Il manager in vacanza è connesso, ma sempre meno

Una ricerca sui comportamenti dei dirigenti durante le ferie: la percentuale di chi è sempre raggiungibile e di chi controlla le mail resta alta ma è in calo rispetto a cinque anni fa. Cresce la propensione a godersi il riposo, prevalentemente al mare e con la famiglia. Il diritto alla disconnessione è sempre più al centro della contrattazione.

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Avete presente il manager sempre attaccato al telefono quando è in vacanza, con la lista delle mail sempre sotto gli occhi, ossessionato dalle notifiche e perennemente in contatto con l’ufficio? Quel tipo di persona parodiato dal “Milanese imbruttito”? Non esiste più, l’approccio del manager alla vacanza è molto più maturo che nel passato: c’è il mare, il riposo, il tempo per la famiglia, le letture di libri e poi anche il collegamento con il lavoro e la connessione, ma senza ossessioni e con una vacanza più lunga rispetto a 5 anni fa.

La fotografia del manager in vacanza l’ha scattata Astraricerche per conto di Manageritalia, la federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato che rappresenta, in Italia, oltre 35.000 manager e alte professionalità del terziario. La ricerca, anticipata da Repubblica Affari & Finanza, evidenza che rispetto a 5 anni fa è in crescita (dall’86 al 93%) la propensione a godersi i giorni di riposo e a restarci più tempo che in passato (crescono i manager che stanno in vacanza più di 20 giorni, calano quelli che riposano per una sola settimana).

La connessione

Il manager, in vacanza, è connesso: è raggiungibile dai collaboratori per emergenze (82%) e guarda le mail di lavoro (74%). La novità è che la pervasività tecnologica è sempre più vissuta con fastidio: rispetto a 5 anni fa sono diminuiti i professionisti che si rendono reperibili e ancora più in calo sono quelli che leggono la posta nel periodo di ferie, mentre aumenta, dal 4,9% al 7,9%, la quota di quelli che sono completamente disconnessi. Secondo Enrico Pedretti, direttore marketing di Manageritalia, dalla ricerca emerge la figura di un manager maturo, che sa coniugare riposo e lavoro, che oltre allo “smart working pratica le smart holiday”.

Disconnessione

Al netto delle vacanze e del comportamento dei manager, la pervasività della tecnologia ha portato a introdurre in alcuni contratti di lavoro (ad esempio l’ultimo Cnl scuola) il cosiddetto diritto alla disconnessione (qui un approfondimento). Nel contratto nazionale viene sancito il principio generale, demandando alla contrattazione decentrata o aziendale l’individuazione delle modalità per rendere operativo il diritto alla disconnessione. Il contratto scuola stabilisce: “Sono oggetto di contrattazione integrativa, a livello di istituzione scolastica ed educativa, i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare”. Principio analogo è stabilito anche nel Cnl banche e assicurazioni ed è in discussione nei rinnovi di altri contratti nazionali, a dimostrazione dell’impatto, anche indiretto, delle tecnologie sull’organizzazione del lavoro, soprattutto per chi non svolge mansioni operative. Alcune imprese (Unicredit, Findomestic e Cattolica Assicurazioni) hanno elaborato proprie policy in tema di diritto alla disconnessione del proprio personale dipendente o trattato l’argomento all’interno degli accordi integrativi aziendali raggiunti con i sindacati.

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