Finanza gender correct: l’investimento “buono” rende di più

Si moltiplicano gli strumenti di investimenti dedicati. Bloomberg ha un proprio indice composto da 230 imprese globali attente al tema della parità di genere. Ci sono altri strumenti finanziari che replicano l’andamento di indici basati sull’andamento economico di quelle realtà che stanno riducendo il gap uomo-donna. La parità è sinonimo di buone performance

Finanza gender correct

Più che una voce è un vero e proprio coro di ricerche, studi e analisi: le imprese più equilibrate dal punto di vista del genere, quelle con una gestione avanzata della diversity, sono quelle che performano meglio. La gender equality è soprattutto un fatto etico, ma anche un fattore di business da non sottovalutare. La “finanza” ha fiutato la strada: cosa c’è di meglio di investimenti buoni e profittevoli? Finanza gender correct. Sui mercati si stanno moltiplicando i prodotti azionari che puntano sulle aziende attente al bilanciamento dei sessi. Un trend di cui abbiamo già avuto modo di parlare (il nostro approfondimento: Effetto donna: rendimenti migliori nelle imprese con più donne al vertice), al quale ora Bloomberg dedica un indice specifico: il Financial Services Gender-Equality, che segue l’andamento delle imprese quotate attente a colmare il gender gap.

 

L’indice

L’indice, composto da 230 società quotate, è raddoppiato nel 2018 e comprende aziende di 10 settori con sede in 36 paesi e regioni. Collettivamente queste imprese hanno una capitalizzazione di di 9 trilioni di dollari e danno lavoro a oltre 15 milioni di persone, di cui 7 milioni sono donne. L’indice seleziona le aziende che si sono distinte per l’approccio trasparente dimostrato nella reportistica sulle tematiche di genere e nell’adozione di un approccio paritetico.

 

Mediobanca

All’interno dell’indice, ammessa nel gennaio 2019, c’è anche l’italiana Mediobanca. “In Mediobanca facciamo della diversità un valore. Per questo continueremo a lavorare con l’obiettivo di incrementare l’incidenza femminile in tutte le aree di business. Complessivamente siamo in linea con le statistiche del settore bancario, tuttavia vogliamo lavorare per supportare la crescita della popolazione femminile anche attraverso programmi di formazione adeguati “, afferma Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Il Gruppo, che attualmente conta circa 4.600 dipendenti con un’incidenza di professioniste donne che supera il 40%. Fanno parte dell’indice anche Intesa Sanpaolo e Terna.

 

Comunicazione

L’indice di Bloomberg offre alle aziende pubbliche l’opportunità di divulgare informazioni su come promuovono l’uguaglianza di genere. L’attività di comunicazione è fondamentale perchè in notevole aumento, da parte degli investitori, la richiesta di  integrare aspetti economici e aspetti sociali. Sta diventando sempre più un punto di governance degli investimenti finanziari: si mettono soldi in imprese “buone”, che poi sono anche quelle più redditizie. In questo sono le imprese a dover colmare un gap: secondo una analisi della stessa Bloomberg (qui la survey), solo il 10% delle imprese che stanno attuando politiche per ridurre il gender gap divulga all’esterno le proprie pratiche.

 

Fondi e ETF

Sono ormai diversi i fondi che investono solo in aziende sensibili al tema della gender equality. Uno degli ultimi nati, lanciato in occasione della Festa della donna, è Nordea 1 – Global Gender Diversity Fund (Nordea è da tre anni nell’indice Bloomberg). Il fondo è una soluzione che mira a offrire buoni rendimenti attraverso l’investimento  in realtà attente al bilanciamento dei sessi. Altro strumento di investimento nato negli ultimi anni è il Lyxor global gender equality, un ETF che replica le performance (molto positive) di un indice basato sulle migliori 150 imprese al mondo in tema di parità di genere.

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