Nuovi scenari di welfare

Quale destino attende il welfare aziendale? Il laboratorio di ricerca Percorsi di secondo welfare riporta le parole sul tema di Giovanni Scansani, Ad di Valore Welfare

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Il welfare aziendale si configura sempre più come una priorità nella contrattazione tra le parti sociali. Lo ha sancito, da ultimo, il Patto della Fabbrica, l’accordo raggiunto di recente tra Confindustria e sindacati che segna un passo importante nello sviluppo delle relazioni industriali, specie, appunto, per quanto riguarda il tema del welfare aziendale (WA). Finora la discussione su questa materia aveva visto l’emergere di zone d’ombra causate soprattutto dalla mancanza di un’unica regia sul tema, sebbene proprio Confindustria e sindacati avessero cercato negli anni di colmare alcune lacune, pianificando interventi tesi a semplificare il sistema esistente e armonizzandolo via via alle nuove normative. Ora, con il Patto per la Fabbrica, le parti si impegnano, ferma restando la necessità di “salvaguardare il carattere universale del welfare pubblico”, a dar vita a un welfare contrattuale “integrato e coordinato”.

Sul tema il laboratorio di ricerca Percorsi di secondo welfare riporta le parole di Giovanni Scansani, Ad di Valore Welfare: “Le attuali trasformazioni del lavoro spingono a ripensare l’azienda partendo da una prospettiva più comunitaria e inducono a sostenere le dinamiche di partecipazione tra i protagonisti della vita aziendale”.

Ecco allora che tra i tanti possibili ambiti che richiedono la partecipazione dei lavoratori c’è quello del welfare aziendale. Ma a questo proposito Scansani avverte: “Ci sono alcune importanti differenze tra il “vero” WA e la “welfarizzazione” del Premio di Risultato, la cui attivazione generalmente non presuppone un “ascolto” e una partecipazione diretta dei lavoratori all’identificazione dei bisogni cui fornire risposte. Il PdR si “welfarizza”, a fronte di una libera scelta del dipendente, tramite un automatismo che si sostanzia unicamente in una diversa modalità di corresponsione della componente variabile della retribuzione. Questo strumento è capace di accrescere la motivazione verso il buon andamento aziendale collegato ad un incremento retributivo ed è quindi capace di spronare verso una maggiore produttività, ma difficilmente riesce a generare valore nel vissuto delle persone che, invece, si produce quando ad attivarsi sono le motivazioni intrinseche e specialmente quando queste siano allineate con i valori espressi dalla cultura aziendale, come avviene nelle realtà dove il WA è pratica solida, presente da tempo e strettamente connessa all’intento di fornire di tutele (che sono cose ben diverse dall’erogare premi). É poi di tutta evidenza – continua Scansani – il fatto che la “welfarizzazione” del PdR è sempre aleatoria (perché l’accesso ai servizi di WA è associato al conseguimento dei target aziendali che sono per definizione incerti) e potenzialmente non stabile (mentre i bisogni lo sono, pur nella loro mutevolezza nel tempo)”.

Viceversa il “welfare integrato e coordinato” previsto dal Patto per la Fabbrica potrà, secondo Scansani, diventare qualcosa di diverso e di ulteriore e sostanziarsi in un complesso d’interventi che, pur avendo natura e origine occupazionale e privatistica, potranno risultare sempre più sinergici con quelli pubblici, grazie a dinamiche di maggiore interscambio e reciprocità.

E il tema del welfare è stato centrale anche nel nuovo contratto integrativo aziendale di Benetton, approvato prima dalle assemblee dei lavoratori del Gruppo e poi dai sindacati e che avrà la durata di tre anni, fino al 31 dicembre 2020. Il contratto introduce, tra le altre cose, la “banca etica ore” ossia la possibilità per i dipendenti di donare una parte o tutte le ore lavorative in eccesso a favore dei colleghi che ne abbiano bisogno. Un modo per andare incontro alle esigenze dei dipendenti, che così possono godere di più flessibilità. Il contratto prevede anche altre misure di welfare aziendale, come i miglioramenti ai contenuti del nuovo piano di assistenza sanitaria integrativa. Ecco cosa ha detto a HR Link Paolo Vasques, Global HRD for Industrial & Retail, Benetton Group: “Tutti i nostri interventi nel campo del welfare aziendale sono frutto dello studio e dell’approfondimento della materia ad opera di una commissione paritaria composta da dipendenti e da membri del gruppo HR. Gli importanti provvedimenti contenuti nel nuovo contratto integrativo aziendale volti a migliorare il benessere dei lavoratori confermano la volontà di Benetton Group di mettere le persone sempre più al centro della politica aziendale”.

 

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