Zanetto, Direttore del Personale di Vittoria Assicurazioni: «Attraverso il gioco e le sue metafore la rivoluzione del processo selettivo di un’azienda dalla grande storia»

Per attrarre e trattenere i talenti più giovani servono strategie dedicate. Partendo da questa consapevolezza, Vittoria Assicurazioni ha attivato dal 2019 un programma di talent acquisition, formazione e sviluppo unico nel suo genere, dedicato esclusivamente ai talenti della generazione Z e ispirato al calcio. Due i percorsi di selezione – Esordienti, ovvero laureandi o neolaureati alla prima esperienza, e Primavera, cioè giovani con un’esperienza lavorativa alle spalle – che si snodano in tappe progressive, ispirate anche alle dinamiche della gamification. Ne abbiamo parlato con Stefano Zanetto, Direttore del Personale.

Stefano Zanetto

Cento anni di vita per Vittoria Assicurazioni, nel piccolo una storia che ricorda quella della famiglia Olivetti, caratterizzata da valori radicati, come il rigore professionale e l’innovazione. E anche una certa discrezione, legata all’idea che non fosse così importante «mettersi in mostra», ma piuttosto scegliere di fare. Stefano Zanetto, direttore del personale di Vittoria Assicurazioni, racconta, tra passato e presente, la filosofia di questa Compagnia assicurativa al traguardo dei cento anni, spiegando come stia evolvendo alla luce dei cambiamenti che il mondo sta attraversando. E spiega come la filosofia del calcio sia servita a fare in Vittoria Assicurazioni una piccola rivoluzione.

Direttore Zanetto, cosa sta cambiando nel mondo del lavoro e delle assicurazioni?

«Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. E noi ci siamo chiesti, ad un certo punto, di cosa avessimo bisogno davvero e cosa potessimo fare affinché i giovani si interessassero a noi. In passato, infatti, nonostante l’azienda avesse scelto di non essere troppo esposta mediaticamente, era comunque facile arrivare a candidati di eccellenza. Ma poi il mondo negli anni è cambiato ed è cambiato anche il modo di cercare e trovare lavoro, sono modificate le esigenze. Ci siamo quindi chiesti quali necessità hanno i ragazzi della generazione Z».

E a quale conclusione siete arrivati?

«Ci siamo resi conto che questa generazione ha particolarmente bisogno di capire dove si trova. Abbiamo pensato che fare una breve esperienza da noi, che non fosse subito specialistica, potesse servire loro a capire meglio predisposizioni ed interessi.  Questi giovani non sono attratti dal contratto a tempo indeterminato ed è necessario selezionarli con metodi nuovi, che rispondano alla loro abitudine ad utilizzare strumenti e modalità digitali. I “vecchi” canali tradizionali, come l’inserzione all’università a cui Vittoria Assicurazione era abituata, erano insufficienti».

Cosa avete pensato di fare?

«Abbiamo creato Vittoria League, un progetto attivo dal 2019 mutuato dal calcio, di fatto un percorso di talent acquisition, formazione e sviluppo dedicato esclusivamente ai talenti della generazione Z. Ci siamo ispirati alla cantera del Barcellona (cantera è un termine mutuato dalla lingua spagnola – in italiano cava – che indica le scuole giovanili gestite dalle varie squadre, ndr). Nella cantera i ragazzi imparano una filosofia di vita che va ben oltre quella del campo da gioco. Abbiamo cercato di replicare questo modello applicandolo alle nostre esigenze: la selezione è suddivisa  in due categorie, “Esordienti” (laureandi o neolaureati alla prima esperienza) e “Primavera” (giovani con già un’esperienza lavorativa)».

Come avviene la selezione?

«Il 90% della selezione si svolge da remoto. Si tratta, quindi, di due percorsi di selezione che si snodano in tappe progressive, ispirate anche alle dinamiche della gamification, al termine delle  quali il candidato sarà scelto o meno per essere “titolare” della rosa da mettere in campo. I vincitori entreranno ufficialmente in azienda con un contratto di internship della durata iniziale di sei mesi se Esordienti e con un contratto della durata iniziale di un anno se Primavera».

In cosa consiste il percorso della gamification?

«Cerchiamo di attrarre i ragazzi attraverso una serie di giochi con i quali, man mano che proseguono, diventavano sempre più legati al mondo assicurativo. Una volta terminata la fase di selezione, il programma di formazione prosegue quando i giovani talenti entrano a far parte della squadra di Vittoria Assicurazioni»

Quanto tempo intercorre tra l’inizio e la fine del processo di reclutamento?

«Circa due mesi. Oggi siamo alla quarta wave, la cui conclusione è prevista ad ottobre».

Cosa è cambiato in Vittoria Assicurazioni dopo l’avvio di questo progetto?

«Per noi è stato rivoluzionario: il sito di Vittoria League ha ottenuto 3 mila click. Alle ultime fasi di selezione arrivano 300 candidati; ne vengono presi sette. Questo percorso ci permette di lavorare con una popolazione enorme, considerando che siamo circa 550 dipendenti. Occorre sottolineare che durante il periodo di stage i candidati vengono spostati in tre business unit diverse in modo che possano capire il processo della Compagnia. L’idea è quella di non offrire contratti subito, ma fare vivere loro un’esperienza, proprio come succede alla cantera del Barcellona. Poi li lasciamo andare a fare altre esperienze: posso dire che quelli che abbiamo chiamato dopo tempo sono venuti da noi: ciò significa che l’esperienza era stata positiva».

Sono più donne o uomini a scegliere Vittoria Assicurazioni?

«Storicamente, quello assicurativo è un settore soprattutto maschile. Ma nel nostro caso non facciamo distinzioni e infatti abbiamo un buon equilibrio tra candidate e candidati».

Proseguirete lungo questa direzione?

«Certamente sì. Ci stiamo preparando alle esigenze che potremmo avere nei prossimi anni in modo da non trovarsi sguarniti».

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