Dati mercato del lavoro e redditi: l’analisi di Istat

Basandosi sull’integrazione di diversi dati, l’Istat ha esaminato i livelli di occupazione in relazione ai redditi nel tempo. Ecco i dettagli salienti

dati mercato del lavoro e reddito: l'analisi integrata di Istat

L’Istat ha condotto un’analisi sul mercato del lavoro e sui redditi, basata sull’integrazione delle informazioni sullo stato occupazionale raccolte tramite la rilevazione delle Forze di Lavoro negli anni 2019 e 2022 (oltre 500.000 interviste per anno) con i dati sui redditi provenienti dai registri statistici e dalle fonti amministrative nel periodo 2015-2021.

Questa integrazione consente di esaminare e confrontare nel tempo la partecipazione al mercato del lavoro in relazione alle condizioni economiche delle famiglie di appartenenza degli individui.

Analisi integrata Istat: i dati occupazionali

Nel 2022, il mercato del lavoro ha proseguito la ripresa iniziata nell’anno precedente dopo il crollo del 2020 dovuto alla crisi pandemica. Rispetto all’anno precedente alla pandemia (2019), nel 2022 si è osservato un aumento del tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni dal 59% al 60,1% (+1,1 punti percentuali), accompagnato da una diminuzione del tasso di disoccupazione (passato dal 10,1% all’8,2%, -1,9 punti percentuali) e da una sostanziale stabilità del tasso di inattività (dal 34,5% al 34,3%, -0,2 punti percentuali).

L’analisi integrata di Istat illustra come i quintili di reddito equivalente più bassi, che tendono ad avere tassi di occupazione strutturalmente inferiori, hanno mostrato aumenti più significativi tra il 2019 e il 2022 (+2 punti percentuali nel primo quintile e +1,7 punti percentuali nel secondo), insieme a una riduzione relativamente più marcata del tasso di disoccupazione (-5 punti percentuali nel primo e -2,9 punti percentuali nel secondo).

Nonostante il Mezzogiorno abbia tassi di occupazione più bassi, pari al 46,7% nel 2022, ha registrato un aumento del tasso relativamente più elevato rispetto al 2019 (+1,9 punti percentuali), soprattutto nel primo quintile più povero (+2 punti percentuali). Al contrario, si è osservata una diminuzione del tasso di occupazione nei due quintili più ricchi del Nord-ovest (-0,9 punti percentuali e -0,4 punti percentuali) e nel penultimo quintile del Nord-est (-1,3 punti percentuali).

Giovani e livelli di istruzione

I giovani tra i 25 e i 34 anni, che hanno raggiunto un tasso di occupazione del 66,1% nel 2022, hanno registrato l’aumento più significativo (+3,4 punti percentuali) rispetto al periodo precedente alla pandemia, soprattutto nel quintile di reddito inferiore (+3,9 punti percentuali).

Il divario nei tassi di occupazione tra individui con diversi livelli di istruzione cresce all’aumentare del reddito: nel quintile più povero, il tasso di occupazione è del 54,7% tra coloro con titolo universitario (+23,4 punti percentuali rispetto ai meno istruiti), mentre nel quintile più ricco è dell’89,1% (+31,7 punti percentuali). Il recupero dei livelli occupazionali rispetto all’anno precedente alla pandemia aumenta all’aumentare del livello di istruzione, raggiungendo +1,6 punti percentuali per coloro con un’istruzione universitaria, con un aumento relativamente maggiore nel secondo quintile (+3,5 punti percentuali).

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