Gender equality, bollino rosa a sette imprese virtuose

La Certificazione della Parità di Genere, messa a punto da Winning Women Institute, assegnata alle aziende che più si sono distinte in tema di pari dignità tra uomo e donna. In Italia c’è ancora molto da fare: la parità è un tema etico ma anche economico: con più donne al lavoro si creerebbero contesti positivi e ci sarebbe una decisa crescita del Pil

enrico gambardella

Qualcosa si muove sul fronte della gender equality. Sono sette le imprese che hanno ricevuto la Certificazione della Parità di Genere di Winning Women Institute, il cosiddetto Bollino Rosa (l’istituto è impegnato nella diffusione del principio di gender equality nel mondo del lavoro, affiancato da un comitato scientifico composto da personalità di grande spessore). Le prime aziende in Italia ad essere certificate sono ALLIANZ Partners, Alés Group, Amgen, cameo, Biogen, GRENKE, Sanofi.

 

Il Bollino Rosa è stato assegnato a seguito di un innovativo processo e percorso di certificazione denominato Dynamic Model Gender Rating (qui un nostro approfondimento sul tema). Si tratta di un modello di indagine esclusivo, elaborato insieme a un comitato scientifico composto da esperti di settore, manager e docenti universitari per analizzare lo status sulle pari opportunità nei contesti organizzativi aziendali. La rilevazione e l’analisi dei dati del processo di certificazione è affidata a un ente indipendente, la Ria Grant Thornton, tra i leader mondiali di consulenza e revisione, presente in 140 paesi nel mondo con 47.000 professionisti. Il Dynamic Model Gender Rating alla base della certificazione si focalizza su 4 aspetti: valutazione delle opportunità di crescita in azienda, equità remunerativa e processi HR, politiche per la gestione della gender diversity, policy per la tutela della maternità.

 

Qualità

«La Certificazione di parità di genere del nostro istituto è un bollino di qualità che viene rilasciato solo a imprese che rispettano indicatori molto stringenti sulle pari opportunità  – ha commentato Enrico Gambardella, presidente di Winning Women Institute –  La nostra iniziativa si propone di colmare il gap salariale, la conciliazione dei tempi di vita-lavoro e di parità in senso ampio nel contesto lavorativo e aziendale tra uomo e donna, favorendo e stimolando comportamenti virtuosi nelle aziende e tra i dipendenti. Si tratta di un’evidente esigenza di crescita culturale del mondo del lavoro in generale la cui consapevolezza in tal senso è fortemente cresciuta in questi anni».

 

Non solo etica

L’attenzione alla parità di genere è sì un tema etico, sul quale in Italia c’è ancora molto da fare (seppur a fronte di segnali positivi), ma è anche un tema economico, di business. Le imprese che hanno una gestione evoluta della diversity sono quelle più dinamiche e con risultati migliori. Dove il gender balance è in equilibrio, business e ambiente di lavoro ne risentono positivamente. La Banca d’Italia ha stimato che un aumento del tasso di partecipazione femminile al 60% comporterebbe un aumento del Pil fino al 7%. Per McKinsey la parità di genere può valere il 26% del Pil mondiale in più entro il 2025 (12 trilioni di dollari).

 

In Italia

L’Italia è all’82° posto sul tema del Gender Gap, come rilevato dal World Economic Forum 2017. C’è molto da fare, qualcosa è stato fatto e continueranno le iniziative del Winning Women Institute: le aziende coinvolte nel processo di certificazione sono numerosissime. Entro fine 2019 sarà pubblicato il primo rapporto completo sul processo di certificazione delle aziende con il Bollino Rosa in Italia.

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