L’intelligenza artificiale e il dettato di Asilomar: un’analisi etica sociale

Esiste un modo etico e responsabile per usare l’AI? I principi di Asilomar, un manifesto firmato nel 2017 da oltre 2300 esperti del settore, sono utili per aiutarci a capire come affrontare gli sviluppi e gli utilizzi di queste nuove tecnologie, ma restano alcuni dubbi: esiste il rischio che le diseguaglianze possano intensificarsi se il sistema non è equo? Per rispondere occorre un approccio globale e uno sviluppo tecnologico che non trascuri gli aspetti di un’etica sociale dell’AI.

L’intelligenza artificiale (AI) è un fenomeno in rapida crescita che permea oramai ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Sta rivoluzionando settori importanti come la sanità, l’istruzione, l’industria e altri ancora, cambiando radicalmente non solo il nostro modello economico, ma anche il modo in cui interagiamo e comprendiamo il mondo.  

E se da una parte sperimentiamo già i benefici e il potenziale di trasformazione dell’intelligenza artificiale, dall’altra sorgono alcune questioni etiche fondamentali che richiedono un’attenzione particolare per garantire l’uso responsabile e informato di questa tecnologia potente e in evoluzione.  

Il dibattito etico sull’intelligenza artificiale è un’area di discussione che si sviluppa da decenni e continua ad evolversi con l’avanzare della tecnologia. Questo dibattito ci spinge a riflettere sulle conseguenze morali ed etiche dell’AI e del suo impatto sulla vita umana 

L’idea di una “AI forte”, dove le macchine possano pensare e agire come gli esseri umani – o addirittura superarli in alcuni compiti – solleva interrogativi fondamentali sia sulla nostra capacità di prendere decisioni in un mondo sempre più legato all’intelligenza artificiale, sia sulla nostra capacità di prendere decisioni nel prossimo futuro.  

Un punto di riferimento importante nei dibattiti sull’etica dell’AI sono i “23 Principi di Asilomar”. A seguito di una conferenza del 2017 sugli utilizzi benefici dell’AI – organizzata ad Asilomar in California dall’Istituto Future of Life – un gruppo di 2355 ricercatori ed esperti, assieme a personalità come Stephen Hawking, ha firmato un manifesto che contiene i principi per guidare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale, sviluppando i regolamenti che ne portano il nome.  

La prima direttiva di Asilomar enfatizza il controllo umano sull’intelligenza artificiale che va utilizzata per fini costruttivi piuttosto che distruttivi, allo scopo di accrescere le capacità umane anziché sostituirle. La centralità del controllo umano sull’intelligenza artificiale evidenzia l’importanza di garantire che gli esseri umani mantengano sempre la supervisione e la responsabilità delle decisioni tecnologiche. Questo principio mira a impedire alle macchine di compiere autonomamente scelte che potrebbero avere conseguenze indesiderate o dannose per gli esseri umani, mitigando così i timori associati a una AI “autonoma” che potrebbe sfuggire al controllo umano. Tutto ciò può essere ottenuto fissando limiti chiari all’autonomia dell’AI e prevedendo il mantenimento di un efficace controllo umano su decisioni importanti o ad alto rischio.   

Il secondo principio di Asilomar prevede l’uso “costruttivo” dell’intelligenza artificiale. Ciò significa che lo sviluppo e l’applicazione dell’AI dovrebbero contribuire al benessere umano, risolvere problemi complessi e migliorare la qualità della vita. L’intelligenza artificiale non dovrebbe mai concentrarsi sulla distruzione o sulla sostituzione degli esseri umani, ma dovrebbe essere vista come uno strumento che migliora le nostre capacità e supporta le nostre attività quotidiane e professionali. Questo approccio promuove l’uso dell’AI a beneficio dell’umanità e aiuta a risolvere importanti sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà e le malattie.   

Un altro aspetto importante delle direttive di Asilomar è la valorizzazione delle capacità umane. Ciò significa che l’intelligenza artificiale dovrebbe essere progettata per funzionare “con” gli esseri umani, migliorando le loro capacità cognitive e decisionali. L’obiettivo non è quindi sostituire l’uomo, ma creare interazioni sinergiche tra l’intelligenza artificiale e le nostre capacità, in modo da poter affrontare sfide complesse in modo più efficace. L’AI dovrebbe essere pensata pertanto come un partner, non un sostituto, in grado di migliorare le nostre capacità e arricchire le nostre vite.   

Sebbene i 23 principi di Asilomar forniscano un quadro utile per guidare lo sviluppo eticamente responsabile dell’intelligenza artificiale, ci sono ancora molte sfide da affrontare. Queste includono questioni come la privacy, la sicurezza, la trasparenza, la responsabilità e l’equità.  Difatti, con l’aumento dell’uso dell’AI, c’è il rischio che la nostra privacy venga compromessa. Dal momento che le macchine apprendono dai dati, spesso forniti dagli utenti stessi, è fondamentale garantire che l’intelligenza artificiale rispetti la privacy individuale e protegga ed utilizzi i dati personali in modo responsabile. Lato sicurezza, se l’intelligenza artificiale cade nelle mani sbagliate, potrebbe essere utilizzata per scopi dannosi. È necessario quindi mettere in atto meccanismi per garantire che l’AI non venga utilizzata per attività illegali o nocive.   

Questo elemento, a sua volta, si lega al tema della trasparenza, poiché gli esiti dell’intelligenza artificiale, nel loro complesso, possono essere articolati e difficili da comprendere. È importante quindi che le decisioni prese dall’AI siano comprensibili agli esseri umani in modo che tutti possano avere chiarezza, con fonti chiare e accessibili, su come, perché e sulla base di quali assunti vengano prese determinate decisioni. Ecco che sorge quindi la domanda: quando l’intelligenza artificiale assume delle decisioni, chi è responsabile se qualcosa va storto? In questo caso è fondamentale stabilire chiare linee di responsabilità per le decisioni prese, nonché a chi ascrivere eventuali danni provocati dall’uso scorretto dell’AI.   

Infine, se l’intelligenza artificiale viene progettata e utilizzata in modo ingiusto – basti pensare alla fase di addestramento basato su dati sbilanciati – il risultato potrebbe perpetuare o esacerbare le disuguaglianze esistenti. È l’attualissimo tema dell’equità, ed è fondamentale garantire che l’AI non fomenti le disparità sociali ed economiche 

Le disposizioni di Asilomar rappresentano un punto di partenza fondamentale per il dibattito sulla responsabilità etica nell’uso dell’AI. Tuttavia, per affrontarne efficacemente le sfide, è necessario un approccio globale che tenga conto di tutte le implicazioni etiche, sociali e tecnologiche. Ciò richiede un’ampia collaborazione tra ricercatori, tecnologi, politici e società civile per garantire un futuro in cui l’intelligenza artificiale possa servire al meglio l’umanità, consentendo di fare il grande salto che ci offre questa quarta rivoluzione industriale. 

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