Parità uomo-donna e tempo libero: ecco i must dei lavoratori europei

La fotografia scattata da Workforce View in Europe, un’indagine su oltre 10 mila lavoratori dipendenti in otto Paesi. Le abitudini cambiano molto velocemente, soprattutto per effetto dei Millennial: ci sono preoccupazioni ma persiste un atteggiamento positivo. Una sfida per gli Hr perchè dall’ascolto dei dipendenti passa il successo dell’azienda

parità uomo e donna

Metti di trovarti nella fortunata cerchia di quelli che il lavoro se lo possono scegliere. Oltre allo stipendio, quali sono gli elementi che ti farebbero propendere per questo o quel lavoro? Quali sono le novità in atto che preoccupano quelli che hanno un posto di lavoro da salvaguardare?

Una risposta arriva dall’indagine Workforce View in Europe 2019, realizzata da Adp – multinazionale americana specializzata nella fornitura di software e servizi per la gestione delle risorse umane – su 10.585 lavoratori di otto delle maggiori economie dell’Ue (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito).

 

I temi

I temi principali sui quali si stanno interrogando i dipendenti europei sono: automazione e skill gap, parità di genere, work-life balance, gestione del tempo e della produttività. Già nel titolo, il rapporto segnala il forte mutamento in corso: gli atteggiamenti dei lavoratori dipendenti europei stanno cambiando velocemente. Queste alcune delle principali tendenze.

1.
Il 75% dei millennial prenderebbe in considerazione la possibilità di dare le dimissioni se il datore di lavoro causasse un divario retributivo tra uomini e donne.

2.
Il freelance sta perdendo la sua attrattiva: il numero di dipendenti che sta attivamente valutando di passare al lavoro autonomo è crollato di 11 punti percentuali rispetto al 2016.

3.
La fiducia sulle competenze torna a salire tra i lavoratori più anziani, ma i dipendenti più giovani dubitano di avere le risorse e competenze necessarie al successo nel moderno ambiente lavorativo.

 

Il tempo

Tra i lavoratori si teme per gli effetti della Brexit e per l’impatto dell’automazione, ma c’è una grande attenzione al tema del tempo libero e ai “nuovi modi” di lavorare. Più della metà degli intervistati (56%) sostiene di preferire di lavorare solo quattro giorni alla settimana. Tuttavia, non sono concordi per quanto riguarda l’impatto sui loro livelli di retribuzione e sul monte ore complessivo, con più di tre quarti (78%) che sostengono che preferirebbero lavorare per più ore nei quattro giorni lavorativi, per guadagnare lo stesso stipendio, mentre il 22% che preferirebbe lavorare le ore standard e percepire una retribuzione complessiva ridotta. Tra coloro che semplicemente vogliono più tempo libero, i millennial sono la fascia di maggioranza: il 15% dei lavoratori tra 16 e 34 anni sostiene di voler una settimana lavorativa di quattro giorni con una minore retribuzione. Tutto questo a fronte di un numero elevato di lavoratori, 60%, che sostiene di fare circa 5 ore di straordinario a settimana senza nessuna retribuzione aggiuntiva.

 

Sfida per gli Hr

Pur tra alti e bassi e problemi di difficile risoluzione (come il tema della disorganizzazione che frena la produttività), i lavoratori europei sono sufficiente motivati, aperti alle sfide dell’innovazione, attenti ai valori, legati all’impresa. Una condizione che rappresenta una sfida per chi si occupa di gestione delle risorse umane: “I responsabili aziendali e delle risorse umane hanno molto a cui pensare, con molti cambiamenti all’orizzonte – si legge nel rapporto – Con una forza lavoro ottimista e lungimirante, le possibilità sono infinite. La chiave è continuare ad ascoltare, innovare ed educare l’azienda sui bisogni e sui desideri dei dipendenti. Se i responsabili riusciranno a identificare tali bisogni, allora potranno aiutare le aziende ad avere successo”.

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