llimity, la banca con il welfare che fa scuola

Nata da un anno, la banca è già un punto di riferimento per il modello innovativo di integrativo applicato, basato sul concetto di valore e sul senso di appartenenza

Illimity

Un welfare improntato al total value per lasciare la libertà ai propri dipendenti di scegliere il proprio pacchetto di integrativi aziendali, con una particolare attenzione alla conciliazione dei tempi di lavoro e di quelli familiari, che contempla anche un congedo parentale di 20 giorni per i papà. Nata da solo un anno, Illimity – la banca digitale risultato dell’incorporazione della Spaxs creata da Corrado Passera in Banca interprovinciale di Modena – è già un modello e un posto di lavoro tra i più ambiti. Total value, dunque, e non total reward: un modello che implica il concetto di scelta e non di ricompensa, a cui l’azienda è giunta attraverso un accordo fatto con i sindacati. I contratti sono tutti uguali: nei tre filoni di cui si occupa la banca – credito alle Pmi complesse, acquisto e gestione di Npl e banca diretta digitale per la clientela retail e corporate – sono gli stessi. Perché, come spiega l’hr manager di illimity, Marco Russomando a Il Sole 24 ore, “se si vuole avere tutti i lavoratori nella stessa value proposition dobbiamo assicurare lo stesso tipo di contratto”. In questo modo il senso di appartenenza è più forte e questo bilancia i costi che sono senz’altro più elevati.

Un modello di welfare

Oltre alla copertura degli infortuni, la sanità integrativa e la previdenza complementare di base, ai dipendenti viene dato un wallet con cui scegliere dove investire: in previdenza, sanità o anche in trasporti, formazione, scuole, mense, libri e voucher per i viaggi, oltre a ticket restaurant di 7 euro. Riconoscimenti particolari vengono dati a chi studia, a chi ha figli disabili: il premio di laurea è di mille euro e ai neogenitori viene consegnato un buono di 500 euro per Chicco o Prenatal, mentre a chi ha figli disabili viene riconosciuta una provvidenza annua di tremila euro.

Il quartier generale di Illimity è a Milano, dove lavorano 300 persone, con altre 200 dislocate tra Modena e Faenza. Gli illimiters – così come vengono chiamati i dipendenti di Illimity – sono al 43% donne e al 57% uomini, hanno un’età media di 37 anni e provengono da quindici paesi diversi oltre che da settori disparati: non solo dal mondo del credito, ma anche del design. Si tratta, anche in questo senso, di un ambiente molto diverso da quello della banca tradizionale e la progressione di carriera non avviene secondo criteri anagrafici, ma per competenze e meriti.

La banca è quotata in borsa e dall’avvio ad oggi il titolo ha guadagnato il 34%: una buona notizia anche per chi ci lavora, visto che i dipendenti sono tutti azionisti, e chi viene assunto come quadro o professional si ritrova anche con 2 mila euro di azioni all’anno per cinque anni, contro i 100 previsti per i dirigenti.

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