Italy best employers, ecco le aziende dove lavorare è più bello

La ricerca effettuata da Statista e Corriere.it individua le migliori aziende in cui lavorare, sulla base delle interviste a 12 mila dipendenti dopo il lockdown.

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Heineken è la prima, seguita da Banca d’Italia e Costa Crociere. E poi arrivano Microsoft, Hilton Hotel, Salmoiraghi & Viganò e l’azienda pugliese Magna, che produce pezzi di automobili e supera la Ferrari di Maranello; e ancora Bicocca, Pfizer e Alpitour. Queste le prime dieci aziende votate dai dipendenti come le migliori in cui lavorare, su un totale di 400.

È la classifica stilata da Statista che, insieme a Corriere.it, ha messo in fila le aziende migliori in cui lavorare attraverso interviste a 12 mila dipendenti, ai quali è stato chiesto di dare un voto alla propria azienda – da uno a dieci – e di raccomandare altre aziende, arrivando così a comporre un panel pesato di oltre 650 mila preferenze.

La ricerca è stata svolta durante l’estate, dopo il lockdown, mentre la pandemia era ancora in corso. E anche per questo motivo è significativa, come ha dichiarato al Corriere Gabriele Gabrielli, docente di Organizzazione aziendale all’Università Luiss, ricordando che – in un periodo come quello che stiamo attraversando – è sempre più importante “ri-orientarsi”: vale per i dipendenti, che devono avere dai manager risposte rispetto al senso del loro operato, e vale per i manager stessi, che hanno necessità di rafforzare l’attaccamento all’impresa, senza poter più contare sulla presenza fisica, sulla coesione di team che si sono costruiti e sono divenuti solidi proprio grazie allo scambio continuo de visu. Ecco, dunque, che la fiducia assume più importanza del controllo, alla luce della nascita di una condizione nuova, quella della “preStanza”, che è un mix di presenza e distanza.

A premiare Heineken e Banca d’Italia (che contano rispettivamente 2.000 e 6.600 dipendenti) sono stati piani di welfare innovativi, anche familiari. In una situazione in cui le prestazioni lavorative saranno sempre più miste, anche le iniziative che le aziende prenderanno dovranno essere conseguenti e capaci di rimettere al centro la persona.

I settori

Scorrendo il posizionamento dei singoli settori nella classifica generale delle 400 aziende, emerge che a essere più amati sono quelli dell’alimentare – Heineken (1°) stravince su tutte, ma Ferrero (11°) si trova solo dieci punti più in giù – e del turismo, dove primeggia Costa Crociere (3°) e dove resistono nomi storici come quelli di Hilton hotels (5°) e Alpitour (10°), che hanno fidelizzato la loro utenza nonostante la grossa crisi.

Il settore del lavoro e della consulenza non invece è tra i più apprezzati – la prima, Capgemini, si posiziona solo al 247° posto ­– mentre va decisamente meglio per l’area delle vendite al dettaglio, dove Salmoiraghi & Viganò (6°) svetta su tutti i concorrenti con un punteggio di 8.77 (all’interno di un range che va da 6,78 a 9,26); tuttavia Decathlon, forte del gradimento proveniente innanzi tutto da dipendenti giovani, ha ottenuto un buon posizionamento (18°), anche perché nella fase di reclutamento viene tenuto conto del legame con lo sport da parte degli aspiranti dipendenti. Quasi a pari merito i grandi marchi del fashion: se è vero che “vince” la Otb only the brave di Renzo Rosso (34°), si trovano subito dopo Giorgio Armani (35°), Miuccia Prada (37°) e Dolce & Gabbana (38°). E, nei primi cento posti, anche Max Mara, Nike, EssilorLuxottica, La Rinascente, Adidas e Calzedonia. In posizioni più basse catene della grande distribuzione come Esselunga o Lidl, benché abbiano continuato ad assumere anche subito dopo il lockdown.

Nei settori internet e pharma – complessivamente molto amati – spiccano più aziende straniere che italiane: vince Microsoft (4°) su Apple (16°), Pfizers (9°) su Roche (17°), Sanofi (29°), Recordati (49°). Sul fronte tv e gruppi editoriali, Sky ha la meglio su Rai e Mediaset, mentre Mondadori batte Feltrinelli per le case editrici.

Banca d’Italia è al secondo posto assoluto e prima nel settore che riguarda banche e assicurazioni, seguita – con un certo distacco – da Allianz, Axa, Unicredit, Banca Mediolanum e Unipol. Uno stacco che potrebbe essere attribuibile alla crisi che ha colpito le banche nel 2008, con contraccolpi da cui è emersa, forse, un’idea di posto di lavoro non più solido come un tempo.

Nel settore auto sorprende il sorpasso dell’azienda Magna di Modugno, in provincia di Bari, che svetta davanti alle punte di diamante della Motor valley emiliana: si tratta di un investimento della casa madre canadese che, insieme alla tedesca Getrag, ha ampliato il sito italiano dove si realizzano le auto a sette marce.

Le Università continuano ad essere considerate un buon posto in cui lavorare: Milano Bicocca ottiene la posizione 8 del ranking globale, seguita da Pavia, dal Politecnico e dalla Statale di Milano; ma sono presenti anche Bologna, Padova, Pisa, Perugia, Roma Sapienza e Napoli Federico II; va bene anche il Cnr. Tra gli ospedali, il Careggi di Firenze spicca insieme al polo di Siena, a segnare il “modello toscano”. Ma nel mezzo troviamo anche il San Raffaele e la Fondazione Ambulanza, l’Istituto dei Tumori e la Città della salute di Torino.

Non si trovano invece in alto le aziende edili dove, tuttavia, Webuild (ex Impregilo) è la prima classificata. Nel settore energia Snam ed Edison si posizionano in alto nella classifica generale (rispettivamente al 32° e 33° posto), seguite da Eni ed Enel. Nei trasporti, Ferrovie dello Stato si posiziona davanti a Italo e Trenord. Per ciò che riguarda la trasformazione dei materiali, vince il gruppo della chimica Mapei.

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