Migliorare l’employability puntando sulla formazione: a Milano nasce il nuovo hub dedicato a competenze e orientamento al lavoro

È stato inaugurato a fine 2021 il Gi Group Training Hub, uno spazio di 5.000 mq dedicato a formazione e orientamento al lavoro, che si propone di essere punto di incontro per tutti i soggetti che vedono nella formazione la risposta più adeguata al fabbisogno di competenze di aziende e persone. Ne abbiamo parlato con Francesco Baroni, Country Manager di Gi Group Italia, per capire se la capacità di fare rete – mettendo a sistema soggetti privati e pubblici in grado di offrire alle aziende una formazione mirata – possa essere la risposta al mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

francesco baroni

Cinquemila metri quadri dedicati alla formazione e all’orientamento al lavoro, per aiutare le persone a restare professionalmente attive nel tempo, intervenendo in modo sostanziale sull’occupabilità e su fenomeni come lo skill mismatch e lo skill shortage. Con questo obiettivo è nato a Milano il Gi Group Training Hub, che si propone di dare risposte concrete al fabbisogno di competenze di aziende e persone attraverso un’offerta di alto livello e uno spazio aperto di confronto e condivisione.

Istruzione e formazione tecnica superiore, orientamento al lavoro, ma anche employability, continuous learning, formazione manageriale e professionale sono le parole chiave di un progetto che si auspica possa essere replicato presto anche in altre città.

Ne abbiamo parlato con Francesco Baroni, Country Manager di Gi Group Italia.

Dott. Baroni, che cos’è e con quale obiettivo è nato il Gi Group Training Hub?

«Gi Group è impegnata a contribuire, da protagonista e a livello globale, allo sviluppo di un mercato del lavoro sostenibile e all’educazione al valore personale e sociale del lavoro. Il mismatch occupazionale – ossia il disallineamento tra quanto richiesto dalle imprese in termini di competenze e abilità e quanto invece offerto dai lavoratori e candidati – è ormai una costante che caratterizza la fase storica attuale. La formazione di qualità, ideata partendo dai bisogni delle imprese e dalle aspettative di candidati e lavoratori, è ciò che serve per rimanere al passo con il rapido mutamento degli scenari lavorativi. Il Gi Group Training Hub va proprio in questa direzione; con 5.000 mq di aule di formazione, spazi comuni, laboratori attrezzati e aree esterne, si propone di essere uno spazio libero e aperto di confronto e condivisione, un punto di incontro che offra le condizioni necessarie affinché i diversi attori che credono nel valore della formazione possano interagire e lavorare in sinergia. L’approfondita conoscenza di Gi Group del mercato del lavoro e l’impegno dei partner per costruire percorsi di formazione ad hoc orientati all’occupazione sono il binomio perfetto per far sì che il Gi Group Training Hub possa far da ponte tra scuola e mondo professionale, ma non solo. Siamo partiti da Milano che è la città di fondazione del Gruppo, dove l’esperienza del Palazzo del Lavoro rappresenta un punto di riferimento per chi opera nel mercato, ma auspichiamo possa diventare replicabile in altre città».

Come è organizzata l’attività dell’Hub? A chi si rivolge?

«I corsi formativi si rivolgono sia a giovani studenti, laureandi o neolaureati, sia a professionisti con esperienza pregressa. Attualmente sono tre le macroaree che contraddistinguono il modello del Gi Group Training Hub:

  • orientamento al lavoro: percorsi di orientamento per gli studenti e dedicati alla comprensione dell’employability per i candidati, con anche consulenza e coaching nelle fasi di transition e mobility;
  • training: academy e addestramento professionale, istruzione e formazione tecnica superiore, ITS, patenti e certificazioni;
  • continuous learning: coaching, formazione manageriale e professionale continua.

Oltre alle società del Gruppo che si occupano di formazione (Gi Formazione e Tack TMI), si sono già uniti al progetto due partner di eccellenza, che si impegnano ogni giorno per costruire percorsi di formazione orientati all’occupazione: Aslam, ente formativo accreditato presso regione Lombardia, e Assopellettieri, l’Associazione italiana che dal 1966 rappresenta le imprese di pelletteria.

Gi Group Training Hub ospita al suo interno aule informatiche, realtà aumentata, simulatori; un laboratorio di meccatronica, meccanica, elettronica; macchinari per taglio laser e meccanico; prototipazione; produzione prodotti pelle; cucine e impianti di refrigerazione; magazzini, stoccaggio e fine linea; area esterna per patenti e abilitazioni; un auditorium, una palestra e un ristorante interno».

Come si inserisce l’hub nell’approccio più ampio di Gi Group alla formazione?

«L’Hub si inserisce nel perimetro dell’impegno del Gruppo per rendere il lavoro sostenibile, ovvero nel creare e mantenere le persone occupabili nel tempo, garantendo condizioni dignitose e sicure per lavoratori e candidati. Il contesto attuale vede il mercato del lavoro soffrire fenomeni come lo skill mismatch e lo skill shortage, con conseguenze dirette sul benessere dei lavoratori e sul rendimento aziendale. Gi Group vuole dare il suo contributo tramite l’erogazione di percorsi formativi mirati a migliorare l’employability delle persone, contrastando tutti i fattori che la limitano. A tal proposito, Gi Group ha già avviato e continua a implementare numerosi progetti che rispondono a questa necessità: nel 2021, ha ideato e lanciato le Academy 100% Employability, ovvero corsi gratuiti  di reskilling e upskilling dei candidati, che si rivolgono sia a laureandi e neolaureati interessati ad acquisire le competenze richieste dalle imprese, che ai lavoratori con una carriera già avviata che necessitano di corsi di aggiornamento specifici, e il progetto Women4, che promuove l’occupabilità delle donne in settori tipicamente considerati appannaggio maschile».

Il mismatch tra domanda e offerta è uno degli annosi problemi del nostro mercato del lavoro. Ritiene che la capacità di fare rete – mettendo a sistema soggetti privati e pubblici – sia la chiave per uscirne? Come si sta muovendo Gi Group in questo senso? Cos’altro può essere fatto a livello di sistema Paese?

«La formazione sarà destinataria di una serie di fondi per cui riteniamo cruciale fare rete, quello che è mancato in passato è proprio un’azione sinergica tra i diversi player, non le singole competenze. Fare sistema e creare sinergia affinché la formazione risponda concretamente alle esigenze delle aziende, perché questa è l’unica strada da percorrere per intervenire in modo sostanziale sull’occupabilità delle persone e su fenomeni come lo skill mismatch e lo skill shortage che influiscono sulla sostenibilità del mercato del lavoro. Gi Group, da sempre, svolge un ruolo di intermediario, in primis, tra mondo della scuola e quello del lavoro. Rappresentiamo il ponte tra i banchi di scuola e il mercato, ma non solo. Riteniamo che in Italia vi siano gli strumenti giusti, ne sono un esempio l’Apprendistato di I livello o gli ITS, ma serve fare cultura e valorizzarli in una logica di collaborazione e non competizione, anche tra pubblico e privato».

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