CNEL e imprese firmano un patto per il reinserimento al lavoro dei detenuti

Unire forze e risorse per trasformare il carcere in un’opportunità concreta di riscatto e reinserimento. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato il 17 giugno dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), e 16 organizzazioni datoriali. Il documento nasce nell’ambito delle attività del Segretariato permanente per l’inclusione, guidato da Renato Brunetta e operativo presso il CNEL.

L’obiettivo è ambizioso: costruire un modello nazionale e stabile per favorire il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, superando l’attuale frammentazione di progetti limitati a singole realtà. Il piano d’azione si sviluppa lungo più direttrici: formazione professionale dentro gli istituti penitenziari, recupero di spazi inutilizzati per attività produttive, creazione di percorsi di inserimento lavorativo anche all’esterno, e mappatura dei fabbisogni educativi e professionali, con attenzione alle specificità territoriali.

Tra le misure operative previste, figura un servizio di “donorship” per attrarre finanziamenti e supportare lo sviluppo dei progetti, oltre alla promozione di un marchio “made in carcere”. Quest’ultimo sarà rafforzato tramite strumenti di certificazione, etichette dedicate e canali agevolati – anche a carattere sociale – per la distribuzione e vendita dei prodotti realizzati negli istituti penitenziari.

A supporto del coordinamento tra i vari attori coinvolti, è prevista l’attivazione di una piattaforma digitale open source, pensata per facilitare lo scambio di informazioni, risorse e buone pratiche.

Le associazioni firmatarie sono Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confetra, Confindustria, Confprofessioni, Conftrasporto, Copagri, Legacoop, Unsic.