Innovation HR, a Catania il primo hub ufficiale: CSR e strumenti innovativi nelle risorse umane sono i temi dell’incontro

IHR è la prima community che lega il mondo dell’innovazione a quello HR ed è stata ospite nella cornice degli eventi promossi da Innovation Manager Hub nell’università̀ catanese. Nell’incontro si è parlato di innovazione, nuovi paradigmi, benessere dei dipendenti e talenti femminili. Tanti interventi che sottolineano l’importanza di essere al passo con i tempi e di sperimentare nuovi approcci.

agata matarazzo

È essenziale aprire le funzioni HR all’Innovation

Se il manager dell’innovazione è il vero cardine delle aziende moderne efficienti ed efficaci, l’innovazione stessa non può non permeare gli ambiti delle Risorse Umane. Anzi, le persone sono il motore dell’impresa e l’innovazione è la benzina che dona valore.

Questo è il percorso di IHR, la prima community che lega il mondo dell’innovazione e della gestione delle persone e che ha visto il suo primo appuntamento venerdì̀ 23 giugno nell’Università degli Studi di Catania con l’evento “CSR e strumenti innovativi nel mondo HR”, promosso da IMH – Innovation Manager Hub in collaborazione di HR Link.

L’incontro si inserisce nel ciclo di eventi di IMH del palinsesto 2023: il 22 giugno, nel Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università̀ di Catania, si è svolta una discussione sulle tecnologie blockchain e su come integrarle nelle attività̀ delle aziende.

IMH è la prima piattaforma dedicata ai manager dell’innovazione che facilita lo scambio di relazioni e di contenuti specifici tra aziende, atenei e istituzioni.

Innovation HR, a Catania il primo hub ufficiale

L’evento di venerdì è stato il cuore delle attività nell’Università siciliana e ha riguardato la responsabilità̀ di impresa, cioè̀ tutte le implicazioni di natura etica che concorrono a dar vita a una visione strategica dell’azienda. Un particolare focus è stato dedicato agli strumenti innovativi di cui avvalersi nel mondo delle risorse umane e a come utilizzarli al meglio per il benessere dei dipendenti e dell’intera azienda.

Il Prof. Roberto Cellini, direttore del dipartimento Economia e Impresa dell’Università degli Studi di Catania, ha dato il suo benvenuto e ha sottolineato quanto il tema sia di vivo interesse all’interno dell’intero Ateneo, testimoniato anche dal fatto che il dipartimento di Economia e Impresa partecipa a un progetto di partenariato esteso del PNRR sull’impatto delle nuove tecnologie sulla partecipazione sociale, politica e culturale, sull’organizzazione delle imprese e sul modo del fare educazione all’imprenditorialità.

Innovare le HR è un processo essenziale per le organizzazioni che vogliono essere efficienti e sostenibili nel business e orientate al raggiungimento degli obiettivi aziendali e sociali, oggi e domani. Manuele Vailati, Ceo e fondatore di Innovation Manager Hub, e Andrea De Vecchi, Ambassador IHR & Partner SHC, hanno aperto la conferenza dialogando sul “manager dell’innovazione” e su come l’innovazione porti valore a tutti gli ambiti delle HR.

Dare concretezza all’innovazione HR con il prisma della responsabilità d’impresa

Dalle parole di Agata Matarazzo, professoressa associata dell’Università̀ di Catania e coordinatrice dell’evento è stato subito chiaro quanto la Responsabilità Sociale d’Impresa sia vicina al mondo delle HR oggi.

Raccogliere la sfida significa parlare di CSR nelle dinamiche delle risorse umane e dello sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, andando al di là di quello che sono le normative di settore per tutelare al meglio le persone. «Credo molto nei diversi processi di certificazione volontaria», ha commentato la Matarazzo. «Qualità, ambiente e sostenibilità sociale sono paradigmi per l’impresa che devono essere mutuati in tutti i settori e riguardare l’intera supply chain, per una sfida che racchiude moltissime tipologie di industrie – ognuna con la sua specializzazione – e che, in ultima istanza, racchiude tutte Italia».

Assieme a esponenti di rilievo dell’area HR, dell’Ateneo e delle istituzioni del territorio, come per esempio Giovanni Lo Faro, Area Manager Sicilia e Calabria di Gi Group SpA- Presidente AIDP Sicilia e Vice Presidente Vicario Terziario Innovativo di Confindustria Catania, si è discusso dell’impatto dell’innovazione nella gestione della sostenibilità̀ sociale, considerata un elemento essenziale per raggiungere quegli obiettivi che riguardano l’organizzazione, il soggetto economico e tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni.

Tra i vari argomenti si è parlato anche di inclusion by design e dei nuovi ruoli emergenti come elemento di innovazione. Gli strumenti innovativi partono dall’innovazione culturale.
«Consideriamo come base i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite», ha cominciato l’Ing. Ciro Alessio Strazzeri, CEO di Gruppo Strazzeri Srl Società̀ Benefit e Coordinatore della Commissione Sostenibilità̀ di Confindustria Catania. «Un modo innovativo di approccio per le imprese è proprio quello di trovare attività di beneficio comune ed investire in tal senso grazie a sistemi di gestione della D&I e della parità di genere».

