Legge di Bilancio, quali scenari per il lavoro nel 2021

Lo studio Toffoletto De Luca Tamajo esamina le misure previste dal disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento, dall’estensione della cassa integrazione al blocco dei licenziamenti, dalle politiche attive per il lavoro alla deroga ai vincoli per i contratti a termine.

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di Aldo Bottini, partner di Toffoletto De Luca Tamajo

Il disegno di legge di bilancio 2021, attualmente in discussione in Parlamento, si caratterizza anzitutto, per quanto attiene ai profili giuslavoristici, per la proroga al 31 marzo 2021 della situazione oggi in essere, con riferimento alle tre principali misure di natura eccezionale adottate in relazione all’emergenza Covid-19: cassa integrazione, blocco dei licenziamenti e possibilità di prorogare e rinnovare i contratti a termine senza causale, per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta. È evidente l’intenzione di allineare la durata di tali provvedimenti, che derogano alle regole generali. La ragione di ciò è altrettanto evidente: il blocco dei licenziamenti da solo (senza cassa e senza deroga ai vincoli del contratto a termine) sarebbe ancora più esposto alle (fondate) censure di incostituzionalità da più parti prospettate. Il divieto di licenziamento individuale e collettivo dunque rimane sino al 31 marzo, come del resto da tempo annunciato. Rimangono anche invariate le eccezioni già previste, da ultimo dal Decreto Agosto: fallimento, subentro nel contratto di appalto, liquidazione della società con cessazione definitiva dell’attività, accordo collettivo aziendale che “autorizza” la risoluzione consensuale incentivata dei rapporti di lavoro con il beneficio della Naspi. Quest’ultimo si sta dimostrando, nella pratica, uno strumento utile a gestire in questo momento le eccedenze occupazionali, ed è quindi facile pronosticarne un sempre più diffuso utilizzo nei primi mesi del 2021.

La “nuova” cassa integrazione Covid sarà concessa per dodici settimane, da collocarsi nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di cassa integrazione ordinaria, e in un periodo più lungo, tra il 1° gennaio e il 30 giugno, per l’assegno ordinario (FIS) e la cassa in deroga. Sempre in materia di cassa integrazione, viene estesa per il 2021 e il 2022 la possibilità di fruire del trattamento straordinario per crisi in caso di cessazione dell’attività aziendale.

La deroga ai vincoli per i contratti a termine (anche in somministrazione) introdotti dal decreto dignità, primo tra tutti quello della necessità della causale per la proroga oltre i 12 mesi e per i rinnovi, viene mantenuta oltre l’attuale termine del 31 dicembre 2020 e fino al 31 marzo 2021. Vale la pena di ricordare che la deroga vale anche per il numero massimo di proroghe e per il cd. stop and go (nota 713/2020 dell’Ispettorato nazionale del lavoro).

Tra le altre disposizioni in materia di lavoro oggi contenute nel disegno di legge di bilancio, meritano di essere segnalate quelle volte a estendere e incrementare gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni e quelle intese a potenziare gli strumenti di politica attiva del lavoro. Quanto alle prime, viene esteso lo sgravio contributivo triennale attualmente previsto nel 2020 per le assunzioni a tempo indeterminato dei soggetti under 36 anche alle assunzioni effettuate nel biennio 2021-2022, aumentandone la misura dal 50% al 100% dei contributi, nel limite di 6.000 euro annui. La durata dello sgravio è elevata a quattro anni per le regioni del Sud e per la Sardegna. Per il biennio 2021-2022, inoltre, viene esteso a tutte le donne ed elevato al 100% (sempre nel limite massimo di 6.000 euro annui) lo sgravio contributivo attualmente previsto solo per quelle che si trovano in determinate condizioni di svantaggio nel mercato del lavoro. Infine, viene estesa sino al 2029 la cd Decontribuzione Sud (esonero contributivo parziale) in favore dei datori di lavoro privati che operano in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Uno sgravio contributivo è previsto anche per i rapporti di lavoro sportivo. Un cenno a parte merita poi la proroga, per il 2021, del congedo obbligatorio di paternità, la cui durata è confermata in sette giorni.

Per quanto attiene invece alle politiche attive, oltre agli stanziamenti a ciò dedicati, è interessante notare la proroga per il 2021 dell’operatività del contratto di espansione, che viene estesa anche alle imprese con almeno 500 dipendenti, in luogo dei 1.000 previsti dalla normativa vigente. Il contratto di espansione è uno strumento introdotto in via sperimentale nel 2019, che sta suscitando crescente interesse tra le imprese: consente di affrontare processi di reindustrializzazione e riorganizzazione combinando l’assunzione di nuove professionalità con l’utilizzo di ammortizzatori sociali (CIGS), la formazione e uno scivolo pensionistico per i dipendenti in organico. Uno strumento quindi che può agevolare il ricambio generazionale e la riqualificazione del personale. A quest’ultimo proposito, si attende anche la proroga dei termini per l’accesso al Fondo Nuove Competenze, subordinato oggi alla stipula di un accordo sindacale entro il termine ormai in scadenza del 31 dicembre 2020, proroga che dovrebbe essere disposta con decreto interministeriale, come annunciato dalla Ministra del lavoro Catalfo in un convegno degli avvocati giuslavoristi italiani. Si tratta di una misura che merita certamente di essere estesa anche al 2021, considerato anche l’interesse già manifestato dalle aziende a poco più di un mese dall’emanazione dei provvedimenti che l’hanno resa operativa. Prevede, infatti, la possibilità di ridurre l’orario di lavoro (con oneri integralmente a carico di un apposito fondo costituito presso ANPAL) per destinare le ore di riduzione a una formazione volta a fronteggiare le mutate esigenze organizzative e produttive dell’azienda, ovvero a favorire la ricollocazione altrove dei lavoratori. Una misura dunque che ben si colloca in un quadro di potenziamento delle politiche attive del lavoro, che potrebbe essere completato dal ripristino dell’assegno di ricollocazione per i lavoratori in mobilità.

Per questo e altri eventuali interventi in materia di lavoro, non resta che attendere il maxi emendamento governativo con il quale si concluderà, come di consueto, l’iter della legge di bilancio.

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