Officina Risorse Umane 2023: un focus concreto sul futuro del lavoro e le sfide dell’occupazione in Italia

Dalle politiche occupazionali allo skill mismatch, dal welfare all’AI, sono stati questi i temi più caldi del mondo del lavoro al centro della terza edizione di Officina Risorse Umane (ORU), l’appuntamento che a Napoli l’11 e il 12 novembre 2023, si è confermato l’evento di riferimento in Italia per chi si occupa della gestione del capitale umano nelle aziende e di diritto del lavoro.

ORU Napoli

A definire la peculiarità di ORU – organizzato da Stati Generali del Mondo del Lavoro e HR Link con i partner strategici Italian Welfare e Performant by Scoa e il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di AIDP – è in primis la sua mission, che sin dalla sua fondazione è stata quella di porsi come luogo privilegiato di convergenza tra imprese e policy maker. 

E dopo quelle di Venezia nel 2021 e di Firenze nel 2022, l’edizione appena conclusa ha ricevuto un riconoscimento speciale per il suo record di partecipazione, coinvolgendo oltre 200 partecipanti, tra direttori HR, aziende e rappresentanti istituzionali. Questi attori si sono confrontati in 10 tavoli di lavoro dedicati a altrettanti temi, sviluppando una piattaforma di proposte concrete, che sarà presentata nelle prossime settimane ai rappresentanti del Ministero del Lavoro e ad altri referenti istituzionali. 

Il futuro del mondo del lavoro  

“Siamo in un momento storico in cui le politiche del lavoro e il welfare devono essere considerate tematiche strategiche per il futuro del Paese. Una fase dinamica in cui le transizioni digitale ed ecologica incidono sul capitale umano e per questo dobbiamo concentrare i nostri sforzi per valorizzare quelle strategie che collocano le persone al primo posto”. 

Queste le parole del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone che nel suo messaggio indirizzato a ORU ha ribadito come “il lavoro deve tornare ad essere il principale luogo e strumento di inclusione e valorizzazione dell’autonomia e delle capacità delle persone. Dobbiamo, pertanto, continuare a diffondere quella cultura del lavoro, della formazione continua e del saper fare che da sempre è al centro della nostra storia e il faro del nostro impegno”.  

“Anche il Governo sta cercando di capire come dare delle risposte ai temi più pressanti del mondo del lavoro nel nostro Paese” ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon, intervenuto in collegamento a Officine Risorse Umane. 

“Un punto urgente – ha sottolineato Durigon – è sicuramente l’incidenza devastante sul salario dell’inflazione, abbiamo dato rilievo a questo tema, ma le questioni da affrontare sono tante e il Governo ha davanti questa legislatura che può permettere ulteriori attività. Mancano ancora delle norme che aiutino il matching tra domanda e offerta, o meglio ancora un sistema del lavoro che si sta rinnovando. I dati dell’Inps sul lavoro rilevano d’altro canto un notevole recupero occupazionale, al massimo storico del 61% nel 2022, non ancora soddisfacenti ma indicativi del lavoro che stiamo facendo per costruire un PNRR che sia il più efficace possibile, e che possa realizzarsi entro il 2026. Quelle che abbiamo davanti sono tutte sfide importanti che ci spingono a lavorare in maniera coesa per portare a casa risultati necessari a rilanciare l’Italia”.  

Dare voce alla trasformazione 

Un mondo del lavoro segnato dal cambiamento è stato tratteggiato anche da Matilde Marandola, presidente AIDP, che ha ricordato come “l’associazione, che riunisce 4.200 iscritti, per sua stessa vocazione ha scelto di sostenere ORU sin dalla prima edizione”. “In un’epoca in cui tutto è già cambiato – ha continuato Marandola – abbiamo costantemente bisogno di metterci in discussione. La stessa suddivisione in generazioni è ormai superata, e oggi già si parla di “perennials” a sottolineare come quello che conta davvero sono le competenze”.  

“L’importanza di eventi come ORU – ha evidenziato Francesco Rotondi, Consigliere Esperto del CNEL, Name Partner Lablaw e Direttore Scientifico di Officine Risorse Umane – è quella di ritrovarsi e dialogare. Credo moltissimo nel confronto, che è il solo che ci permette di creare qualcosa di disruptive rispetto all’ordinario. Quello che è emerso in questi tre anni è stato sintetizzato in documenti che sono di altissimo valore proprio perché sono il frutto di attori protagonisti del mercato” 

“Per me è bellissimo ritrovarsi per quella che è diventata un’abitudine annuale per discutere e portarsi a casa risultati importanti” ha affermato Roberto Degli Esposti, managing partner di Performant: “Ritengo che, non appena i policy maker riconosceranno il valore delle proposte provenienti da professionisti con un ruolo complesso come i direttori delle risorse umane, ne terranno debito conto.” 

