Retribuzione variabile, alle piccole imprese piace il welfare

La fotografia del “premio di risultato” scattata OD&M Consulting: uno strumento diffuso soprattutto nelle grandi aziende, che vale in media tra i 1.000 e 1.500 euro l’anno. Le agevolazioni per il welfare e l’allargamento dei servizi detassabili piacciono soprattutto alle pmi. “Nelle imprese si sta diffondendo una cultura organizzativa nuova, orientata al benessere e al coinvolgimento”

retribuzione variabile

Il premio di risultato è ancora uno strumento prevalentemente utilizzato nella grande impresa, ma le Pmi si stanno muovendo, e in quel mondo piace soprattutto il welfare. La fotografia sul premio di risultato in Italia l’ha scattata OD&M Consulting, società di consulenza HR che dal 2007 fa parte di Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro presente in oltre 40 paesi in Europa, America e Asia.

I risultati della survey condotta su un panel di 161 aziende e su un campione di oltre 500 lavoratori, sono stati pubblicati in anteprima su Repubblica Affari&Finanza.

 

I dati

L’87% delle grandi aziende (con prevalenze tra le imprese dell’industria, seguite da servizi, commercio e turismo) ha introdotto un premio di risultato, mentre il 35% delle pmi ha dichiarato di stare progettando un sistema premiale. Le differenze tra grandi e piccole non si fermano qui: nelle grandi – e nella maggioranza delle medie imprese –  il premio è in genere più alto ed erogato a tutti i lavoratori. Nelle Pmi invece è solitamente riservato a dirigenti e quadri. L’ammontare può arrivare anche 3.000 euro l’anno, ma l’importo medio che emerge dalla survey di OD&M Consulting è compreso tra i 1.000 e i 1.500 euro l’anno.

“Il tema della retribuzione variabile sta suscitando un rinnovato interesse, soprattutto nelle piccole e medie imprese – ha dichiarato  Miriam Quarti, senior consultant di OD&M Consulting, a Repubblica A&F – La volontà di introdurre un sistema di retribuzione variabile si accompagna però a delle difficoltà operative nell’implementazione di un sistema premiale”

 

Il welfare

Il legislatore incentiva il premio di risultato e ulteriori incentivi sono riconosciuti se il premio viene convertito, anche parzialmente, in welfare. Un vantaggio contributivo per l’azienda ma anche fiscale per il dipendente, perchè il welfare non contribuisce a formare il reddito. Inoltre sono sempre più i servizi che si possono ottenere con la conversione: con la legge di Bilancio 2018 è stata introdotta la possibilità di convertire il premio in retta del nido, abbonamento al trasporto pubblico o libri per la scuola. “Misure che stanno indirizzando le imprese verso politiche di gestione del personale sempre più orientate al benessere e al coinvolgimento dei lavoratori – ha aggiunto QuartiL’introduzione di ulteriori agevolazioni rispetto al coinvolgimento dei dipendenti e la possibilità di conversione del premio in welfare stanno diffondendo all’interno delle aziende un approccio e una cultura organizzativa nuova”. A muoversi maggiormente in questa direzione sono soprattutto le imprese che non hanno ancora forme di welfare, cioè le Pmi.

 

Obiettivi

Dalla survey di OD&M Consulting emergono anche gli obiettivi che le imprese intendono raggiungere attraverso il premio di risultato. Nell’ordine: aumentare la produttività, aumentare la partecipazione, migliorare la redditività, incrementare l’efficienza.

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