Post vacation blues, ovvero lo stress del rientro e come affrontarlo

Il fenomeno è diffuso, tanto che, anche se non avesse un nome, sarebbero in molti a saperlo definire nel dettaglio. Si tratta del post vacation blues, ovvero quella difficoltà di riadattamento che spesso interessa i lavoratori al rientro dalle vacanze. Una questione da non sottovalutare. Secondo una survey Visier, infatti, ben il 44% degli intervistati ha preso in considerazione il licenziamento dopo il periodo di ferie. Ecco alcuni accorgimenti per ritrovare la produttività e l’equilibrio dopo il ritorno alla dimensione lavorativa.

post vacation blues

Si chiama post vacation blues, ne soffre almeno un italiano su due e comporta mal di testa, fiacchezza, mancanza di sonno, stordimento. Si tratta di stress, causato dal rientro dalle vacanze.

«I primi giorni dopo le vacanze, per un consistente numero di persone, si registrano disturbi del sonno a cui si associano nella maggior parte dei casi un’irritabilità elevata e difficoltà a riprendere la gestione del quotidiano – spiega all’agenzia Dire Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente Eurodap (Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico) e direttore scientifico del centro Bioequilibrium. Che aggiunge: «Pensare di dover tornare sui libri o al lavoro ed avere poco spazio da dedicare a noi stessi può tradursi in un malessere fisico generalizzato reale che rende ancora più difficile il ritorno alla routine. Il cambiamento repentino delle abitudini può indurre il nostro organismo a manifestare questi disturbi».

Dal sondaggio realizzato da Eurodap emerge che il 58% delle persone al ritorno si sente stanco al pensiero di ricominciare, seppur felice per come sono trascorse le vacanze; il 47% ha sottolineato quanto sia eccessivamente stressante la ripresa delle attività quotidiane, mentre per il 54% il periodo di stop non ha apportato alcun miglioramento alla situazione di stress pregressa.

Come affrontare lo stress da rientro

Fatte queste premesse, lo staff di Bioequilibrium offre alcuni suggerimenti per mitigare gli effettivi psicofisici del rientro delle vacanze. Innanzitutto, può essere utile rientrare in città qualche giorno prima di ricominciare le attività consuete, in modo da poter fare abituare l’organismo all’ambiente, all’alimentazione e anche all’aria. Poi è bene provare a fare tutto con calma, raggiungendo con i propri tempi gli obiettivi prefissati, senza affaticarsi troppo di modo da non immergersi completamente nello studio o nel lavoro troppo velocemente. Se in vacanza ci si è nutriti in modo sregolato e poco bilanciato, meglio riprendere un po’ di ordine anche in questo senso, introducendo nel proprio corpo alimenti più idonei all’organismo. Fondamentale, poi,

riprendere gradualmente l’attività fisica e – non ultimo – “coccolarsi” anche quando la vacanza è finita.

Quando lo stress è troppo: post vacation blues e dimissioni

A volte, però, ricominciare lentamente non è sufficiente. Secondo una ricerca realizzata da Visier su 1.000 dipendenti statunitensi a tempo pieno, a volte è proprio in vacanza che si matura la decisione di dimettersi: il pensiero attraversa, almeno fugacemente, il 44% dei lavoratori, per lo più coloro che in ferie non riescono a staccare. Non a caso, il 71% dei licenziamenti volontari pianificati durante il periodo vacanziero e poi portati effettivamente a termine appartiene alla categoria degli iper-connessi. Sembra proprio che lavorare in vacanza, insomma, renda le persone più propense a licenziarsi.

Per questo è fondamentale che i datori di lavoro dettino policy chiare che prevengano l’iper-connessione in vacanza, così da preservare l’equilibrio mentale dei dipendenti – con particolare riferimento alle generazioni più giovani, Z e millennials, che sembrano più propensi all’abbandono post ferie – e aumentare i tassi di retention.

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