Rottamarsi per crescere meglio, parola di Oscar Farinetti

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A parlare è Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, il primo e unico retailer globale nel settore del Food italiano, con 350 milioni di fatturato realizzato nel 2014. Un caso di successo, una crescita costante ed esponenziale.

Eppure, Farinetti fa un passo indietro: lascia le cariche e accoglie Andrea Guerra come Presidente Esecutivo al suo posto. Le motivazioni?
Eataly è un’azienda florida, che va molto bene, ma secondo Farinetti, Andrea Guerra la farà crescere ancora meglio. E, aggiunge, “ la ragione principale per cui sarà con noi è quella di guidare i ragazzi che ci sono oggi, bravissimi, ma che con lui impareranno ancora”.

Tra i “ragazzi “ che sono poi gli Amministratori Delegati, ci sono anche due figli di Farinetti e tuttavia, il fondatore di una delle realtà di maggior successo in Italia e nel mondo, ha scelto di riconoscere il valore di una managerialità che arrivasse dall’esterno accogliendolo, con la massima evidenza, nella sua Azienda.

Questa scelta porta l’attenzione di tutti su un tema che da sempre crea rallentamenti nel sistema d’Impresa italiano, e cioè la questione del passaggio generazionale e, più in generale, del coinvolgimento della famiglia nei gangli vitali delle aziende.
Su un rapporto del Family Business Year Book 2014, citato da aidaf.it, si stima che in Italia “le aziende familiari siano circa 784.000  pari ad oltre l’85 del totale aziende e pesino in termini di occupazione circa il 70%. Sotto il profilo dell’incidenza delle aziende familiari, il contesto italiano risulta essere in linea con quello delle principali economie europee quali Francia (80%), Germania (90%), Spagna (83%) e UK (80%), mentre l’elemento differenziante rispetto a questi paesi è rappresentato dal minor ricorso a manager esterni da parte delle famiglie imprenditoriali: il 66% delle aziende familiari italiane ha tutto il management composto da componenti della famiglia, mentre in Francia questa situazione si riscontra nel 26% delle aziende familiari ed in UK solo nel 10%”.

In questo contesto imprenditoriale che vede il familismo nel DNA di piccole, medie e grandi imprese italiane, e che ha timore di vedere ai massimi vertici dell’Azienda persone estranee al nucleo familiare, la scelta di Farinetti suona come lectio magistralis: una decisione coraggiosa e lungimirante. Bello sarebbe se potesse diventare la battuta iniziale di una svolta culturale che metta finalmente insieme, la capacità di creare impresa con la capacità di governarla al meglio, grazie ad adeguate esperienze manageriali.

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