Addio Anpal, c’è Sviluppo Lavoro Italia

L’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, ovvero l’Anpal, ha chiuso i battenti, sostituita da Sviluppo Lavoro Italia: vediamo le differenze e le novità

Nasce Sviluppo Lavoro Italia SPA

Nell’ambito della riorganizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’attuale Governo ha soppresso l’Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro), l’ente fondato durante il governo Renzi nel 2015 che aveva il compito di gestire i circa 10 miliardi di euro destinati agli assegni di inclusione e al supporto di formazione e lavoro di centinaia di migliaia di persone.

Le sue funzioni di programmazione delle politiche del lavoro e di gestione dei relativi fondi comunitari, sono tornate all’interno del Dicastero con la creazione di Sviluppo Lavoro Italia, agenzia territoriale in-house del ministero entrata in funzione il 1° marzo 2024.

Sviluppo Lavoro Italia: cosa cambia

Sviluppo Lavoro Italia avrà il compito di realizzare e sviluppare nei territori le politiche attive per il lavoro nazionali e regionali e di migliorare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra le piattaforme digitali dedicate al lavoro, nonché innovare i servizi per il lavoro agendo sia sul fronte di una più stretta integrazione con il sistema dell’istruzione e della formazione, sia sul rapporto delle istituzioni, centrali e locali.

Il ruolo del nuovo ente – una sorta di “braccio destro” del Ministero – dovrebbe avere, tra gli obiettivi principali, quello di superare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e aiutare le persone a sviluppare le competenze necessarie alle transizioni in corso, dal green al digitale, come spiega anche l’attuale presidente e amministratrice delegata dell’agenzia, Paola Nicastro, avvocato giuslavorista da oltre vent’anni alla dirigenza in ambiti della Pubblica Amministrazione: “Sviluppo lavoro Italia nasce per essere facilitatore e acceleratore di processi, anche grazie alla capillare presenza di sedi operative sui territori regionali”.

E proprio l’elemento regionale è la principale novità di Sviluppo Lavoro Italia, che avrà nel proprio consiglio di amministrazione anche un rappresentante delle regioni, in modo da facilitare maggiormente l’inclusione sociale e lavorativa con la promozione dell’inserimento stabile nel mercato delle fasce più deboli della popolazione.

Ministro Calderone: “Superamento del mismatch tra gli obiettivi”

“Il mio impegno sarà prioritariamente dedicato per supportare il Ministero del Lavoro, in accordo e in collaborazione con le Regioni, nell’attuazione del processo di riforma e di ogni azione utile allo stesso” ha aggiunto Nicastro.

Le fa eco Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, sottolineando che: “Il superamento del mismatch tra domanda e offerta di lavoro è tra gli obiettivi da raggiungere per un mercato del lavoro inclusivo. Ne consegue che la semplificazione della governance delle politiche attive gioca un ruolo fondamentale nella complessiva riforma delle politiche del lavoro e per il raccordo tra Stato e Regioni nelle specifiche aree di competenza. Il rafforzamento qualitativo dei servizi pubblici e privati insieme allo sviluppo di reti partenariali con il sistema di istruzione e formazione, oltre che con le imprese, rappresentano gli snodi cardine per diminuire la distanza tra chi cerca e chi offre lavoro”.

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