Leadership: le proposte del tavolo di lavoro

Otto tavoli di lavoro altamente qualificati, ognuno coordinato da un esperto in materia e ognuno dedicato a un tema cruciale del mondo del lavoro italiano, hanno rappresentato il cuore di ORU-Officina Risorse Umane, la due giorni promossa da HR Link e Stati Generali Mondo del Lavoro che ha visto incontrarsi – a fine novembre – circa 80 responsabili HR di realtà aziendali di dimensioni e settori differenti, insieme a referenti istituzionali, opinion leader ed esperti. Da ogni tavolo sono emerse una serie di proposte che sono state poi presentate all’intera assemblea nella plenaria di chiusura dei lavori e che daranno vita a un documento che verrà inviato al ministro del Lavoro. In otto articoli differenti, vi illustriamo le premesse e le proposte di ogni tavolo.

ORU Leadership

Se è vero che esiste un “prima” e un “dopo” pandemia, è anche vero che il Covid ha mostrato sia come la stabilità sia un concetto fragile, sia come le aziende debbano essere preparate al cambiamento continuo e, a tratti, repentino. Benessere ed engagement sono i due fattori-chiave del momento, che pongono sempre di più le persone al centro e che, di conseguenza, richiedono la guida di leader “illuminati”, che accanto alle imprescindibili competenze tecniche, sfoderino soft skill fondamentali: dalla flessibilità all’inclusività, dall’ironia all’intelligenza emotiva, dall’orientamento alla sostenibilità alle capacità comunicative.

Nuovi stili di leadership

Il punto di partenza del tavolo di lavoro dedicato alla Leadership nell’ambito di Oru-Officina Risorse Umane e coordinato da Pasquale Natella – Amministratore Delegato di EXS Italia – è stata l’analisi dei diversi modelli di Leadership adottati dalle singole realtà aziendali, per comprendere quanto gli “stili manageriali” dei singoli manager rientrino nella performance review e, soprattutto, come si possano misurare le competenze oggi richieste ai manager e come sia possibile “formare” nuovi leader al fine di far loro adottare nuovi comportamenti, coerenti con nuovi KPI e con le nascenti esigenze sociali e aziendali di stabilità e di benessere delle risorse.

Da questi presupposti si è cercato poi di arrivare alla definizione di un modello efficiente di leadership “universale” – orientato e finalizzato al benessere del dipendente e pensato per essere applicato e sviluppato in un arco temporale di medio-lungo termine – che possa essere adottato da tutte le realtà societarie indipendentemente dalle dimensioni e dall’ambito sociale e che possa valere per tutti i livelli aziendali.

Engagement, sviluppo & innovazione ed ESG (acronimo di environmental, social, governance) sono i nuovi KPI sui quali misurare la validità di un modello manageriale: da questo assunto sono nate le proposte che il tavolo di lavoro ha presentato al Governo.

 Le proposte nel dettaglio

Per il tavolo di esperti, l’elemento prioritario è la creazione di una Certificazione della qualità della Leadership dell’azienda, che abbia l’obiettivo di incentivare la formazione su nuove competenze e che si basi su di un nuovo modello manageriale, orientato al benessere del dipendente, all’innalzamento del livello di meritocrazia all’interno della compagine aziendale e, di conseguenza, dell’attrattività della società.

Nello specifico, la Certificazione rileverà l’insieme di standard operativi adottati da quella azienda e ai quali si dovranno ispirare le nuove strategie aziendali per il presente e per il futuro.

La proposta contempla anche una serie di sgravi fiscali legati all’ottenimento della certificazione – dalla detassazione degli investimenti legati al wellbeing, a quella degli investimenti legati alla formazione interna (dei manager e dei quadri) – nonché la possibilità di favorire l’azienda in certe forme di finanziamento.

Il secondo elemento presente nella proposta riguarda la possibilità di creare una certificazione, su base volontaria, volta a certificare la qualità della Leadership del singolo manager, basata sulla codifica e sulla standardizzazione del percorso di crescita del manager, una “Certificazione della Leadership” assegnata al singolo manager, che possa far valere anche eventualmente al fine dell’accesso a concorsi pubblici dirigenziali e che consenta all’azienda, che assume quel manager, di poter godere di agevolazioni fiscali sul compenso del manager stesso.

Infine, il terzo punto della proposta entra nel merito della formazione scolastica, ipotizzando una scuola secondaria già orientata alla formazione dei “leader” del futuro, focalizzata a un modello di leadership sempre più inclusivo.

Il commento del coordinatore

“Con le nascenti esigenze sociali e aziendali di stabilità e di benessere delle risorse abbiamo ritenuto necessario ragionare su una proposta per aiutare le organizzazioni e le singole persone ad adottare nuovi valori e una serie di comportamenti utili a generare benessere in un senso più olistico.

Da qui la proposta di identificare dei nuovi KPI coerenti con queste esigenze di contesto, che valutino la leadership del Leader e dell’Azienda in maniera universale e che ne certifichino la qualità.

La nostra proposta si concretizza quindi in una Certificazione della Leadership che, anche grazie a misure di sostegno e finanziamento dello Stato, guidi imprese e persone verso una leadership realmente più sostenibile, che garantisca la centralità della persona” ha commentato la proposta Pasquale Natella.

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