L’azienda dei sogni? Prima di tutto deve essere solida

È la caratteristica più apprezzata dai lavoratori italiani che valutano di candidarsi per una posizione, mentre per i colleghi Emea conta di più il modo in cui l’azienda tratta i propri dipendenti. Smart working sì, ma no a soluzione estreme di lavoro domestico sempre: la tecnologia può isolare, il confronto con i colleghi conta ancora molto

l'azienda dei sogni deve essere solida

Va bene l’employer branding e la brand reputation, ma nella sostanza quali sono gli elementi che portano un lavoratore a scegliere un’azienda al posto di un’altra? La risposta alla domanda è in una ricerca di Kelly Services (outsourcing, consulenza e somministrazione dei lavoratori) nell’ambito di Kelly Talent@work, condotta su 14 mila persone in dieci paesi Emea, di cui 1.700 in Italia: il modo in cui un’azienda tratta i propri dipendenti è a livello globale il fattore che maggiormente spinge le persone in cerca di lavoro a candidarsi per una posizione. In Italia, però, si bada molto più al sodo: più di tutto contano la solidità finanziaria (per il 60% degli intervistati) e le opportunità di carriera (51%).

La survey è molto articolata e tratta principalmente i tre grandi temi di interesse di chi cerca lavoro emersi: ambiente di lavoro umano, leadership stimolante, modi alternativi di lavorare.

Smart working?  

Lo studio evidenza le differenze tra i vari Paesi e smonta anche alcune letture che vanno per la maggiore nella narrazione dell’Hr management. Ad esempio: lo smart working sembra essere la panacea di tutti i mali, ma piace davvero? La soluzione estrema piace poco, quella ibrida piace abbastanza: solo il 5% dei lavoratori italiani sceglierebbe la soluzione più netta: lavorare esclusivamente da casa. Una percentuale bassa, se si considera che il 59%, invece, sceglierebbe una soluzione “ibrida”, che preveda sia il lavoro da casa che quello dall’ufficio.

L’ufficio

Rinunciare all’ufficio non è una opzione presa in considerazione (in realtà, tranne in qualche raro caso, non è nemmeno una opzione concessa dai datori di lavoro), per diverse ragioni. Alla domanda “Cosa preferisci del lavoro in ufficio?” gli intervistati hanno risposto nel 60% dei casi che “è più facile interagire con i colleghi”. Al secondo posto (48,5%) si colloca il lato sociale di essere insieme ad altre persone. Si tratta di ragioni prettamente relazionali: probabilmente la tecnologia è vista come un fattore distanziante. Un altro aspetto emerso dalla ricerca è che il lavoro in proprio, come approccio flessibile, non è un’opzione apprezzata. Solo il 13,7% degli intervistati italiani ha risposto di aver intenzione di mettersi in proprio, il 27,3% l’ha preso in considerazione ma non ha intenzione di farlo, il 41,7% potrebbe considerarlo in futuro, mentre il 17,4% lo esclude.

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