and co-founder di Gympass che per la prima volta ha visitato le sedi italiane. 

Un approccio olistico al benessere 

Si evidenzia il wellbeing è fondamentale per condurre una buona vita, ma va ben oltre l’individuo e si sta confermando la correlazione innegabile tra benessere, produttività e soddisfazione dei dipendenti. Il rapporto analizza il benessere del lavoro in tutte e otto le dimensioni del benessere, rivelando che la ricerca dell’integrazione tra vita e lavoro mostra ancora delle lacune. I risultati ci dicono che il benessere è non considerato una piacevole aggiunta ai fattori della motivazione, bensì è parte integrante: per 93% degli intervistati a livello mondiale il benessere sul lavoro è importante tanto quanto il salario. 

Le persone cercano ambienti lavorativi in cui performare bene a fronte di un approccio attento alla persona e al benessere visto declinato in modo “olistico”. 

“Con un approccio attento al wellbeing possiamo effettivamente aiutare i dipendenti a risparmiare denaro” – sottolinea Carvalho – “perché ora la palestra a cui andavano costerà il 50% in meno per loro, parlare con un coach, ora costa il 60% in meno di quanto pagherebbero. Con questi programmi aziendali le aziende attivano canali di comunicazione diretti con le persone e fanno retention”. 

La situazione in Italia 

Sempre secondo il report la forza lavoro italiana è particolarmente interessata alla salute mentale e all’engagement: per il 98% degli intervistati nel nostro paese il benessere che percepiscono dipende soprattutto dal loro benessere emotivo e dal coinvolgimento a lavoro; il benessere fisico è altrettanto importante, con il 96% della popolazione che lo correla direttamente alla propria produttività lavorativa.  

A livello internazionale, è il paese con la percentuale più alta di donne che dichiarano un buon livello di benessere (72%), che affermano che il loro benessere è migliorato dal 2022 al 2023 (90%); questo miglioramento viene ripreso anche dai lavoratori LGBTQIA+ (91%). 

L’86% dei lavoratori prenderebbe in considerazione di lasciare un’azienda che non pone attenzione al benessere dei dipendenti; mentre è il 63% la percentuale di quanti fruiscono di soluzioni di wellbeing in azienda. 

Più alto rispetto alla media è il dato del 95% delle persone intervistate che indica che il benessere a lavoro pesa tanto quanto il salario.   

Per Cavalho “se da una parta può essere dovuto all’impatto dell’inflazione, dall’altro si ratta di un approccio che permette alle persone di accedere a servizi con costi più bassi e riduce anche il costo potenziale di un turnover indesiderato agendo in modo preventivo sulla retention da un lato ma sulla salute effettiva delle persone”. 

Le 8 dimensioni del benessere in Italia 

Di seguito i risultati del report in relazione all’impatto del benessere sulla produttività in Italia rispetto alla 8 dimensioni 

  • Occupazionale → L’86% dei lavoratori afferma di essere felice di lavorare presso la loro attuale azienda. 
  • Fisico → Il 97% dei lavoratori afferma che il loro benessere fisico influisce sulla loro produttività lavorativa. 
  • Emozionale → Il 98% dei lavoratori afferma che il loro benessere emotivo influisce sulla loro produttività. 
  • Intellettuale → Il 96% delle persone afferma che la loro produttività sul lavoro è influenzata dal grado di coinvolgimento nei compiti lavorativi. 
  • Ambientale → Il 96% delle persone afferma che il benessere ambientale sul luogo di lavoro influisce sulla loro produttività. 
  • Spiritualità → L’83% afferma che il loro benessere spirituale influisce sulla loro produttività sul lavoro. 
  • Finanziario → Il 64% delle persone afferma che la loro situazione finanziaria li distrae dal lavoro. 
  • Sociale → Il 63% afferma che la loro produttività sul lavoro è inferiore quando si sentono soli. 

Sport e benessere: trend in crescita anche per le PMI 

Cavalho sottolinea che ogni volta un dipendente attiva uno dei programmi, di fatto si attiva un percorso di comunicazione e di ingaggio di quella persona. Il tasso di attivazione dei percorsi è il KPI più rilevante che viene monitorato e che rappresenta nel complesso anche il successo delle azioni tattiche di una direzione HR. 

Da questo punto di vista le PMI non rischiano di rimanere indietro e nelle statistiche a disposizione stanno al passo con le grandi grazie ad un alleato fondamentale: la tecnologia che mette a disposizione soluzioni facilmente scalabili e attivabili senza un particolare investimento. 

Inoltre, da settembre 2023, momento in cui in Italia lo sport è entrato a pieno diritto nella costituzione, Gympass ha notato più attenzione da parte delle aziende e da parte delle persone. 

Le prospettive future 

Cavalho osserva che già nel 2024 nelle aziende ci saranno più momenti di aggregazione e motivazione basati sullo sport e benessere, sul fare cose salutari assieme, piuttosto che su happy hours e cocktail: diventa sempre più rilevante ciò che produce un impatto positivo rispetto ad una serie di programmi con tante opzioni messe solamente a disposizione senza una rilevanza per l’ingaggio che generano. ”La nuova generazione è molto, molto concentrata su un’offerta di benefici che abbia un impatto”. 

Nel medio periodo la visione di Cavalho è quella che il benessere cresca come rilevanza culturale al punto tale diventare un elemento distintivo delle aziende tanto quanto il settore che queste rappresentato: “Stiamo lavorando per far sì che ogni azienda, oltre a essere un’azienda tecnologica o un’azienda software, si definisca anche una wellbeing company!”. 

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