Tridico rilancia la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario

Il neo presidente dell’Inps, vicino al Movimento Cinque Stelle, ne ha parlato nel corso di una lezione all’Università. Si tratta di un tema caro ai grillini: uno dei consulenti del ministro Di Maio è Pier Giovanni Alleva, autore di una proposta di legge sulla “solidarietà espansiva”. Secondo il Governo, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto orario lavorativo

riduzione orario di lavoro

Non è esattamente il vecchio “Lavorare meno, lavorare tutti”, ma un qualcosa che ci va molto vicino. A porre di nuovo nell’agenda politica il tema della riduzione dell’orario di lavoro è Pasquale Tridico, economista, “padre” del reddito di cittadinanza e nuovo presidente dell’Inps vicino al Movimento Cinque Stelle. Un argomento che era stato molto caldo nella seconda metà degli anni ‘90, con la famosa battaglia per le 36 ore di Fausto Bertinotti. Da allora il tema è completamente scomparso dalla grande ribalta mediatica.

Quella di Tridico è stata una riflessione puramente teorica, fatta in occasione dell’apertura del Master in Economia pubblica della Sapienza, per la quale il presidente dell’Inps ha tenuto una lezione inaugurale dal titolo “Le diseguaglianze nel capitalismo finanziario”.

Siamo fermi in Italia all’ultima riduzione di orario del ’69-70 – ha detto l’economista – non ci sono riduzioni da 50 anni invece andrebbe fatta.
Gli incrementi di produttività vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero”.

Non è una novità, perchè l’economista aveva già posto il tema in un intervento sul blog delle stelle. Parlando di lavoro e robotizzazione, aveva scritto: “C’è poi il tema di più lungo periodo della robotizzazione, una sfida che non va lasciata alla schizofrenia del mercato, ma gestita politicamente. Il primo passo in questo senso sarà la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, in modo da aumentare l’occupazione e incentivare la riorganizzazione produttiva delle imprese”.

L’ala grillina della maggioranza di governo è stata sempre sensibile al tema della riduzione dell’orario di lavoro, pur non avendo fatto mai diventare l’argomento una bandiera politica del movimento. La dimostrazione dell’attenzione alla materia è data anche dal fatto che una delle prime nomine di Luigi Di Maio, che è titolare della delega al lavoro, è stata quella di scegliersi come consulente (a titolo gratuito) il professor Pier Giovanni Alleva. Alleva è un giuslavorista, ex docente all’Università di Bologna, storico avvocato della Cgil e responsabile della consulta giuridica di quel sindacato, ma è anche consigliere regionale in Emilia-Romagna, eletto con la lista “L’altra Europa con Tsipras”. In quella veste ha elaborato una proposta di legge per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, che ha incontrato l’interesse del vicepremier Di Maio. L’idea di Alleva é: utilizzare i contratti di solidarietà espansiva per lavorare un giorno in meno, compensando la perdita di stipendio con strumenti di welfare aziendale (Qui un articolo di approfondimento).

A sostegno delle tesi di Tridico c’è una dichiarazione di Claudio Cominardi, sottosegretario al Lavoro: “L’Italia in Europa è uno dei Paesi in cui si lavora di più in assoluto: ognuno di noi lavora circa 1.800 ore all’anno e solo la Grecia riesce a fare peggio. In Francia si lavora circa 240 ore in meno, in Germania 350. Secondo Cominardi, nei paesi dove le ore lavorate sono meno si registra bassa disoccupazione e una migliore qualità della vita.

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