Carovita, flessibilità nei tempi e nelle modalità di lavoro, impatto climatico: ecco come i Millennials e la Gen Z vivono il mondo del lavoro

HeadingNonostante le difficoltà e il carovita, i lavoratori più giovani hanno ben chiaro cosa cercano da un’azienda e si dimostrano più competitivi e ambiziosi rispetto ai predecessori. La recente indagine di Deloitte su Gen Z e Millennials ha raccolto il feedback di oltre 22.000 intervistati in 44 Paesi per esplorare i loro atteggiamenti sul lavoro e sul mondo che li circonda.

carovita

Sono più competitivi e ambiziosi rispetto ai loro predecessori, ma devono affrontare ogni giorno le difficoltà inflitte dal carovita: sono i lavoratori Millennials e della generazione Z sui quali si è concentrata un’indagine svolta da Deloitte – arrivata alla 12esima edizione – che ha coinvolto 22mila persone in 44 Paesi per captare ciò che pensano del mondo che le circonda, a pandemia ormai regredita.

Infatti, se è vero che gli effetti del Covid sul mondo del lavoro sono stati negativi sotto alcuni aspetti, per i Millennials e i giovani della gen Z, invece, si sono avviate trasformazioni interessanti e positive a cui gli intervistati non vorrebbero rinunciare.

«I Millennials e la generazione Z si stanno impegnando per un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Sono anche guidati dai loro valori, si preoccupano per l’ambiente, lo stato del mondo e il futuro che vedono svilupparsi davanti a loro. Stanno cercando datori di lavoro che possano aiutarli a fare la differenza», afferma Michele Parmelee, Deloitte Global Deputy CEO e Chief People and Purpose Officer. «Le organizzazioni che ascoltano attivamente e aiutano a soddisfare le loro esigenze e preoccupazioni miglioreranno la resilienza aziendale e implementeranno cambiamenti attuabili nel nostro mondo», continua con ferma convinzione.

Nonostante alcuni progressi sul posto di lavoro siano effettivamente avvenuti, Millennials e generazione Z cercano comunque maggiore flessibilità ed equilibrio tra lavoro e vita privata, punto focale per quasi la metà della Gen Z e per la maggioranza dei Millennials: sulla base di questi elementi, infatti, scelgono un datore di lavoro piuttosto che un altro.

Importante, per loro, anche la flessibilità del luogo in cui lavorare e il tempo da dedicare: apprezzano il modello ibrido e vorrebbero anche che i datori di lavoro prendessero maggiormente in considerazione le opportunità di avanzamento di carriera per i dipendenti part-time e anche un numero maggiore di posti di lavoro part-time; in generale vorrebbero orari più flessibili per i dipendenti a tempo pieno e le settimane lavorative ridotte di quattro giorni. Millennials e Gen Z, in sostanza, riconoscono i progressi compiuti dai datori di lavoro, ma temono che il contesto generale e la guerra in Ucraina spingeranno alla fine a un ritorno al passato.

Carovita e futuro incerto

Il costo della vita resta ancora una grande preoccupazione, così come l’incertezza economica che ostacola la pianificazione del futuro, anche perché questa categoria di lavoratori è convinta che le condizioni economiche non cambieranno velocemente.

Dallo studio di Deloitte emerge che oltre la metà dei Gen Z (51%) e dei Millennials (52%) vive stipendio dopo stipendio (+5 punti percentuali rispetto al 2022), senza alcuna precisa o effettiva pianificazione. Gen Z (46%) e Millennials (37%) hanno deciso di svolgere un lavoro retribuito part-time o full-time aggiuntivo oltre al loro lavoro principale per sbarcare il lunario. I lavori secondari principali includono la vendita di prodotti o servizi online, la consegna di cibo o mansioni legate alla gestione di app per la condivisione di viaggi; molti di loro mantengono attività sotto il profilo artistico o nell’ambito dei social media che – dichiarano – hanno però anche il potere di spingerli ad acquistare cose che non possono permettersi (Gen Z 51%, Millennials 43%) o di farli sentire inadeguati, sebbene li aiutino a mantenersi in contatto con amici e familiari e trovare supporto.

Stress e burnout in aumento

Inoltre, stress persistente e burnout stanno mettendo a dura prova queste generazioni: quasi

la metà dei Gen Z (46%) e 4 Millennials su 10 (39%) affermano di sentirsi stressati tutto o la maggior parte del tempo, e i livelli di stress sono ancora più alti tra le donne, le persone LGBTIQ+, le minoranze etniche e le persone con disabilità. Gli intervistati raccontano anche di avere difficoltà a disconnettersi dal lavoro: il 23% della generazione Z e il 30% dei Millennials afferma di rispondere alle e-mail di lavoro al di fuori del normale orario lavorativo almeno cinque giorni alla settimana. Queste pressioni sul posto di lavoro potrebbero anche essere alla base dell’aumento dei livelli di burnout rispetto allo scorso anno. A ciò si aggiunge il fatto che più di un terzo della Gen Z (34%) e 4 Millennials su 10 (39%) hanno responsabilità di assistenza quotidiane o periodiche sia per i bambini sia per i genitori o i parenti più anziani. Infatti, sebbene la Gen Z abbia meno probabilità dei Millennials di avere responsabilità quotidiane di custodia dei bambini, è leggermente più probabile che si prenda cura dei genitori o dei parenti più anziani: si tratta di responsabilità che hanno un impatto significativo sulla loro salute mentale.

La preoccupazione per l’ambiente

Una cosa è certa: la spinta verso una maggiore sostenibilità ambientale e un migliore impatto sociale sta guidando le decisioni sullo stile di vita e sulla carriera. L’indagine rivela che 6 intervistati su 10 affermano di essersi sentiti in ansia per l’ambiente nell’ultimo mese e all’incirca la stessa percentuale cita eventi meteorologici estremi e incendi come fattori di stress. Queste preoccupazioni influiscono sul loro processo decisionale, dalla pianificazione familiare a ciò che mangiano e indossano, ma guidano anche la scelta del posto di lavoro: l’atteggiamento e le politiche di un’azienda in tema ambientale costituiscono elementi decisivi per più della metà degli intervistati. Circa la metà della generazione Z e dei Millennials afferma anche di fare pressioni sulle aziende affinché agiscano sul cambiamento climatico, ma meno di 1 su 6 dichiara di sentirsi in grado di influenzare gli sforzi di sostenibilità della propria organizzazione.

Il ruolo delle aziende

Poiché le aziende devono affrontare nuovi venti contrari, sarà importante per i datori di lavoro impegnarsi nel reclutamento e nella fidelizzazione dei talenti. «La generazione Z e i millennial stanno affrontando una combinazione unica di sfide durante un momento cruciale della loro vita mentre progrediscono nella loro carriera, fanno crescere le loro famiglie e si prendono cura dei propri cari», aggiunge Parmelee. «È fondamentale che i datori di lavoro comprendano queste generazioni e continuino a guidare il progresso nelle sfide che contano di più per loro. Ciò non solo aiuterà ad aumentare la produttività e a trattenere i talenti, ma alla fine creerà fiducia e valore per il business nella società in senso più ampio».

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