Al via le contrattazioni collettive

Chimici e metalmeccanici si apprestano ad iniziare il percorso negoziale per rinnovare i loro contratti di categoria. Il Presidente dei metalmeccanici Storti preferisce parlare di “rinnovamento” del contratto per enfatizzare lo spirito innovativo che la parte datoriale vuole mettere in campo

Il settore, negli ultimi anni, ha perso il 30% della produzione a causa della crisi e dei processi di delocalizzazione e non può più permettersi di ragionare secondo vecchi schemi. Si tratta di un milione e mezzo di lavoratori interessati e la strada non sembra semplice anche perché il sindacato e’ ancora formalmente diviso, con FiM e UILM firmatarie degli ultimi rinnovi e la FIOM all’angolo, dopo essersi dissociata dagli ultimi accordi. Si riuscirà ad arrivare ad un percorso condiviso? Intanto FIM e UILM hanno presentato la loro piattaforma, mentre la FIOM deve ancora decidere al suo interno il da farsi.

Anche il contratto dei chimici non si svolgerà in un contesto semplice a causa della forte crisi dei consumi interni, non compensata dalla crescita dell’export. L’ultimo contratto necessitò di un anno di trattative e si firmò l’accordo solo dopo numerosi scioperi. Quello economico sembra essere il principale punto di distanza, ma anche l’esigibilità degli accordi sottoscritti e la semplificazione della complessa accordistica, saranno al centro della trattativa.

I bancari sono invece impegnati nella fase dei cantieri di implementazione del contratto nazionale siglato.  E dopo i due importanti accordi aziendali sottoscritti da Intesa San Paolo e Unicredit, per il neo delegato al vertice del comitato Affari Sindacali e del Lavoro Eliano Omar Lodesani, si tratterà di affrontare la riforma degli inquadramenti, quella delle agibilità sindacali nonché il tema di come gestire i circa 50.000 esuberi stimati nel settore.
Insomma, l’autunno non e’ stato caldo, ma l’inverno potrebbe diventarlo.

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