Innovazione e dinamismo: un Food di opportunità

I nostri approfondimenti sui principali settori economici. Il comparto del Food è estremamente dinamico, non ha risentito della crisi e “crea” competenze e professionalità spendibili sul mercato del lavoro. Ne abbiamo parlato con Fabiana Guerra e Marica Ungaro, manager di Spring Professional

osservatorio settore food

Il Food è un settore sempre più importante per l’economia italiana. La filiera food (agroalimentare e industriale della filiera del cibo) occupa oltre 1,3 milioni di persone in 824 mila imprese, che esportano per un valore di oltre 41 miliardi di euro. È un comparto in grande trasformazione e con molta innovazione. Il Food può offrire grandi opportunità di carriera ai giovani. Spring Professional, società di The Adecco Group specializzata nella ricerca, selezione e valutazione dei profili di middle management, in collaborazione con JobPricing, ha realizzato la prima indagine completa sulle retribuzioni di quadri e impiegati della filiera food. Un’indagine che contiene anche il quadro generale del settore e le tendenze in atto. Ne abbiamo parlato con Fabiana Guerra e Marica Ungaro, rispettivamente manager di Spring – Technical Engineering FMCG e manager di Spring – Sales & Marketing FMCG.

 

Oltre i dati, qual è lo stato del settore food?

Fabiana Guerra: intanto ribadiamo che si tratta di un comparto economico molto importante per l’economia italiana, prevalentemente concentrato nel Nord del Paese. È un settore molto dinamico e in costante crescita, che non ha risentito molto degli effetti della lunga crisi economica degli ultimi anni.

 

Lato occupazione e retribuzioni, come sta andando il settore?

Fabiana Guerra: per quanto riguarda l’area di mia competenza, il lato ingegneristico, rileviamo che dal punto di vista delle retribuzioni e dell’occupazione ci sia stato un cambiamento profondo nell’ultimo anno e mezzo. Fino a circa 18 mesi fa, il settore era abbastanza tradizionalista per quanto riguarda l’ambito tecnico. Nell’ultimo periodo, in forza soprattutto dei processi di automazione, c’è stato molto più dinamismo, con una forte crescita di determinate figure professionali e un conseguente incremento delle retribuzioni medie.

Marica Ungaro: il settore è dinamico e nell’ultimo anno e mezzo lo è stato ancora di più. Lo rileviamo sia dalla crescita di professionisti che cercano nuove opportunità, sia dal numero di aziende interessate ad avere nuove competenze al proprio interno. La principale differenza, lato retribuzioni, è questa: le multinazionali, che sono più attrattive, offrono incrementi retributivi intorno al 10% per assicurarsi una professionalità. Le piccole imprese, per avere più attrattività nei confronti dei candidati, in genere offrono un incremento maggiore.

 

Quali sono le figure professionali più richieste e quelle emergenti nel settore?

Fabiana Guerra: rispetto al passato, sempre per quanto riguarda il lato tecnico, ci sono stati cambiamenti importanti legati all’automazione e all’ottimizzazione dei processi produttivi in ottica lean manufacturing o miglioramento continuo, anche in aziende di piccole dimensioni. In buona parte delle imprese non erano presenti competenze in grado di gestire queste novità e stiamo assistendo a una crescente richiesta di nuove figure, quali Automation manager o Improvement manager. Figure di non facile reperibilità sul mercato e comunque legate tradizionalmente ad altri settori, ad esempio l’automotive, che comunque sono indicative dei grandi cambiamenti in corso nel settore food. Oltre agli ambiti processo e automazione, l’altra area di grande cambiamento nel mondo food è la “qualità”, che risente molto dei cambiamenti culturali o degli stili di vita delle persone. Pensi solo al vegano, al biologico o al gluten free. Figure professionali specializzate in questi ambiti, con conoscenza di queste certificazioni specifiche, sono molto richieste dalle aziende.

Marica Ungaro: nell’ambito Sales & Marketing, non abbiamo variazioni per quanto riguarda le figure commerciali, il trend di richieste è costante negli anni. Registriamo, nell’ultimo anno, aumenti di richieste per la figura del trade marketer, un ruolo sempre più importante nelle aziende, oppure di brand manager o product manager, figure legate ai temi dell’innovazione e della competitività delle imprese. Per la scelta delle imprese è importante l’esperienza che queste figure hanno maturato nel tempo e la conoscenza del canale in cui hanno operato.

 

Consigliereste a un giovane di costruirsi una carriera nel food?
Il sistema scolastico-universitario è in grado di formare le competenze necessarie alle imprese?

Marica Ungaro: mi sentirei di consigliarlo perchè il food è un settore molto dinamico e versatile, in grado di dare opportunità professionali anche in altri settori. Chi lavora in questo comparto sicuramente può spendere il proprio know how e la propria professionalità anche in altri settori. Nessun problema nemmeno per quanto riguarda la formazione: nell’ambito Sales & Marketing esistono molti master e percorsi universitari di alta qualità, in grado di formare quelle competenze richieste dal mercato.

Fabiana Guerra: condivido quanto detto dalla collega per i giovani. Il settore del food, anche dal punto di vista delle professionalità tecniche, può rappresentare una grande opportunità di carriera e di sviluppo di competenze utili anche per altri settori. Sul tema formativo la situazione è più complessa: non ci sono percorsi universitari in grado di formare le competenze tecniche necessarie alle imprese. Ai corsi universitari esistenti va sempre abbinata un po’ di gavetta, in ruoli operativi, per completare la formazione delle competenze necessarie all’assunzione di ruoli strategici.

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