La realtà di PENNY Italia, tra inclusione e flessibilità

Non solo ruoli ma anche e soprattutto persone: la centralità della risorsa umana per Penny Italia si declina in una serie di iniziative che toccano tutti gli ambiti aziendali. Ce ne parla Piero Pisoni, Direttore Risorse Umane della società

Brand di punta della grande distribuzione, Penny Italia è un’azienda in espansione, la cui people strategy è all’insegna dell’inclusione – dimostrata con fatti e non soltanto con slogan – e della flessibilità, ma non solo, come ci racconta in questa intervista Piero Pisoni, direttore HR del discount alimentare:
“Penny Italia fa parte del grande Gruppo REWE e in Italia abbiamo 452 negozi, per un totale di circa 5.000 dipendenti e un miliardo e seicento milioni di euro di fatturato (dati 2023). Per quanto riguarda più in dettaglio il personale, l’81% ha un contratto a tempo indeterminato – il 60% dei quali è full time –, il 63% è rappresentato dalle donne – il 55% degli assistenti al direttore è donna, così come il 35% degli store manager – e ogni anno gestiamo circa 1.100 nuovi contratti di lavoro. Apriamo tra i 20 e i 30 nuovi negozi l’anno – nel 2023 sono stati addirittura 38 – e investiamo tra i 50 e i 70 milioni di euro l’anno per il restyling dei nostri punti vendita”.

Ci può raccontare gli elementi caratterizzanti la vostra people strategy?

La prima caratteristica della nostra people strategy è l’essere assolutamente allineata con le nostre strategie di business, improntate sull’implementazione di nuovi servizi nei nostri store. Per noi è fondamentale che le nostre persone siano informate e partecipi di tutto quello che accade a livello aziendale; per questo motivo la comunicazione è imprescindibile: da e verso i collaboratori, sia in una logica informativa quanto di ascolto per comprendere le esigenze locali e specifiche rispetto all’obiettivo. 

Un secondo elemento essenziale è la formazione – tecnica, legata al prodotto, ma non solo –, per mettere le persone in condizioni di allinearsi al business. Infine, puntiamo molto sull’engagement: la conoscenza dei processi ha bisogno di passione e coinvolgimento per funzionare davvero e per questo ingaggiamo i nostri collaboratori in diverse attività; tra quelle che hanno maggior successo, per esempio, c’è “Eccellenza in cucina”, una sorta di Masterchef aziendale, dove sono i dipendenti a mettersi ai fornelli dopo aver visitato i produttori dei prodotti che sono stati scelti per le ricette: il tutto viene poi immortalato in un videoclip pubblicato poi sulla nostra intranet e sulle nostre pagine social.   

In un momento storico connotato dalla mancanza di personale, cosa fate per attirare i talenti? 

In effetti stiamo assistendo a un cambio nei paradigmi e nei valori: per le nuove generazioni l’elemento più importante è il work-life balance, seguito da smart working ma anche dall’allineamento con i valori aziendali, mentre un tempo ruotava (quasi) tutto intorno allo stipendio; è fondamentale dunque valorizzare questi aspetti.

Stiamo puntando molto sulla sostenibilità e ne parliamo anche in fase di recruitment, nell’ottica di rafforzare l’immagine del brand legandolo a valori di rilievo. Operiamo poi a livello di employer branding, dando al candidato l’opportunità di interpretare i valori dell’azienda. Per questo motivo, ancora una volta sottolineo la centralità della comunicazione: in Penny i responsabili di marketing, comunicazione e risorse umane si incontrano regolarmente proprio per allinearsi sul messaggio da trasmettere all’esterno

E per trattenerli in azienda?

Prevediamo dei percorsi di carriera specifici per ogni ruolo che abbiamo chiamato Penny+, dove il “più” rappresenta tutto quello che si può mettere in campo, tutto quello che l’azienda può dare in più per permettere al singolo di migliorarsi e misurarsi in una nuova dimensione di ruolo.

