Intelligenza Artificiale: i tool a disposizione delle HR

Quali sono le nuove piattaforme di intelligenza digitale a supporto degli HR e cosa ne pensano i consumatori? Ecco una fotografia dei campi di applicazione dell’AI nel settore delle risorse umane, i tool a disposizione dei professionisti e i nuovi mestieri emergenti.

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Se l’intelligenza artificiale è uno dei temi più caldi e per certi aspetti più controversi di questo periodo – basti pensare al momentaneo stop del garante italiano a ChatGpt accusato di recente di violazione della privacy – è indubbio che la trasformazione digitale prospetta un cambio epocale anche nel mondo aziendale, dai business model alla gestione dello staff. Si è parlato anche di questo durante la tappa romana del 14 marzo scorso dello Smart Working Day, l’evento punto di riferimento per le tematiche legate al lavoro agile.

Ma quali sono i tool per le risorse umane e i campi di applicazione? 

L’intelligenza artificiale a supporto degli HR: i tool

Il mercato mette già a disposizione dei manager HR numerosi software basati sull’intelligenza artificiale e machine learning per diverse attività. 

Per esempio, si trovano tool per:

  • la fase di recruitment e talent acquisition
  • employee retention
  • il feedback management
  • il team management

Una delle frontiere più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale è quello dell’analisi dei dati e anche nel mondo delle risorse umane si parla sempre più spesso di People Analytics basati sull’AI per le fasi di pianificazione, ricerca e selezione. Algoritmi di AI integrati ai software permettono in particolare di velocizzare e ottimizzare le procedure di routine come lo screening e il ranking dei CV, oltre che l’organizzazione dei colloqui, automatizzando anche gli output per i candidati, per esempio attraverso chatbot in grado di rispondere ai loro eventuali dubbi e domande o fornendo feedback. 

Il machine learning utilizza l’analisi predittiva anche per ridurre al minimo il turnover dei dipendenti in ottica di employee retention. 

Secondo la ricerca “AI at work” 2021 di Oracle l’82% dei dipendenti crede che i robot saranno in grado di supportare la loro carriera meglio degli esseri umani, mentre l’85% desidera farsi supportare dalla tecnologia per definire la propria vita lavorativa. Grazie all’uso dell’AI, i tool sono in grado di fornire analisi su soddisfazione sul lavoro, assenteismo o intenzioni comportamentali, per prevedere movimenti futuri.

Inoltre, l’AI fornisce strumenti per la valutazione delle prestazioni dei dipendenti che funzionano essenzialmente grazie a sistemi basati sui dati, raccogliendo informazioni da più fonti e supportando i manager nel fornire un feedback oggettivo che può essere utile sia ai dipendenti che all’organizzazione.

Infine, tool di AI sono stati progettati al fine di automatizzare alcuni processi di team management. Per fare un esempio, la nuova versione di MS Teams potenziata con l’AI presenta diverse funzionalità come la redazione automatica degli output di una riunione, con la possibilità di etichettare gli incontri in diverse lingue così come i singoli interventi per poterne estrarre successivamente i contenuti.

AI e risorse umane, lo scenario attuale e futuro 

A tracciare una mappa dello scenario legato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo HR è stato Gianluigi Cogo, consulente e formatore in ambito innovazione e trasformazione digitale.

“L’attenzione per le intelligenze artificiali sta imponendo un necessario e radicale cambiamento degli scenari legati alla mappatura delle competenze e al successivo mansionamento delle figure professionali” ha spiegato Cogo. “Gli output che questi servizi generano necessitano di attenzionamento, verifica, controllo e ovviamente personalizzazione ai fini e per lo scopo che ogni organizzazione si prefigge. Ciò permetterebbe o permetterà in futuro di poterli inserire come morsetti (tecnicamente attraverso API, ‘Application Program Interfaces’) nei sistemi informativi aziendali al fine di gestirli, armonizzarli e controllarli, lasciando alle AI stesse il solo compito di dimostrare la propria capacità elaborativa e di sfruttamento della conoscenza massiva acquisita”. 

 

A questo punto, per Cogo, sarà scontato che il manager HR dovrà interagire sempre più con il Chief Information officer. “Per questo ruolo già immagino – ha sottolineato Cogo – un’unica figura manageriale che fonda insieme competenze tecniche e organizzative per capire come reclutare, distribuire e formare le risorse umane in grado di gestire e governare questi nuovi scenari, ma, soprattutto, orientare le interfacce applicative dei gestionali a dialogare con le AI e le nuove AI che i colossi delle Big Tech stanno già inserendo nelle loro soluzioni e che sempre più offriranno come add-on alle loro suite applicative o accesso a pagamento attraverso ulteriori API. Scenari interessanti che portano, come sempre, a un necessario upskilling, senza preconcetti, ma sicuramente ponendo attenzione e buon senso”.

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