Lo sport entra nella Costituzione, una modifica all’articolo 33 ne riconosce il valore educativo e sociale

Mancava lo sport, all’articolo 33 della Costituzione, al quale è stato aggiunto un nuovo comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

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Con la seconda e ultima deliberazione da parte della Camera dei deputati, il 20 settembre scorso è terminato l’iter legislativo per l’approvazione del Disegno di legge costituzionale n. 715-B, iniziato nel dicembre 2022 quando è stata avanzata la proposta di modifica dell’articolo.  

«Nella settimana nella quale celebriamo il 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, la Settimana europea dello sport e l’approvazione al Senato del Disegno di legge in materia di promozione della pratica sportiva nelle scuole e l’istituzione dei Nuovi Giochi della Gioventù, siamo di fronte a un passaggio storico per il sistema sportivo nazionale e per l’Italia», le parole del ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi.  

Un passaggio storico ed importante poiché – come si legge nel comunicato del Governo – «lo Sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle indispensabili ‘difese immunitarie sociali’ e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità». 

L’ulteriore passo in avanti sarà quello di fare sì che oltre ad essere un valore per la Costituzione, lo sport sia anche un diritto da garantire a tutti, a partire dalle persone più in difficoltà.  

Per il Ministro, insomma, questo inserimento all’interno dell’articolo 33 fa sì che lo sport non sia osservato solo sul piano delle vittorie che permette di raggiungere, ma anche e soprattutto dal punto di vista del beneficio che porta alle persone.

«Il raggiungimento di un risultato così importante, che ha visto un impegno nel tempo, è frutto di un lavoro di squadra che, anche questa volta, ci ha permesso di tagliare un traguardo tanto voluto, quanto atteso, con la consapevolezza di essere alla successiva linea di partenza. Ora dobbiamo mettere a sistema le risorse finanziare, europee e nazionali, per far sì che lo sport sia sempre più presente nelle politiche pubbliche», sottolinea il Ministro Abodi.

Ecco che, quindi, l’inserimento di questa importante modifica, di fatto colma una lacuna della Carta Costituzionale. Su Altalex, l’avvocata Marcella Ferrari, ribadisce che la modifica dell’articolo 33 stabilisce che diventi onere per la Repubblica quello di assicurare questo diritto a tutta la popolazione, riconoscendo allo sport, appunto, la capacità di trasmettere benessere psico-fisico. 

Si tratta, tuttavia, di un passaggio atteso da tempo se si considera che nel diritto a livello europeo ed internazionale era già riconosciuto il legame tra sport e diritti sociali. Infatti, con il Trattato di Lisbona, l’Unione europea «ha acquisito una competenza specifica nel campo dello sport (art. 6, lettera e), TFUE)», scrive Ferrari.  

Inoltre, «il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea dispone che l’Unione europea contribuisca alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa». 

La modifica all’art. 33 della Costituzione e il suo significato 

Viene introdotto alla fine dell’art. 33 Cost. un nuovo comma che dispone come segue: 

  • «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». 

L’inciso finale “in tutte le sue forme” intende garantire una tutela totalizzante all’attività sportiva: dalla professionistica alla dilettantistica e amatoriale, alla mera attività di allenamento individuale. Insomma, una garanzia a tutto tondo. 

Inoltre, la scelta del sintagma “attività sportiva” in luogo di “sport” è stata dettata dal desiderio di evitare il ricorso ad un vocabolo di lingua inglese (ossia “sport”) nel testo costituzionale. 

Perché la modifica interviene nell’art. 33 della Costituzione? 

In origine, la tutela dello sport era stata inserita nell’art. 32 Cost. stante l’importanza dell’attività sportiva per il benessere dell’individuo e per la salute. Successivamente, si è deciso per l’inserimento nell’art. 33 Cost. in materia di cultura e istruzione. Infatti, lo sport svolge una funzione educativa e culturale deve, quindi, divenire parte integrante dell’educazione dei giovani. Il valore dello sport emerge anche sotto il profilo internazionale, si ponga mente alle Olimpiadi e alle Para olimpiadi.  

Lo sport ha la capacità di creare vicinanza tra le popolazioni e di divenire uno strumento di lotta contro i comportamenti xenofobi e razzisti. L’attività sportiva, dunque, va valorizzata anche in considerazione della sua importanza nell’integrazione di tutte le persone. 

Preme sottolineare che il DDL 715 riprende il testo che, nella XVIII Legislatura, era stato approvato in prima e seconda lettura dal Senato e in prima lettura dalla Camera, dove il suo iter non si è concluso a causa dello scioglimento delle Camere (si trattava del DDL n. 774). 

Di seguito, ricordiamo le “tappe” percorse dalla proposta di legge costituzionale: 

  • il 13 dicembre 2022 il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale, 
  • poi è stata la volta dell’esame da parte delle Commissioni, 
  • il 4 aprile 2023 la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il testo, 
  • il 17 maggio 2023 il Senato ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge costituzionale, 
  • il 20 settembre 2023 è avvenuta la seconda e ultima deliberazione da parte della Camera dei deputati. 

La tutela dell’attività sportiva 

L’introduzione del diritto di accesso allo sport nella Costituzione comporta un conseguente impegno da parte dello Stato, che deve assumere iniziative idonee e conseguenti. Si rende necessaria l’introduzione di obiettivi nazionali in materia di attività fisica, per sviluppare norme e condizioni effettive per l’accesso alle strutture e agli eventi sportivi, con particolare riguardo alle persone portatrici di disabilità.  

Occorre attivare, soprattutto in determinate aree del Paese, la rete di sicurezza che lo sport può rappresentare per i ragazzi che si trovano ai margini della società.  

La sua pratica va incentivata in tutte le generazioni, dai giovani agli anziani e, per questi ultimi, “va garantita la possibilità di sviluppare l’invecchiamento attivo”. 

Inoltre, è importante realizzare una cooperazione europea ed internazionale per trovare di risposte comuni ed efficaci al “problema della manipolazione delle competizioni sportive, dell’esigenza di rafforzare le azioni anti riciclaggio di denaro, di assicurare lealmente il controllo dei diritti dei media e la lotta contro il coinvolgimento delle attività criminali, in particolare del crimine organizzato, nella manipolazione delle competizioni sportive che, per loro natura sono di rilevanza transnazionale”. 

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