Il punto sulla settimana corta

Esempi di aziende che hanno già applicato la settimana corta. Da EssilorLuxottica a Lamborghini alcune realtà industriali stanno andando in direzione della settimana da 4 giorni lavorativi, a parità di stipendio.

settimana corta

Anche in Italia alcune aziende stanno pian piano cominciando a introdurre la cosiddetta settimana corta, che a parità di stipendio prevede una riduzione da 5 a 4 giorni lavorativi. A fine 2023, infatti, sia EssilorLuxottica, l’azienda italiana leader nella produzione e nel commercio di occhiali, sia Lamborghini, tra le più importanti aziende del settore automotive, hanno scelto di diminuire le ore di lavoro, lasciando intatta la busta paga. Più o meno. 

In EssilorLuxottica la settimana lavorativa corta da lunedì a giovedì, per esempio, viene attivata su base volontaria e non come obbligo, per un periodo massimo di 20 settimane l’anno. Questa sperimentazione – frutto di accordo tra i sindacati – coinvolge circa 20mila lavoratori e lavoratrici, che dovranno però rinunciare a 5 permessi retribuiti; gli altri 15 saranno invece coperti dall’azienda, che in questo modo potrà coprire i 20 venerdì non lavorati. ExilorLuxottica prevede un costo di circa 3 milioni di euro per l’operazione, che però, secondo l’azienda, sarà compensato da un aumento dell’attività e dalla riduzione delle assenze. 

A dicembre 2023, poi, Lamborghini ha raggiunto uno storico accordo con i sindacati valido fino al 2026 per tutti i dipendenti: sarebbe la prima volta in Europa che un’industria automobilistica riduce significativamente l’orario di lavoro con aumento di stipendio. Per i sindacati, insomma, occorre lavorare meno, ma meglio. L’accordo si rivolge principalmente al personale di produzione: a una settimana lavorativa di 5 giorni ne segue una di 4 giorni per chi lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale, con una riduzione di 22 giornate lavorative all’anno. Per chi lavora su tre turni (mattina, pomeriggio e notte) dopo una settimana di 5 giorni ci sono due settimane di 4 giorni, per 31 giornate di lavoro all’anno in meno. Per il personale operaio non collegato alla produzione, invece, ci saranno 16 giorni lavorativi in meno, mentre per gli impiegati 12 giorni in meno, con la possibilità di 12 giorni di smart working al mese. È stato poi introdotto un premio di produzione pari a 4mila euro: i dipendenti Lamborghini, oltre allo stipendio previsto da CCNL, avranno una quota annuale che può arrivare fino a 16mila euro 

Nel corso del 2023, in realtà, sono state diverse le aziende che hanno in qualche modo introdotto un orario più flessibile, quando non la settimana corta. Intesa Sanpaolo ha fatto da apri-fila, dotandosi in primavera di un grande pacchetto tutto votato alla flessibilità: oltre all’introduzione della settimana corta, infatti, l’azienda ha previsto un orario flessibile di entrata e di uscita e fino a 120 giorni di smart working all’anno. 

Nel settore alimentare, invece, Lavazza nell’ultimo integrativo ha introdotto i venerdì brevi da maggio a settembre, con cui i collaboratori del Centro Direzionale vedono ridotte le proprie ore da 8 a 5, grazie a una parte dei riposi individuali previsti dal contratto nazionale. Già nel 2021, invece, Rigoni ha introdotto il venerdì breve, con uscita alle 14, grazie a 8 ore e mezzo di lavoro dal lunedì al giovedì. 

A piccoli passi, insomma, l’Italia sta cominciando ad avvicinarsi ad altri Paesi europei e non solo, come Spagna, Danimarca, Irlanda o Regno Unito, dove ha iniziato a diffondersi il movimento “4 day week global”. Per ora, comunque, lo scettro della settimana corta spetta all’Olanda, con le sue 29 ore su 4 giorni. 

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