Con Anna Maria Testa, HR Director Infocert, abbiamo discusso di D&I e di cultura aziendale, partendo dall’assunto che ogni industry merita un approccio personale e differenziato al tema.
Un ruolo importante è indubbiamente giocato dal leadership team, ma non solo: le iniziative di diversity devono scaturire dal basso, coinvolgendo le persone insieme alle loro famiglie. ll compito dell’HR manager è quindi quello di intervenire nelle scuole, agevolare l’incontro di competenze differenti con il mondo del lavoro e di coinvolgere attivamente sia il management sia le persone, lavorando su un percorso culturale condiviso, dove inserire le iniziative specifiche per abbattere le barriere culturali.
Author: Redazione HR LINK
Incentivi: la risposta ai problemi di talent attraction e retention
Come attrarre talenti e trattenerli all’interno dell’azienda? Per Claudio Allievi, presidente e co-founder di K-Rev, la risposta è investire sul benessere aziendale, ma resta fondamentale anche l’aspetto degli incentivi. Nel corso dell’ultima edizione di Officina Risorse Umane, sono state individuate tre proposte da portare al Governo: la detassazione di tutto ciò che l’azienda dà in più al dipendente, una revisione dei contratti a termine senza causalità – portandoli da 12 a 24 mesi ed estendendo il limite massimo a 36 mesi – e, infine, una proposta per tutto ciò che riguarda bonus, incentivi all’esodo e riscatto degli anni di laurea.
Diversità e inclusione come patrimonio culturale diffuso
Negli ultimi anni, le emergenze sanitarie hanno avuto la priorità a discapito di temi quali la diversità e l’inclusione. È ora di prendere coscienza delle urgenze in tema di D&I ed elevare questi temi a patrimonio diffuso. La riflessione di Tiziano Minuti, responsabile HR e Comunicazione Caronte Tourist, si focalizza sulla necessità di superare l’approccio parziale del lavoro a favore della condivisione, di un maggior investimento nella formazione e della necessità di sostegni normativi e finanziari, soprattutto per le aziende del Mezzogiorno che decidono di misurarsi su questo terreno.
Aumentano le dimissioni volontarie: il fenomeno della “great resignation” è arrivato anche in Italia?
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha diffuso la nota relativa al III trimestre 2022: sono aumentati i licenziamenti, ma anche le dimissioni. A dimettersi volontariamente sono di più le donne, mentre sul fronte dell'attivazione di contratti, la crescita da luglio a settembre 2022 è dell’1,3%. Sembra quasi un paradosso: con l’inflazione alle stelle gli italiani lasciano il lavoro. Viene da chiedersi: “Anche in Italia sta arrivando il fenomeno che negli USA viene definito great resignation?” Ecco gli ultimi dati.
Cresce la richiesta di laureati, ma quasi uno su due è introvabile.
Il nuovo anno si è aperto con un trend positivo per il mondo del lavoro. Il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, parla di 504 mila lavoratori ricercati dalle imprese a gennaio e 1,3 milioni per il primo trimestre 2023, al quale si somma una crescente richiesta di laureati. Buone notizie, o forse no… già nel 2022 un laureato su due è risultato introvabile, mentre le aziende combattono ogni giorno contro lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze.
Tra mancanza di competenze e di personale: le questioni urgenti del settore navale
Oggi nel settore navale le questioni HR più urgenti sono la mancanza di competenze e il mismatch tra domanda e offerta. Rodolfo Magosso, direttore Risorse Umane e Relazioni Industriali Ignazio Messina & C, non ha dubbi: nel settore dello shipping paradossalmente la classica eccedenza di offerta nei confronti della domanda si è ribaltata e le compagnie di navigazione hanno grossa difficoltà nel trovare personale quale marinai, ma anche camerieri, cuochi e addetti alla camera per le navi da crociera. Un fenomeno recentissimo, al quale si somma l’urgenza delle competenze. L’incedere della digitalizzazione sta, infatti, impregnando sempre più anche il mondo portuale e sta diventando fondamentale un approccio digitale agli strumenti di lavoro.
Flessibilità e crescita professionale, le sfide per il recruiting
L’analisi di Mauro Ghilardi, Chief People and Transformation Officer di A2A, sull’attrattività delle organizzazioni nei contesti fortemente competitivi: «La difficoltà a trovare personale, in tutti i ruoli, è il problema principale di tutti. Dobbiamo recuperare i tanti Neet che non sono disponibili sul mercato del lavoro e lavorare per aumentare la percentuale di donne negli ambiti STEM».
Non solo HR manager vecchio stampo: il boost alla carriera passa attraverso un Master in HR Temporary Management
Diventare HR Temporary o HR Fractional Manager è una opportunità professionale sempre più richiesta dal mercato, in particolar modo per crescere e gestire processi diversificati all’interno delle PMI. Una figura necessaria a tal punto da richiedere competenze una formazione specifica.
Il welfare aziendale è uno strumento trasversale
La sua esperienza è stata fondamentale per il tavolo di lavoro dedicato al welfare nel corso dell’ultima edizione di Officina Risorse Umane, dove sono stati trattati problemi normativi e urgenze aziendali. In primis la necessità di risolvere lo squilibrio tra l’anima economica del welfare e quella sociale, trasformando il welfare in strumento trasversale, pronto a rispondere ai problemi sociali con servizi che abbiano un impatto, per esempio, sul fronte genitorialità e caregiving.
Basta meeting inutili
Se da un lato lo smartworking ci ha regalato la possibilità di un miglior work life balance, dall’altro sempre più spesso restiamo ore e ore incollati alla scrivania per meeting interminabili e – a volte – inconcludenti. I dati sono chiari: il remote working ha portato a un crescita del 252% del tempo trascorso in riunione. Ma qualcosa sta cambiando e le aziende stanno ricercando una nuova governance per le call. Il diktat? Servono regole. Basta riunioni inutili.