Si tratta di percorsi “misti” con sessioni in aula e altre on the job ai quali partecipano circa 10-15 persone per volta. Inoltre, incoraggiamo lo scambio di feedback su competenze e performance e formiamo i direttori e i responsabili perché siano in grado di formularli correttamente.

Prevedete percorsi di formazione specifici per i nuovi arrivati, ma anche per consentire ai dipendenti di acquisire nuove skill?

Certamente! Abbiamo tre canali di formazione: quella “obbligatoria” legata a salute, sicurezza e HACCP; quella “tecnica” dedicata ai prodotti, all’apprendimento dei processi e delle procedure in negozio e alla pianificazione; infine, quella dedicata alle “soft skill”, dove si lavora su diversi elementi che possono rappresentare un valore aggiunto personale, dalle abilità comunicative a quelle di negoziazione o di leadership.

Diversity & Inclusion sono sempre più concetti imprescindibili: che azioni mette in campo Penny per garantire un ambiente di lavoro davvero inclusivo?

Il 22 ottobre 2022 i nostri tre amministratori delegati hanno espresso formalmente la volontà di non discriminare nessuno e Penny ha deciso “di metterci la faccia” nel ribadire questa volontà a livello dell’intera azienda con diverse iniziative.

Per esempio, unico e primo retail, saremo sponsor ufficiale di Pride Sports Milano e Milano Pride, decisione coraggiosa ma per noi doverosa, così come è coraggiosa la campagna pubblicitaria che abbiamo avviato, dove alcuni nostri dipendenti sono fotografati nella duplice veste di persona in ambiente di lavoro, come pure, altrettanto fondamentale nella propria vita privata, alle prese con le proprie passioni: dalla maratoneta alla drag queen, dal ballerino all’amante dei tatuaggi.

Non solo. Cerchiamo di integrare anche collaboratori con disabilità – almeno il 7% del totale della forza lavoro – e collaboratori talvolta provenienti da associazioni che aiutano le persone con difficoltà sociali, dagli ex carcerati alle vittime di violenza, alle persone affette da autismo o da sindrome di down.

Di pari passo con l’inclusione, anche il concetto di well being è ormai fondamentale: quali elementi avete attivato per favorire il benessere dei lavoratori?

Il benessere è un tema complesso nella nostra azienda perché abbiamo due realtà lavorative differenti, il negozio e gli uffici. Ovviamente cerchiamo di garantire lo stesso livello di benessere a tutti, ma va da sé che, per esempio, iniziative come lo smart working siano compatibili solo con alcune attività: in questo caso, tuttavia, cerchiamo di garantire la massima flessibilità individuale a livello di orari e, laddove possibile, lasciamo che la gestione turni avvenga compatibilmente con le necessità dei singoli, mantenendo ovviamente un livello di servizio ottimale per il cliente. 

Abbiamo anche diversi benefit, soprattutto per aiutare le famiglie nella gestione del ménage quotidiano: il nostro servizio Family+Happy supporta – con il 50% dei costi sostenuti da PENNY – quelle situazioni che necessitano di un aiuto esterno, dalla baby sitter, all’aiuto domestico, al sostegno compiti scolastici per i figli, fino al pet-sitter. Crediamo che l’azienda debba avere – e ha –  una responsabilità sociale nei confronti dei propri collaboratori.

Nel 2024 Penny Italia ha ricevuto il riconoscimento di Top Employer Italy: ci commenta la nomina indicando gli elementi che secondo voi vi hanno favoriti?

Per noi questo è già il secondo anno di ottenimento della certificazione. Al Top Employer ci si iscrive: si tratta di una certificazione importante, non obbligatoria, che PENNY ha voluto fortemente; per ottenerla è necessario confrontarsi su 380 item fornendo, per ciascuno, tutta la documentazione delle iniziative realizzate. È un percorso utile anche per capire a che punto siamo a livello qualitativo. La qualità dei processi è fondamentale per mettere le persone nella condizione di essere il meglio di se stessi.

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