Disconnessione, arrivano i ‘Zoom-free days’

L’accessibilità e la rapidità dei meeting online sono un’arma a doppio taglio? Sembrerebbe di sì. Alcune aziende hanno cominciato a porre restrizioni alle riunioni virtuali, indicate come killer di produttività e potenziali foriere di burnout. Allianz Technology, Esi Group, Accenture, Citi e HSBC hanno deciso di battezzare degli ‘Zoom-free days’, in cui i dipendenti saranno liberi da call.

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Troppe riunioni virtuali uccidono la produttività e causano burnout. La “stanchezza da Zoom” o “Zoom fatigue” è reale, neanche il Ceo di Zoom Eric Yuan è riuscito a evitarla. Per questo alcune aziende hanno cercato di affrontare il problema lanciando i “Zoom-free days”.

Avere più riunioni consecutive, specialmente in uno scenario virtuale in cui è permesso staccarsi dallo schermo, sta uccidendo la produttività e contribuisce all’esaurimento dei dipendenti, al superlavoro e alla mancanza di equilibrio tra lavoro e vita  privata. Un metodo per affrontare l’affaticamento da call – e concentrarsi nuovamente sul benessere dei dipendenti – è l’introduzione di pomeriggi o giorni “senza zoom”. Non è un concetto nuovo, ad esempio Shopify lo fa dal 2018. «Ai nostri dipendenti viene chiesto di rifiutare tutte le riunioni interne il mercoledì e dedicare tempo al pensiero non strutturato, costruendo, creando» ha dichiarato David King, responsabile del welfare aziendale a Shopify.

I casi aziendali

Tra le aziende che hanno deciso di vietare le riunioni in alcuni giorni della settimana per affrontare il burnout dei dipendenti ci sono Allianz Tecnology, Esi Group, Accenture, Citi e Hsbc.

A inizio maggio il direttore operativo di Allianz Tecnology, Barbara Karuth-Zelle, ha condiviso su LinkedIn la notizia che la società di servizi finanziari sta sperimentando i cosiddetti “Silent Friday Mornings” in cui non sono previste riunioni tra le 9 e le 12. Tuttavia, l’impegno di Allianz nel sostenere il benessere dei dipendenti durante la pandemia non si limita alla gestione delle riunioni eccessive. Alla fine dello scorso anno, i responsabili welfare hanno organizzato una settimana del benessere virtuale globale, che prevedeva discussioni su nutrizione e consapevolezza.

Alla fine di aprile, ESI Group, società di prototipazione virtuale con sede in Francia, ha riconosciuto che le riunioni causavano stress e interrompevano i flussi di lavoro per i dipendenti. L’azienda ha quindi deciso di istituire il mercoledì come giornata senza riunioni. L’obiettivo non è solo quello di restituire ai dipendenti il ​​tempo di concentrarsi e lavorare in modo efficiente, ma anche di introdurre maggiore flessibilità nella loro settimana lavorativa.

Nel giugno 2020, la società di consulenza globale Accenture ha riconosciuto che i propri dipendenti si stavano esaurendo. Durante l’estate, i lavoratori statunitensi di Accenture sono stati incoraggiati a limitare il numero di riunioni il venerdì e a terminare le chiamate in conferenza alla fine della giornata lavorativa alle 17:30. Il personale sta ricevendo una formazione per comprendere i meccanismi psicologici alla base dello stress e gestire al meglio il proprio esaurimento.

Anche il Ceo di Citigroup, Jane Fraser, a fine marzo ha deciso di implementare i venerdì senza Zoom per affrontare l’esaurimento digitale. In un post sul suo blog, ha scritto: «So dai vostri feedback e dalla mia esperienza che il mescolarsi dei confini tra casa e lavoro e l’inesorabilità della giornata lavorativa pandemica hanno messo a dura prova il nostro benessere. Semplicemente non è sostenibile». Citi ha scelto il venerdì come giorno senza videochiamate – sebbene le chiamate audio siano ancora consentite –, incoraggiando i dipendenti a stabilire “limiti di lavoro salutari”.

Un altro gigante bancario che ha abbracciato allo stesso modo il diritto al work-life balance è HSBC, che sta sperimentando venerdì pomeriggio senza Zoom con il personale del Regno Unito. La decisione è arrivata quando il dipendente Jonathan Frostick ha fatto notizia per aver condiviso i propri pensieri sulla necessità di un equilibrio tra lavoro e vita privata, dopo aver subito un infarto mentre si preparava per una settimana lavorativa di domenica pomeriggio.

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