Manager, quanto mi costi?

Sembrerebbe una contraddizione in termini ma c’è chi guadagna troppo. È quanto è emerso da un’analisi recente a cura di Cometa, che avanza una proposta per favorire un maggiore investimento dei fondi sulle imprese italiane, partendo dal presupposto che ci sono manager che guadagnano 70-75 volte di più di un dipendente.

cometa contro gli stipendi alti dei manager

Sembrerebbe una contraddizione in termini ma c’è chi guadagna troppo. È quanto è emerso da un’analisi recente a cura di Cometa, che avanza una proposta per favorire un maggiore investimento dei fondi sulle imprese italiane, partendo dal presupposto che ci sono manager che guadagnano 70-75 volte di più di un dipendente.

Cometa, il fondo pensione complementare dei metalmeccanici, sostenuto da importanti sindacati come Fiom, Fim, Uilm, Federmeccanica, Assistal e Fismic, ha assunto una posizione attivista nell’ultimo anno e mezzo, prendendo in considerazione non solo fattori economici ma anche principi etici legati alla sostenibilità sociale e ambientale durante le votazioni nelle assemblee. Con oltre 475mila iscritti e un patrimonio gestito di 14 miliardi di euro, Cometa rappresenta una forza significativa nel panorama dei fondi pensione italiani.

L’economista Riccardo Realfonzo, presidente del fondo, ha chiarito che i valori fondamentali del contratto collettivo dei metalmeccanici guidano la politica di voto del fondo: “Anche nel 2024, voteremo in duecento assemblee, tra cui 25 italiane” ha affermato, avanzando una proposta per favorire un maggiore investimento dei fondi sulle imprese italiane. Cometa parte dagli stipendi dei manager, ma non solo. 

Stipendi dei manager oversize 

Recentemente, Cometa ha votato contro le politiche di remunerazione di società come Siemens e Compass, spiegando – sempre dalla voce di Realfonzo – che il fondo si oppone alle retribuzioni di amministratori delegati e Ceo che superino di 150 volte il salario medio dei dipendenti dell’azienda. (Nelle società quotate italiane le retribuzioni dei Ceo sono pari in media pari a 70-75 volte il salario medio di un dipendente). 

Questo approccio ha portato al voto contrario in numerose aziende, inclusi giganti come Amazon – Jeff Bezos ha una retribuzione pari addirittura a 749 volte quella media dei dipendenti del gruppo – CNH e Apple, dove le disparità retributive sono risultate significative: lo stipendio di Tim Cook di Apple è pari a quello di 1.177 lavoratori medi della stessa azienda.

Le motivazioni, dietro a questa decisione, sono legate alla sostenibilità sociale e ambientale e sono coerenti con il ruolo di Cometa di rappresentante di una determinata comunità che si è data regole contrattuali responsabili, con l’obiettivo di promuovere pratiche aziendali responsabili che rispettino i principi sociali ed etici. 

Lo stipendio del Ceo non è l’unica variabile valutata: viene analizzata, per esempio, anche la disparità salariale di genere – sempre in Amazon i compensi delle donne risultano essere più bassi del 17% di quegli degli uomini, addirittura del 45% se si tratta di donne ispano-americane – e altri indicatori di sostenibilità aziendale.

Finanza sostenibile

Nonostante sia l’unico fondo pensione attivista in Italia, Cometa non è isolato nel suo impegno per la sostenibilità. Il fondo collabora con investitori istituzionali internazionali e appoggia iniziative per promuovere una finanza sostenibile a livello nazionale e internazionale. 

Questo impegno è riflesso anche nell’azione politica del fondo stesso che si batte per incentivare gli investimenti delle risorse pensionistiche nell’economia italiana. Assofondipensione, l’associazione italiana dei fondi pensione negoziali, sulla scia di Cometa, ha espresso l’intenzione di proporre a tutti i fondi una politica di voto coordinata, per esempio. 

Non solo: Cometa è la capofila di una lettera inviata al governo con 40 tra fondi pensione, banche e assicurazioni per spingerlo a impegnarsi sui temi della sostenibilità ambientale e sociale. “Abbiamo anche attivato un tavolo con i nostri gestori per misurare la qualità ESG del nostro portafoglio e migliorarla progressivamente” commenta Realfonzo. “Pensiamo che anche la previdenza complementare debba fare la sua parte per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità Onu, senza compromettere i rendimenti”.

E a proposito di rendimenti, è da sottolineare anche l’etica che guida la scelta di Cometa negli investimenti, facendo per esempio escludere al fondo tutte le aziende che producono armamenti. 

Il gap italiano

Tuttavia, esiste una criticità tutta italiana, causata dalla mancanza di un ambiente normativo e di un investimento più favorevole che incentivi gli investimenti dei fondi pensione in Italia, mediante l’introduzione di uno strumento a protezione del capitale versato e dei rendimenti. 

Attualmente, infatti, solo una piccola percentuale del risparmio previdenziale in Italia viene investita nelle imprese nazionali – circa il 5% –, mentre la maggior parte va all’estero: “Il fatto è che abbiamo un mercato di borsa poco sviluppato, un tessuto produttivo di piccole imprese e uno scarso sviluppo degli strumenti di investimento diretto come private equity, private debt e fondi infrastrutturali” spiega ancora Realfonzo, mettendo in evidenza come “nel resto d’Europa, come mostrano i dati Ocse, hanno mercati più sviluppati e i fondi pensione investono nelle economie nazionali, in qualche caso, anche il 50%”.

La proposta di Cometa – che è stata a più riprese discussa tra le parti istitutive dell’industria metalmeccanica e inserita nel contratto nazionale firmato nel 2021 – ha attirato l’attenzione anche delle istituzioni italiane, con la Commissione Bicamerale sulla previdenza complementare che ha avviato un’indagine sulla questione. Secondo Realfonzo, superare il ritardo del mercato italiano con strumenti di incentivazione agli investimenti potrebbe essere un motore di crescita straordinario per l’economia nazionale.

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