Il futuro delle Risorse Umane tra umano e digitale, secondo Uninform Group
Oggi le Risorse Umane guidano la trasformazione aziendale, e chi opera nel settore deve saper combinare competenze digitali, soft skill evolute e visione strategica. Giovanni Giordano, Direttore di Uninform Group, riflette su come sta cambiando il mestiere dell’HR e qual è il ruolo della formazione

Negli ultimi anni la funzione HR è passata da un ruolo prevalentemente operativo a una leva strategica capace di guidare l’innovazione culturale e organizzativa. Come cambiano i profili professionali delle Risorse Umane? Quali competenze saranno centrali nei prossimi anni? E che tipo di formazione è davvero utile per preparare i professionisti di domani?
Ne abbiamo parlato con Giovanni Giordano, Direttore di Uninform Group, Business School sensibile al tema delle Risorse Umane da oltre 25 anni e diventato ora, anche grazie al Master in HR Management & Innovation di Uninform Group, un osservatorio privilegiato sui trend del settore e sui percorsi di inserimento professionale delle nuove generazioni di HR.
Oggi si parla molto di “centralità dell’HR”. È davvero così?
Assolutamente sì. Le aziende più dinamiche hanno capito che i temi delle persone – attrazione, benessere, engagement, inclusione – sono decisivi per la competitività. L’HR non è più solo un “ufficio del personale”, ma un partner strategico. È coinvolto in tutte le trasformazioni chiave: organizzative, digitali, culturali. Questo però comporta anche un’evoluzione delle competenze richieste a chi lavora nelle Risorse Umane.
In che direzione si sta muovendo questa evoluzione?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una profonda ibridazione tra competenze umane e digitali. Oggi un HR deve saper leggere i dati, interpretare dashboard, ragionare in ottica predittiva, ma anche essere in grado di gestire il conflitto, promuovere il benessere, costruire cultura aziendale. Le soft skill tornano al centro: ascolto attivo, leadership empatica, comunicazione efficace. E allo stesso tempo, crescono figure nuove: People Analytics Specialist, HR Digital Consultant, Wellbeing Manager.
L’intelligenza artificiale è una minaccia o un’opportunità per chi lavora in HR?
A mio parere si tratta di una grande opportunità, ma va capita, governata e accompagnata. L’AI è utile per velocizzare processi come lo screening dei CV o il monitoraggio dell’engagement, ma non può sostituire l’interazione umana. Anzi: più l’AI entra in azienda, più serve intelligenza emotiva, etica, senso critico. È qui che la formazione gioca un ruolo cruciale.
Qual è oggi il valore di un percorso formativo post-laurea in ambito HR?
Si tratta un investimento ad alto impatto, ma va scelto con attenzione. I giovani che vogliono entrare nel settore, ma anche i professionisti che desiderano riqualificarsi, devono valutare i percorsi secondo diversi criteri, come per esempio il giusto equilibrio tra teoria e pratica, la possibilità di aggiornarsi sulle sulle tecnologie HR e di avere uno spazio per lo sviluppo delle soft skill.
Più nel dettaglio, suggerisco tre criteri fondamentali: contenuto aggiornato ai trend del settore, come AI, wellbeing, D&I: didattica esperienziale, con laboratori, role play, casi reali e l’accesso a una rete di aziende e HR Manager attivi sul mercato.
Come Uninform Group abbiamo progettato il Master in HR Management & Innovation, proprio per offrire un ponte tra accademia e impresa, con una formula esperienziale e personalizzata e sul nostro sito abbiamo raccolto anche gli sbocchi professionali principali, per aiutare chi è in fase di orientamento a capire cosa fa davvero chi lavora in HR.
Che tipo di feedback ricevete dagli ex-allievi che hanno completato il Master?
Riceviamo riscontri molto positivi, soprattutto in termini di occupabilità e crescita professionale. Oltre il 90% degli Allievi Uninform ha trovato inserimento nel settore HR entro sei mesi, spesso in realtà strutturate. Alcuni lavorano oggi in multinazionali del retail, altri in studi di consulenza, altri ancora in PMI innovative. Le testimonianze raccolte mostrano percorsi molto diversi, ma con un elemento comune: la trasformazione personale e professionale.
Una considerazione finale: cosa serve oggi per essere davvero HR?
Chi lavora nelle Risorse Umane oggi ha una grande responsabilità: costruire organizzazioni sostenibili, inclusive, capaci di mettere la persona al centro. È un lavoro affascinante, complesso, in continua evoluzione, ma anche, come diciamo spesso, una delle professioni più umane che esistano. Va affrontato con preparazione, passione e visione, ed è questo che contraddistingue, da oltre 25 anni, anche l’operato di Uninform Group.