Ricerca e offerta di lavoro, ecco le startup HR Tech che aiutano a mettersi in contatto

Nel 2018 è aumentato il disallineamento tra le imprese e chi cerca lavoro. A colmare il gap, le aziende che offrono servizi di collocamento 2.0

reverse-mentoring

Più che parlare di mancanza di lavoro, in Italia, è corretto parlare della mancanza di incontro tra domanda e offerta. E se il risultato sembra lo stesso, è necessario tuttavia concentrarsi sul nodo centrale, ovvero la difficoltà di mettere in contatto chi cerca lavoro con le aziende che necessitano di figure professionali. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto Excelsior di Unioncamere ed Anpal, presentato la scorsa primavera con i dati relativi al 2018, mentre resta preoccupante il dato sulla disoccupazione giovanile, che a settembre è salita al 28,7% (fonte Istat). Un cortocircuito, visto che sono tanti i profili di cui il Paese ha necessità: osservando i primi 30 della lista, si tratta in abbondanza di figure tecniche, sia in ambito industriale che elettronico, ma anche – e forse questo dato risulta meno noto – di insegnanti di materie artistiche e letterarie e di persone alle quali, come competenze di secondo livello, è richiesta la capacità di comunicare l’impresa in modo corretto. Il disallineamento tra chi cerca e chi offre lavoro è salito nel 2018 di cinque punti percentuali rispetto al 2017, ovvero il 28% dei 4,5 milioni di contratti che il mondo del lavoro avrebbe voluto stipulare. Anche per ciò che riguarda gli under 30, è ritenuto non facile da trovare il 28% del milione e 267 mila contratti che le imprese sarebbero disponibili a siglare.

Il vuoto tra ricerca del lavoro e ricerca di figure professionali

In questo vuoto si sta inserendo una serie di start-up che si occupano di collocamento: la community Startup Geeks ha redatto un elenco, censendone almeno una sessantina nell’e-book Le migliori startup per trovare lavoro e migliorare i processi di Hr, con l’obiettivo di fornire a chi si occupa di risorse umane gli strumenti per entrare in contatto con i giovani talenti, ma anche di aiutare i ragazzi a trovare il lavoro che desiderano.

Dallo studio elaborato da Startup Geeeks, emerge chiaramente che le HR si stanno sempre più rivolgendo alle nuove tecnologie per rendere maggiormente efficaci i processi lavorativi. Il settore cosiddetto HR Tech – ovvero quello che raggruppa le aziende specializzate a fornire soluzioni digitali al servizio delle HR – è concentrato prevalentemente a Milano (44%) e poi a Torino (15%) e Roma (9%). Obiettivi, e quindi benefici, offerti da queste aziende sono non solo l’efficienza, ma anche la semplificazione del lavoro delle HR. Nel loro ebook Giulia D’Amato e Alessio Boceda, fondatori di Startup Geeks, si sono rivolti a Jacopo Tonelli, manager partner di Techyon, azienda del settore, il quale su un punto non ha dubbi per il futuro prossimo: “Assisteremo certamente a un’evoluzione e a un rinnovamento dei tradizionali processi di recruitment grazie all’implementazione di strumenti e soluzioni che sfrutteranno in maniera sempre più importante l’apporto offerto dall’intelligenza artificiale e che porteranno inevitabilmente a una ridefinizione delle specifiche caratteristiche della funzione HR all’interno delle differenti organizzazioni”.

Le startup italiane più innovative

L’ebook ha cercato di realizzare un focus sulle migliori aziende del settore in grado di offrire soluzioni software e hardware alle Hr.

A Parma Gabriele Catellani nel 2016 ha fondato 60Rec, che lui stesso definisce il “WeTransfer del recruiting” perché offre la possibilità di inviare insieme al CV una cover letter professionale in formato video, realizzato direttamente dallo smartphone. La milanese CVing permette agli HR di svolgere video-colloqui, facendo screening dei migliori candidati; sempre a Milano ha sede la sezione italiana di Daylintership, piattaforma europea di recruiting, che utilizza i social network e l’intelligenza artificiale per mettere in contatto i migliori talenti del mondo con le aziende, abbinando gli studenti di alto livello con le migliori opportunità di tirocinio. Jobby, invece, è la più grande piattaforma di gig working trasversale, che offre possibilità a tutti quei lavoratori autonomi o temporanei che usano la rete per trovare impieghi.

Di altro tipo la soluzione offerta da NETtoWork, che consente alle aziende di carpire informazioni sui candidati grazie a video-cv e alle recensioni ricevute da parte di altri selezionatori. SkillsJobs.it, dal canto suo, si concentra sulle competenze, dichiarandosi come la prima job board italiana senza annunci, senza cv e senza discriminazioni per età, genere, etnia, orientamento politico, religioso o sessuale: meritocrazia e pari opportunità – garantite dal motore di matching che pesa hard e soft skills creando una classifica in modalità blind ­– costituiscono i fari della selezione e della ricerca.

Insomma, la panoramica offerta dell’ebook realizzato da Startup Geeks offre spunti interessanti per tutti i tipi di ricerche, suddividendo l’offerta per ambiti: Recruitment & Employer Branding, Training & Development, Welfare, HR Software. Del resto, una ricerca realizzata da Manpower lo scorso anno, aveva già rivelato chiaramente la tendenza secondo la quale la ricerca del lavoro viaggia in modo digitale e spesso sui social.

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