Una consapevolezza ribadita anche dal Ceo di Italian Welfare Stefano Castrignanò: “Sento una responsabilità personale nell’essere qui per dare un contributo attivo a tematiche che costituiscono il motore dell’economia del nostro Paese”. 

Dallo skill mismatch al generation gap, quali urgenze per il mondo del lavoro in Italia? 

La tematica dello skill mismatch è stata al centro della tavola rotonda presentata da Cetti Galante, Amministratore delegato e Global Practice Area Leader di Intoo, alla quale sono intervenuti Francesco Rotondi, Francesco Tufarelli, Dirigente Generale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Generale Gaetano Lunardo, Capo del I° Reparto reclutamento, affari giuridici ed economici del personale dello Stato Maggiore dell’Esercito​; Francesco Delzio, Consigliere d’Amministrazione di Anpal Servizi / Sviluppo Lavoro Italia​.  

Dall’invecchiamento del Paese, dove l’indice di anzianità segnalato dall’Istat è arrivato a 1.87, alla prospettiva di un rapporto 1:1 segnalata da Eurostat per il 2050 tra persone in età pensionistica e in età da lavoro, dal calo di 4 milioni di occupati previsto nel 2040 alla Intelligenza Artificiale che cambierà il 75% dei lavori di oggi, e ancora dal calo della natalità che scende a 1,24 figli per ogni donna sino al fenomeno delle dimissioni femminili, con oltre 642mila donne che hanno deciso di lasciare volontariamente il proprio impiego (+21,5% rispetto al 2021) sono tanti i fenomeni che stanno alle spalle della difficoltà di reperire le persone con le competenze corrette, come ha illustrato Cetti Galante, ribadendo come “La people scarcity sia un tema sul tavolo di tutte le aziende generato da fenomeni complessi”.  

“Non c’è dubbio che l’AI cambierà velocemente il lavoro ed è vero che l’immigrazione potrà avere un ruolo per muovere il mondo del lavoro, anche se il dato che mi colpisce di più è quello sulle dimissioni volontarie da parte delle donne. Le politiche devono essere più orientate prima di tutto allo studio e alla conoscenza di questi fenomeni” ha commentato Roberto Fico, intervenendo al dibattito.  

Il Generale Lunardo ha confermato come il gap occupazionale sia un tema attuale anche nell’esercito e come la formazione sia un altro nodo da sciogliere soprattutto per la reperibilità di profili specialistici.  

Due i drive individuati da Francesco Tufarelli, che partono dal principio comune della collaborazione. “Serve prima di tutto una ‘staffetta’ generazionale – ha spiegato Tufarelli – che, come nello sport, è necessaria per vincere. Ognuno deve correre il suo pezzo, ma il momento più cruciale sono quei pochi secondi in cui ci si passa il testimone. E altrettanto importante deve essere la collaborazione tra pubblico e privato”. 

Francesco Rotondi ha ricordato: “L’importanza della giusta suddivisione delle responsabilità tra aziende e istituzioni affinché avvengano le trasformazioni necessarie a un mondo del lavoro in grado di accogliere tutti”.  

“Dobbiamo rammentare che il big quit è un fenomeno che esiste dal 2010” ha ricordato Francesco Delzio. “La realtà è che esiste un alto livello di insoddisfazione dei lavoratori in tutte le generazioni. La politica non pensa ai lavoratori over 55, anche se in realtà esiste un fondo per l’outplacement di 10 milioni di euro che sarebbe importante per la loro riqualificazione, ma a oggi manca il decreto attuativo. E come accade negli USA, anche il problema della barriera all’accesso alla formazione di qualità per i giovani potrebbe essere superato attraverso prestiti forniti dagli istituti bancari, di cui lo Stato si dovrebbe fare garante di secondo livello” ha concluso Delzio. 

 Altro tema discusso è stato quello della scarsa efficienza dei centri per l’impiego che fanno fatica a intercettare i 3 milioni di Neet che a oggi non si conoscono. Diventa quindi urgente che i comuni si muovano per sapere chi sono e come ingaggiarli, anche attraverso accordi con le aziende del territorio.  

All’evento sono intervenuti anche Fabiola De Feo, VicePrefetto di Napoli, Nunzia Catalfo, ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Fabiana Dadone, ex Ministro delle Politiche Giovanili e per la pubblica amministrazione e Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. 

“Dovremmo prima di tutto dedicarci a una grande operazione politico-culturale” ha affermato Damiano alla chiusura dei lavori. “Questo significa passare dall’idea della contrapposizione tra ruolo pubblico e ruolo privato all’idea dell’alleanza, ma per farlo serve superare un’impostazione che è prima di tutto ideologica” ha concluso. 

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