Largo ai giovani in banca, al via la staffetta generazionale

Circa 13 mila over 60 potranno scegliere il part time senza penalizzazioni previdenziali e con una integrazione dello stipendio “perso”. Gli istituti dovranno assumere nuovo personale stabile in misura corrispondente alle ore dei senior che hanno scelto la riduzione d’orario di lavoro. Il via libera dell’Inps all’accordo tra Abi e sindacati per svecchiare il settore del credito

staffetta generazionale nel settore bancario

Il tema del ricambio generazionale è onnipresente in ogni dibattito sul lavoro. E la staffetta generazionale è uno degli strumenti per incentivare lo switch giovani-anziani, che non sempre ha dato i risultati sperati. Ora il tentativo riguarderà le banche, uno dei settori che più di altri ha bisogno di rimettersi in discussione dopo anni di fusioni, crisi e nuove modalità di fruizione dei servizi da parte dei clienti. Quello che potrebbe succedere oggi è frutto di un accordo siglato nel 2013. Grazie alla circolare 84 del 2018 dell’Inps le banche potranno dare piena operatività all’accordo di gennaio 2018 sul Fondo per l’occupazione, che allarga le “competenze” del Fondo e riprende i contenuti di una intesa tra Abi e i sindacati di cinque anni fa.

La staffetta

Lo strumento, regolato da accordi con il sindacato, riguarderà gli over 60 del credito ossia circa 13 mila persone. Il presidente del Casl di Abi Salvatore Poloni ha dichiarato al Sole 24 Ore: «In una fase di profondo cambiamento questi strumenti definiti dalla contrattazione collettiva offrono un contributo al tema dell’occupazione giovanile, centrale per le Parti sociali, nell’interesse comune delle imprese e delle persone che vi lavorano. Il mix delle misure è un esempio della capacità delle positive relazioni sindacali di settore di fare innovazione e costruire soluzioni concrete».

Il meccanismo è simile a quello dei contratti di solidarietà. Il fondo, si legge nellaccordo Abi-sindacati, «garantisce al lavoratore interessato da una riduzione stabile dell’orario, tramite il datore di lavoro, un importo pari al 25% della retribuzione persa». La prestazione «è riconosciuta fino alla maturazione dei requisiti di pensione anticipata o di vecchiaia», per un periodo massimo di 4 anni. Il fondo provvede a erogare al datore di lavoro un importo determinato tenendo conto degli oneri contributivi dovuti sull’importo integrativo. Sindacati e Abi, inoltre, si sono date atto che «la contribuzione ai fini pensionistici correlata alla quota di retribuzione persa dal lavoratore è a carico del Fondo di solidarietà (altro fondo del sistema che interviene insieme al Foc, il fondo per l’occupazione)». In sostanza: il lavoratore che prende il part time a ridosso della pensione ha la piena contribuzione e la restituzione di un quarto di quanto perso per via della riduzione di orario.

I giovani

La circolare dell’Inps ha chiarito che per dare piena operatività all’accordo, va prevista la contestuale assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale per incrementare gli organici, in misura corrispondente alla riduzione dell’orario dei senior che vanno in part time. Il Fondo di solidarietà può poi provvedere a versare la contribuzione ai fini pensionistici correlata alla quota di retribuzione persa, mentre il Foc integrerà il 25% del salario perso per la riduzione dell’orario.

Foc

Il Fondo per l’occupazione (F.o.c.), è  stato costituito dalle parti con il contratto del 2012, con l’obiettivo di favorire la creazione di nuova occupazione nel settore e l’intento di garantire una riduzione dei costi, per un periodo determinato, alle imprese bancarie che procedono ad assunzioni a tempo indeterminato. Per saperne di più.

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