Cosa sono le HR Servitization e come cambiano le strategie delle aziende

Dal prodotto a servizi di valore: il processo della servitization è applicabile anche al mondo HR. Ma se il primo passo da compiere è spostare il punto di vista sul dipendente e capirne i bisogni, cosa significa davvero e cosa cambia?

servitization

In un contesto sempre più human-centric, arriva dal mondo anglosassone quella che sembra destinato a diventare anche da noi un trend: l’HR Servitization. Si tratta di un nuovo orientamento, che pone al centro un cambiamento di prospettiva nella gestione delle risorse umane. Cosa si intende? Quali sono le differenze con le HR tradizionali? E ancora, come questo cambiamento di prospettiva nella gestione delle persone va ad impattare sull’organizzazione aziendale?

Cosa vuol dire HR servitization?

Il 67% dei dipendenti non è soddisfatto di come vengono amministrati buste paga, bonus e salari, mentre il 64% non apprezza la gestione delle ore lavorative e di assenza. Sono questi alcuni dati emersi dalla ricerca di Haufe “Hr Service Experience 2021” che ha indagato in particolare il gradimento delle attività di amministrazione del personale.

Aspetti significativi anche per comprendere meglio cosa si intende per HR servitization.

La servitizzazione, il termine italiano per servitization, indica in generale un vero e proprio cambiamento del modello di business, grazie al quale l’azienda abbandona una visione centrata sul prodotto per concentrarsi sul cliente. L’idea è quella di “prodotto as a service”, dove il valore aggiunto è quello dei servizi, come assistenza post-vendita, help-desk e così via. Per fare un esempio eclatante, è quello che hanno fatto piattaforme di streaming come Netflix o Spotify, che hanno trasformato in servizi di abbonamento quello che un tempo erano prodotti come DVD o CD.

In un modo simile, l’HR servitization si riferisce a un nuovo approccio alla gestione delle risorse umane, che punta a migliorarne la percezione come un servizio di valore.

HR servitization, cosa cambia

Un cambio di passo verso la cosiddetta HR servitization dovrebbe partire da una riflessione di base che rivaluta il significato di esperienza. Così come il consumatore non sceglie semplicemente un prodotto, ma chiede una “customer experience” soddisfacente, così il dipendente migliora la sua esperienza quando da semplici comunicazioni “di servizio”, i contatti con le Risorse Umane si trasformano in uno reale scambio relazionale.

L’innovazione sta dunque nel chiedersi quale sia il bisogno del lavoratore e quindi come soddisfarlo, contro un approccio tradizionale in cui a contare è solo l’iter operativo.

Già nella fase di assunzione, per esempio, nelle HR tradizionali il processo prevede l’invio del contratto di lavoro come semplice transazione che ha come obiettivo quello di produrre un valore tangibile, ossia documentazione, istruzioni e così via.

In ottica di HR servitization, invece, non è più il “bisogno” dell’HR al centro, bensì l’opportunità, anche attraverso un’operazione pratica, di generare un’esperienza per il dipendente, che percepirà il valore intangibile, ma fondamentale, del sentirsi considerato, e quindi più soddisfatto.

A volte le soluzioni potrebbero sembrare sin troppo semplici, ma senz’altro efficaci, come quella di inviare insieme al contratto un biglietto di benvenuto scritto a mano, oppure insieme al modulo di notifica di malattia, un augurio di pronta guarigione.

Forse nulla di realmente nuovo, ma che propone un reale cambiamento di mindset sistematico anche per quanto riguarda il ruolo degli HR.

Le nuove competenze della HR servitization

La gestione delle risorse umane in ottica di HR servitization richiede lo sviluppo di una nuova consapevolezza. Se anche gli obiettivi amministrativi si legano a una nuova strategia volta a generare valore, costruire la relazione e disegnare esperienze, si tratta di valorizzare il ruolo ispirazionale di chi se ne occupa. Ovviamente ciò dovrebbe avvenire in un contesto di sostenibilità dove, dalla strategia all’organizzazione sino all’implementazione digitale, tutto vada nella direzione di supportare una gestione sana delle risorse umane, con le persone al centro dei processi.

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