Sistema welfare da 109,3 miliardi di euro, ma non è per tutti

È uno dei settori produttivi più grandi del Paese ma sempre più famiglie devono ricorrere ai privati o a polizze integrative per soddisfare i propri bisogni. Nelle imprese è sempre più diffuso il welfare aziendale: soddisfa i lavoratori e impatta positivamente sugli andamenti aziendali

sistema welfare

Il sistema welfare “vale” 109,3 miliardi tra salute, previdenza, istruzione, supporti per il lavoro, assistenza, cultura e tempo libero. Quella del welfare è una delle maggiori “industrie” del nostro sistema produttivo. Per dare l’idea: sviluppa un valore quasi pari all’intero settore agroalimentare. Le cifre, intese come domanda aggregata di welfare delle famiglie italiane, le ha stimate Mbs Consulting nel suo Osservatorio sul bilancio di welfare delle famiglie italiane. Ma il welfare non è per tutti: il 60% delle famiglie rinuncia alle cure mediche. Nel Mezzogiorno il ricorso alla sanità privata è più alto rispetto al Centro e al Settentrione: una scelta dettata dalla indisponibilità o inadeguatezza delle prestazioni pubbliche o dai tempi eccessivi di attesa. L’assistenza alle persone non autosufficienti resta un lusso per pochi, e sono in tanti a interrogarsi sull’importanza delle polizze sanitarie e sull’assistenza integrativa per far fronte a una domanda crescente di cure a lungo termine, vista l’aumento dell’età media della popolazione.

L’altro welfare

A fronte delle difficoltà del settore pubblico, il welfare aziendale, sempre più diffuso e apprezzato dai dipendenti,  diventa un tassello fondamentale per rispondere a bisogni sociali emergenti, e offre grandi opportunità alle imprese che desiderano ridefinire il proprio ruolo e investire nell’innovazione per crescere (e investire in welfare, è un fatto acclarato, impatta positivamente sulla produttività). OD&M Consulting, società di Gi Group specializzata nella consulenza nell’ambito delle Risorse Umane, ha recentemente presentato il 5° Rapporto Welfare e il 2° Rapporto Wellbeing, ricerche annuali basate sui risultati di due survey condotte su un panel di 161 aziende italiane e su un campione di oltre 500 lavoratori. Lo scopo è monitorare la diffusione del fenomeno welfare aziendale. Cresce il numero di imprese che utilizza il premio di risultato per finanziare piani di welfare aziendale (47%);  il 62% delle imprese, inoltre, stanzia investimenti ad hoc per i servizi. Il 55% delle imprese coinvolte nella ricerca prevedono la possibilità di convertire il premio di risultato o parte di esso in servizi di welfare. Tra i lavoratori, però, circa la metà non sceglie questa possibilità o ne converte una quota inferiore al 30%. 

I servizi

Tra i servizi più diffusi tra le aziende, la ricerca segnala una prevalenza di quelli attinenti la ristorazione, l’assistenza sanitaria, la previdenza integrativa e l’area scuola e istruzione. Per quanto riguarda le scelte dei dipendenti, invece, l’assistenza sanitaria rimane il servizio più apprezzato. Seguono le ferie e permessi extra.

Wellbeing

Perché le aziende investono in welfare? Nel 35% dei casi lo fanno per aumentare il livello di wellbeing delle persone e il benessere organizzativo. Tra i lavoratori che hanno percepito che questa fosse la finalità della propria impresa è cresciuto il grado di soddisfazione. Inoltre, quasi il 90% degli intervistati pensa che i servizi di welfare aziendale possono impattare positivamente sul livello di benessere personale e sul work-life balance. L’attenzione al wellbeing da parte delle imprese è in crescita rispetto al 2017

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