Le principali società di outplacement in Italia
Le tendenze del settore mostrano un panorama eterogeneo a livello internazionale per quanto riguarda la diffusione e le modalità operative delle società di outplacement, impegnate a supportare le transizioni di carriera. In Italia, i dati indicano tempi medi di ricollocazione inferiori ai cinque mesi. Approfondiamo meglio il contesto e scopriamo quali sono le principali società di outplacement attive nel nostro Paese

Nel 2024, otto lavoratori su dieci che hanno intrapreso un percorso di outplacement in Italia hanno trovato una nuova occupazione in un tempo medio di 4,6 mesi. A certificarlo è l’ultima indagine condotta da AISO, che fotografa un settore in costante evoluzione e sempre più strategico nel panorama occupazionale del Paese.
L’Associazione Italiana delle Società di Outplacement mostra tempi di rientro nel mercato del lavoro all’incirca dimezzati rispetto alle persone senza supporto, ma è pure evidente come, in un mercato del lavoro sempre più complesso, anche l’outplacement si stia evolvendo: non più solo un accompagnamento verso un nuovo impiego, ma un percorso che integra tecnologia avanzata e consulenza umana, capace di rispondere alle esigenze individuali e aziendali in trasformazione.
Un mercato mondiale a geometria variabile
Allargando lo sguardo a livello globale, si notano alcune differenze. Per esempio, mentre in Paesi maturi come Stati Uniti, Canada e Regno Unito il servizio è altamente digitalizzato, in Italia e nell’Europa continentale prevale ancora un approccio relazionale. A spiegarlo è Cetti Galante, vice-presidente di AISO: “A livello globale, il mercato dell’outplacement è molto diversificato: in Est Europa e in gran parte dell’Asia per esempio è praticamente inesistente”, sottolinea Cetti Galante.
“Sono aree in cui domina un mercato giovane, veloce, senza una cultura della transizione assistita, eccezione fatta per alcuni colossi internazionali che estendono il servizio a Paesi come India e Cina. Al contrario, in realtà come Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia il supporto alla ricollocazione è consolidato, con un forte orientamento alla tecnologia: esistono moltissimi operatori e servizi basati su piattaforme digitali, che grazie alla tecnologia sono in grado di proporre una qualità elevata, offrendo costantemente alla persona informazioni sul mercato del lavoro e la possibilità di sperimentarsi. Nell’Europa continentale, compresa l’Italia, e in America Latina, invece, l’outplacement mantiene un approccio più relazionale, con programmi basati prevalentemente sul face-to-face” .
Tempi di ricollocazione e settori in crescita
Nel nostro Paese, i tempi medi indicati da AISO per l’esito positivo di una transizione occupazionale si sono attestati nel 2024 nello specifico a:
- 4,5 mesi per i dirigenti (stabili rispetto al 2023)
- 4,9 mesi per i quadri (in aumento rispetto ai 4,5 mesi del 2023)
- 4,3 mesi per gli impiegati di primo livello (in crescita rispetto ai 3,7 mesi del 2023)
I settori che assorbono maggiormente quadri e dirigenti sono chimico/farmaceutico, automotive e ICT, mentre nelle funzioni commerciali, amministrative, finanziarie e produttive si registra la crescita più consistente.
Un dato particolarmente positivo è che l’80% delle persone ricollocate nel 2024 ha ottenuto un ruolo uguale o superiore rispetto a quello precedente (75% nel 2023) e il 64,6% ha mantenuto o migliorato il proprio stipendio (54% nel 2023).
Outplacement verso un nuovo approccio culturale
Nonostante i risultati positivi, è innegabile che in Italia l’outplacement sia spesso limitato ancora alle grandi aziende e sia, ancora più di frequente, oggetto di negoziazione. “Monetizzare il servizio di outplacement è un errore gigantesco”, avvisa Cetti Galante, perché “in tempi di people scarcity è controproducente continuare a promuovere politiche passive, come lunghe casse integrazione”.
