Università, il futuro del lavoro è sempre più green

Parola d’ordine: sostenibilità. Le università aprono la strada alle carriere “green” implicando un futuro in cui ruoli volti alla sviluppo di green technology, green energy, tutela della biodiversità e, in generale a una maggiore consapevolezza dell’impatto dell’uomo sul pianeta saranno indispensabili per le aziende. Oltre 160 corsi in tutto il Paese.

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Economia dell’ambiente e dello sviluppo, Scienze geologiche applicate alla sostenibilità ambientale, Ingegneria delle fonti rinnovabili, Turismo sostenibile, Rigenerazione urbana, Biologia marina: fra corsi di laurea, dottorati e borse di ricerca, si moltiplicano gli atenei che mettono al centro l’ambiente e la crisi climatica unendo diverse discipline. Il ministero dell’Università guidato da Cristina Messa ne ha contati, solo di corsi – fra novità e percorsi di studio già sperimentati – oltre 160 sparsi in tutto il Paese.

All’insegna della trasversalità

Ambassador in green technologies, per esempio, è un nuovo corso del Politecnico di Milano: si tratta di una laurea magistrale che, partendo dagli ambiti di architettura, design e ingegneria, ha aggiunto una serie di esami in più nelle varie materie per permettere di avere uno sguardo più ampio, che possa abbracciare anche le tecnologie verdi e dare al contempo strumenti interdisciplinari. «La duttilità è fondamentale nel mondo del lavoro e lo è anche per poter affrontare l’emergenza che sta mutando gli equilibri del nostro pianeta» spiega Isabella Nova, professoressa di chimica Industriale e tecnologica presso il Dipartimento di energia.

Anche i percorsi già “rodati” sono caratterizzati da una spiccata multidisciplinarità, come il corso di laurea in Geoscienze per lo Sviluppo Sostenibile presente a Pavia dallo scorso anno o quella in Food System: sustainability, management and technologies avviata a Parma nel 2016; ottimizzazione dei processi, modus operandi sostenibili, protezione e ricostruzione di habitat naturali, messa a punto di impianti con il minor impatto possibile sull’ambiente sono tra i focus che accomunano la maggior parte dei corsi.

Di rilievo anche le borse per i dottorati di ricerca – ben 7.500 per il 2022 in Italia, cento dei quali dedicati alla transizione digitale e ambientale, ai quali si aggiungono i bandi europei – che, grazie al nuovo regolamento di fine dicembre del ministero dell’Università, sono stati potenziati e ne è stata aumentata la varietà.

La risposta dei giovani

Entusiasta la risposta dei giovani studenti – ma sarebbe meglio dire delle giovani studentesse, visto che le iscritte superano numericamente gli iscritti – in prima linea sulla questione ambientale e pronte ad ampliare gli orizzonti varcando i confini del Belpaese per ulteriori corsi o master di specializzazione – gettonata, da questo punto di vista, Copenaghen, dove hanno un corso di studi sul cambiamento climatico che si concentra sulla fisica della climatologia e sulla biologia, ovvero sulle conseguenze della crisi climatica sulle specie viventi.

Se la pandemia ci ha dimostrato che stili di vita più sani e sostenibili sono possibili, per affrontare il futuro e le sue incognite con meno timori non si può più prescindere dall’avere uno sguardo diverso da quello del passato, unendo fra loro saperi, ambiti, tecnologie: «Scienza, diritto, economia si intrecciano di continuo, specie se si vuole diminuire l’impatto antropico sull’ambiente. Si tratta di un alfabeto nuovo, di un settore dove stanno nascendo molte professionalità. La crisi climatica ci ha costretto a vedere la vita in maniera diversa» chiosa Claudia Lupi, geologa, docente del Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente dell’Università di Pavia.

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