Per Carmela Schillaci, professoressa ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Catania, «viviamo in un momento di grande confusione, in cui si concentrano diverse istanze: il cambiamento disruptive, l’accelerazione dovuta alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale, il concetto stesso di “open”, apertura e reciproca connessione. Tutto è incerto e complesso, ovvero vario e variabile. Ciò che però rimane stabile, anche oggi, è la necessità di collaborare: non è un caso che proprio di questi tempi ci sia un’esplosione di open innovation e di collaborazioni tra aziende, startup e studenti. La collaborazione è un win-win per tutti, l’unica forma di crescita in un mondo così incerto». Schillaci ha parlato del learning by doing, un approccio basato su apprendimenti e processi di crescita continui, che sa mettere a frutto anche gli errori commessi nel percorso (learning by mistake). I modelli tradizionali sono ormai superati in molteplici campi e, in passato, hanno spesso portato a scompensi e disuguaglianze (sociali, economiche, digitali): di qui l’assoluta importanza dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, «veri e propri comandamenti». La docente ha poi sottolineato la necessità di creare nuovi paradigmi nelle aziende e nei modelli strategici e dei talenti femminili, che possono aprire a nuovi punti di vista, a modelli manageriali differenti e a nuovi approcci, lontani dalla ricerca tradizionale e tipicamente maschile.

In che modo cambia il ruolo HR quando si è responsabili anche della parte di Social Corporate Responsability?

Michele Riccardi, Human Resources & Corporate Social Responsibility Director di Edenred, in riferimento alla responsabilità sociale delle imprese ha sintetizzato: «Sono convinto che le politiche di Responsabilità Sociale in un’impresa sono efficaci soprattutto quando le Risorse Umane giocano un ruolo centrale e non accessorio. Sono necessarie politiche efficaci di engagement delle persone perché la leva della sostenibilità è oramai un chiarissimo fattore distintivo per attrarre e trattenere i talenti di cui abbiamo bisogno per essere leader sul mercato. Per questo, la CSR by design come metodologia progettuale e l’utilizzo di piattaforme digitali di engagement sono le frontiere su cui lavoriamo per le nostre persone e per i nostri stakeholders». Politiche di CSR e politiche di attrazione di talenti vanno di pari passo, accompagnate da un buon lavoro di comunicazione interna ed esterna. Se tutto questo poi viene incastonato nel racconto del purpose aziendale, la CSR diventa così uno spazio in cui HR può essere ancora più innovativo. Sullo stesso tema ha proseguito Luca Ferrante, HR Manager di UPMC Italy/ISMETT. «Crediamo fortemente nell’innovazione: è il valore fondamentale della nostra organizzazione e questo traspare anche nella direzione HR grazie alla totale digitalizzazione dei nostri processi dall’attività di reclutamento e selezione, passando per la gestione delle prestazioni e dei talenti, fino alla valutazione del benessere dei dipendenti». Non basta, però, essere digitali per essere innovativi: occorre infatti concentrarsi su numerosi altri fattori, come una leadership forte e la employee experience, ovvero il risultato dell’interazione tra la persona e l’impresa.

Responsabilità sociale, obblighi normativi e benessere dei dipendenti

Quando si parla di responsabilità è doveroso distinguere la responsabilità sociale d’impresa e gli obblighi normativi di cui deve tener contro un HR. Chi si occupa di risorse umane, infatti, si trova a gestire le sorti delle aziende anche nei suoi momenti difficili. In queste fasi non si discute di responsabilità sociale, ma di rispetto delle norme. Non c’è quindi coincidenza fra il concetto di responsabilità sociale e mitigazione di scelte imprenditoriali che comportano impatti rilevanti sull’occupazione. La responsabilità sociale è un tema che attiene al rapporto fra l’azienda il territorio e i propri abitanti, ma è anche la capacità di occuparsi del benessere dei propri dipendenti. L’impresa, se vuole essere socialmente responsabile, deve avere la capacità di occuparsi di beni superiori che riguardino la generalità dei consociati: ecologia, sostenibilità, benessere dei propri dipendenti, attenzione al territorio. In tal senso il ruolo dell’HR diventa fondamentale. «Più la visione HR è innovativa e si occupa anche di quello che circonda l’azienda, più facilmente si alimenta il benessere reciproco. Più che di responsabilità sociale, in realtà, dovremmo parlare di interesse verso il benessere attorno alla realtà aziendale», ha sostenuto Pietro Speziale, Partner di LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners. Oggi, ha fatto notare, è cambiata la prospettiva di interesse del dipendente: il fattore economico adesso non è più così centrale come un tempo, ma si lega invece ad altri fenomeni, per esempio la non identificazione del dipendente ai valori dell’azienda o la mancata conciliazione vita-lavoro, come hanno reso chiaro le cosiddette “grandi dimissioni”. «Le più grandi aziende hanno capito che il benessere dei propri dipendenti genera valore», ha concluso Speziale.

Il progetto IHR, di cui l’incontro fa parte, è nato per affrontare al meglio le sfide che il mondo delle risorse umane deve affrontare e si configura come un vero e proprio hub degli HR innovatori. IMH e IHR diventano così una fucina di idee e un elemento prezioso per manager, HR e aziende per ottenere capacità e intuizioni necessaria a guidare al meglio l’azienda e i dipendenti.

«Innovare anche in campo HR, infatti, è essenziale per chi vuole essere credibile, efficiente e sostenibile nel business e raggiungere nel migliore dei modi gli obiettivi aziendali e sociali», ha commentato Manuele Vailati, Ceo e fondatore di Innovation Manager Hub. «IHR – ha concluso Vailati – è la casa di tutti i professionisti HR che non vogliono subire passivamente modelli e processi di innovazione, ma vogliono guidarli da protagonisti».

La registrazione dell’incontro rimane a disposizione anche su https://live.innovationmanagerhub.com

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