Per cambiare le cose, serve un salto culturale, nelle aziende, ma anche tra i lavoratori, che spesso considerano il proprio posto fisso come unica chance. “Invece ci sono migliaia di posti di lavoro, anche lontani dal digitale, ma sappiamo che metà vanno scoperti. Serve più consapevolezza e orientamento. Ed è questa la ‘magia’ del nostro lavoro: partire dalla persona e sostenere chiunque, con la convinzione che tutti hanno un potenziale che va trovato. A differenza di attività come il recruiting e lo staffing, non si parte dal ruolo da ricoprire per ‘scremare’ le persone, ma dall’individuo per accrescere le sue competenze” sottolinea Cetti Galante.
Molto concretamente, basti pensare, dice Galante, a competenze semplici e immediatamente spendibili: “Il patentino del muletto per un operaio, la patente C per un autista. Sono competenze che permettono di lavorare subito in settori dove c’è una domanda enorme”.
Un mestiere che si evolve: dal supporto psicologico alla trasformazione personale
Accompagnamento personalizzato, coaching, analisi dei valori personali e professionali, sono tutti aspetti di un concetto di outplacement evoluto, in cui il percorso serve anche a ripensare il proprio rapporto con il lavoro.
“Oggi molte persone non vogliono solo un nuovo lavoro, ma un nuovo equilibrio, magari passando da dipendenti a freelance, da lavoratori subordinati a imprenditori. E noi li aiutiamo in questa transizione, anche con garanzie di rientro nel programma, che tutte le società di AISO prevedono, se il progetto non funziona, per poter usufruire dei mesi ancora disponibili. E anche dopo, le competenze che si acquisiscono restano”.
Verso una legge sull’outplacement obbligatorio
Per garantire un accesso più equo e sistemico a questi servizi, AISO ha presentato una proposta di legge, ora al vaglio di esponenti del governo e dell’opposizione. “Proponiamo di rendere obbligatorio l’outplacement, come già avviene in altri Paesi. Sarebbe una svolta avere un sistema pubblico e privato davvero sinergico, che lavora insieme per un obiettivo comune, che è quello non solo di riportare nel mercato del lavoro velocemente le persone che lo perdono, ma anche di dare a tutti la possibilità di essere supportati per approcciare il mercato del lavoro nel modo migliore, partendo da se stessi, dalle proprie aree di forza e dalla propria valorizzazione”, conclude Cetti Galante.
Le principali società di outplacement in Italia
Nella tabella di seguito trovate le principali soluzioni di outplacement in Italia che fanno parte di AISO, l’Associazione italiana delle società di outplacement:
Intoo | https://www.intoo.com/it/ |
LHH | https://www.lhh.com/it/it/ |
OP Solutions | https://www.opsolution.it/ |
Open Job Metis / Corium Outplacement | https://www.openjobmetis.it/it/aziende/i-servizi-per-le-aziende/outplacement |
Randstad Risesmart | https://www.randstad.it/risesmart/ |
Rochester Executive Search | https://www.rochester-executive.com/ |
SA Change | https://sa-change.it/ |
Talent Solutions | https://www.mpgtalentsolutions.com/it/it/soluzioni/outplacement |
Uomo e Impresa | https://www.uomoeimpresa.it/it |
Vertus | https://www.vertus.it/ |
Tutte le società che si occupano di outplacement in Italia
Oltre a queste citate, nel panorama italiano, sono presenti quasi 200 società, riportate dal Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali che, oltre agli altri servizi che mettono a disposizione, sono autorizzate a erogare servizi al supporto alla ricollocazione professionale. Si tratta di un gruppo di società molto eterogeneo per geografia, dimensione e core business, che si occupano generalmente di selezione, formazione, consulenza e che sono autorizzate a gestire anche le transizioni di carriera. Eccole nella tabella.
Fonte della lista: https://politicheattive.lavoro.gov.it/albi-informatici/